Ulisse. L’avventura della conoscenza
Alberto Angela ha ereditato dal padre Piero la capacità divulgativa aggiungendovi un piglio esplorativo e un sapiente uso del mezzo televisivo che rendono ancora più efficaci i contenuti, già molto interessanti in sé.
Basterebbe il sottotitolo – “Il piacere della scoperta” – per connotare “Ulisse” (Rai 3, sabato ore 21.10), il programma di Alberto Angela dedicato alla cultura, all’arte e alla storia. Figlio d’arte, Alberto ha ereditato dal padre Piero la capacità divulgativa aggiungendovi un piglio esplorativo e un sapiente uso del mezzo televisivo che rendono ancora più efficaci i contenuti, già molto interessanti in sé.
Nella formula originale il programma si articolava in una serie di puntate monotematiche dedicate a diversi ambiti della scienza e della cultura, dalla storia all’antropologia, dalla geologia alla fisica, dall’arte all’astronomia, concentrate su singoli temi e illustrati alternando interventi sul posto, spezzoni di film e ricostruzioni digitali tridimensionali.
La divulgazione scientifica, consistente nella comunicazione di nozioni scientifiche in maniera comprensibile al grande pubblico, ha una lunga storia nel palinsesto televisivo italiano, che negli anni ha ospitato il volto e la voce di diversi divulgatori scientifici, generalmente ricercatori, scienziati e giornalisti. L’obiettivo primario è quello di rendere fruibile allo spettatore il patrimonio di conoscenze collettive per accrescere non soltanto le competenze specifiche del pubblico ma anche la percezione dell’importanza della scienza per la vita sociale.
Rispetto alla comunicazione scientifica tradizionale, la divulgazione cerca spesso un feedback diretto o indiretto da parte del pubblico, allestendo una scenografia che tende a distanziarsi dal classico modello didattico con cattedra o palco e platea per favorire invece l’incontro metaforico fra il soggetto e il mondo grazie alla mediazione del mezzo televisivo.
Presente nel palinsesto fin dalle origini della televisione italiana, la scienza sul piccolo schermo ha trovato spazio in una crescente serie di programmi, attraversando trasformazioni di linguaggio e stili sempre nuovi ed evolvendosi dall’impianto scolastico-didascalico che caratterizzava le prime trasmissioni all’attuale diffusa tendenza all’infotainment (information + entertainment), inteso come genere che fornisce un contenuto informativo cercando comunque di intrattenere – e, se possibile, divertire – lo spettatore.
I temi trattati con maggiore frequenza riguardano la salute e la medicina, ma molti altri sono gli ambiti del sapere finiti sotto i riflettori: dall’ecologia agli animali, dalla storia alla geografica, dall’archeologia alle nuove tecnologie, dalle vite dei grandi scienziati agli esperimenti davanti alle telecamere.
La proliferazione delle emittenti conseguente all’introduzione della tv digitale consente oggi un’ampia scelta di programmi scientifici e le nuove tecnologie consentono di visualizzare i fenomeni naturali o i ritrovati tecnici con una spettacolarità che accresce la curiosità dei destinatari.
In fondo, imparare divertendosi è una tendenza naturale dell’uomo.
Marco Deriu