Vescovi Venezuela, Orban al Parlamento Ue, sentenza Mondo di mezzo, fame nel mondo, etica e social media, Papa a Palermo
Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.
Venezuela: i vescovi su documento Viganò, “si sta cercando di minare la forza morale del Papa e dei suoi collaboratori”
“Non sappiamo cosa c’è dietro tutto questo. Già da alcuni anni si sta cercando di minare la forza morale del Papa e dei suoi collaboratori, c’è una sorta di campagna contro i postulati indicati dal Papa”, perché sta cercando di contrastare “gli aspetti negativi che si incontrano nella Chiesa e di attuare una riforma della Santa Sede e di alcune istituzioni”. Mons José Luis Azuaje Ayala, arcivescovo di Maracaibo e presidente della Conferenza episcopale del Venezuela, ha risposto così alle domande dei giornalisti sul documento stilato da mons. Carlo Maria Viganò, a margine della conferenza stampa a Roma dopo la visita ad limina a Papa Francesco. I vescovi venezuelani hanno chiesto al Papa come sta dopo questo attacco. “Ci ha detto che stava tranquillo e soprattutto che molte cose gli danno energia per continuare a lavorare per la verità e per migliorare tutto quello che c’è da migliorare nella Chiesa”, ha riferito mons. Azuaje Ayala.
Parlamento Ue: dibattito su situazione in Ungheria. Accuse circostanziate al governo Orban che contrattacca, “schiaffeggiate l’onore del popolo ungherese”
(Strasburgo) Dibattito acceso, dai toni a tratti aspri, quello svoltosi nel pomeriggio al Parlamento europeo a Strasburgo. Il tema in discussione era la situazione in Ungheria: il governo di Viktor Orban – presente in emiciclo – rispetta o meno i valori europei? Bisogna attivare o meno la procedura dell’articolo 7 del Trattato Ue verso quei Paesi che non rispettano le norme essenziali dello stato di diritto e della democrazia? L’emiciclo voterà domani una risoluzione in tal senso. Il testo è stato presentato dall’eurodeputata olandese Judith Sargentini. “Il governo Orban – ha detto – ha imbavagliato i media e il sistema accademico, ha violato alcune norme della democrazia fra cui l’indipendenza della magistratura, ha preteso di decidere quali fedi religiose possono essere praticate nel Paese”. “Sono qui per difendere la mia patria”, ha affermato il premier d’Ungheria, Viktor Orban, nel suo intervento all’Europarlamento. “Questa relazione schiaffeggia l’onore del popolo ungherese”, ha sottolineato Orban che, come linea difensiva, ha scelto quella della libertà di un popolo di darsi i governanti che preferisce. “Voi vi siete già fatti un’idea” sulla relazione Sargentini, che sarà votata domani in aula; “il mio intervento non vi farà cambiare opinione”. “Voi non condannerete un governo, ma l’Ungheria, che da mille anni è membro della famiglia europea”; “condannate l’Ungheria che si è sollevata contro l’esercito dell’Unione sovietica, che ha combattuto per la sua libertà”.
Mondo di mezzo: la Corte di appello di Roma riconosce l’associazione mafiosa
La terza Corte di appello di Roma ha riconosciuto l’associazione mafiosa nell’ambito del processo al “Mondo di mezzo”. È stato ribaltato, dunque, quanto deciso in primo grado. “Abbiamo sempre detto che le sentenze vanno rispettate: lo abbiamo fatto in primo grado e lo faremo anche adesso. La Corte d’appello ha deciso che l’associazione criminale che avevamo portato in giudizio era di stampo mafioso e utilizzava il metodo mafioso. Era una questione di diritto che evidentemente i giudici hanno ritenuto fondata”. Lo ha detto il procuratore aggiunto, Giuseppe Cascini. In aula erano presenti anche il pm Luca Tescaroli e i procuratori generali Antonio Sensale e Pietro Catalani. Salvatore Buzzi è stato condannato a 18 anni e 4 mesi, mentre Massimo Carminati a una pena di 14 anni e 6 mesi.
Fame nel mondo: rapporto Onu, “aumenta a causa di cambiamenti climatici, conflitti e crisi”. Nel 2017 erano 821 milioni le persone, 672 milioni quelle obese
Una persona su 9 nel mondo soffre la fame. Le cause principali dell’aumento dell’insicurezza alimentare sono le variazioni climatiche e gli eventi estremi che incidono sulla produzione agricola e l’accesso al cibo, i conflitti, la violenza e le crisi economiche. Il trend in aumento rende ancora più difficile il raggiungimento dell’obiettivo “Fame zero” entro il 2030. È quanto emerge dal nuovo rapporto presentato oggi a Roma nella sede della Fao e realizzato in maniera congiunta dalle cinque grandi agenzie Onu che si occupano di questi temi: oltre alla Fao (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura), il World food programme/Pam (Programma alimentare mondiale), l’Unicef che si occupa di infanzia, l’Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo), l’Oms/Who (Organizzazione mondiale della sanità). “Oltre ai conflitti, la variabilità del clima e gli eventi climatici estremi – sottolineano le agenzie Onu – sono tra i fattori principali della recente recrudescenza della fame nel mondo, e una delle cause delle gravi crisi alimentari”. Il dato più eclatante che emerge dal rapporto è che nel mondo sono 821 milioni le persone che soffrono la fame nel mondo (dati riferiti al 2017), con un trend in crescita da tre anni, a fronte di un aumento anche del numero delle persone obese: sono 672 milioni, 1 adulto su 8.
Etica e social media: mons. Galantino, “le tecnologie digitali siano davvero democratiche e partecipative”
“Sono tante e davvero belle le opportunità – relazionali, cognitive, progettuali ed emotive – che caratterizzano la società informatizzata, del web e dei social media. Sono tanti i vantaggi di cui, in questo contesto, possiamo godere e che, in assenza dei social media, ci sarebbero preclusi!”; ma “per parlare davvero di vantaggi diffusi – e qui comincio a toccare il tema dei valori, in senso lato – è necessario che le tecnologie digitali siano davvero democratiche e partecipative”. Lo ha detto mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei e presidente dell’Apsa, intervenendo, oggi pomeriggio, a Brembate (Bg), al convegno dell’Associazione pedagogica italiana, in programma sul tema “Identità, la persona, le persone nella comunicazione virtuale”. “L’alternativa alla democrazia e alla partecipazione, in questo ambito – ha sottolineato –, è la dipendenza da uno o più ‘Grande fratello’ che orienta e decide per tutti. È la cultura – con la sua vitalità e con la sua carica formativa – a subire danni irreparabili in contesti socio-culturali caratterizzati dalla dipendenza diffusa ed acritica da fonti di informazione pilotate”.
Papa Francesco a Palermo: mons. Lorefice (arcivescovo), “disegna il volto di una Chiesa dei poveri”
“Partendo dalle Alpi e visitando Barbiana, poi passando attraverso Molfetta, credo che Papa Francesco abbia disegnato il volto di una Chiesa italiana che è audace nel Vangelo, una Chiesa che è quella dei poveri”. Lo dice l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, in vista della visita del pontefice nel capoluogo siciliano, sabato prossimo, in un’intervista al Sir. Uno dei temi che affronterà “sarà quello dei migranti”. L’occasione è il 25° anniversario del martirio di don Pino Puglisi. “La città lo accoglierà con grande entusiasmo, ma non solo con una prospettiva emotiva – spiega l’arcivescovo –. È l’entusiasmo di chi sa che Papa Francesco viene a confermare un percorso delle Chiese siciliane e, in particolare, di quelle di Piazza Armerina e di Palermo, che stanno mettendo in gioco l’identità stessa di annunciare con gioia il Vangelo, capace di incidere nella costruzione della città degli uomini”.
Scuola: mons. Pelvi (Foggia) agli studenti, “riprendiamoci il coraggio della speranza”
“Essere giovani oggi significa soprattutto essere in movimento: vivere un’età di mezzo che si fa sempre più lunga, complessa e precaria. La vita dei giovani sembra fatta di pezzi tenuti insieme a fatica, di ripensamenti e disillusioni, di battaglie vinte e perse. Ma non è questo un cammino immerso nella speranza?”. Lo scrive l’arcivescovo di Foggia-Bovino, mons. Vincenzo Pelvi, nel messaggio agli studenti in occasione dell’inizio dell’anno scolastico. “La speranza – aggiunge – non è la virtù dei forti, ma dei giovani che sono resi forti dalla fiducia in Dio”. Una delle loro caratteristiche è che “al colmo della paura, invece di paralizzarsi, si tuffano in un dinamismo che è come il volto giovane della speranza”. Così l’arcivescovo riconosce che “tutte le scelte di vita sono certamente esposte a rischi maggiori che in passato, ma usufruiscono anche di maggiori opportunità per manifestare esistenze originali e preziose”. Quindi, l’invito a “riprenderci il coraggio della speranza, perché si ossigeni di stupore e futuro l’esistenza”, ma anche ad allontanare “superficialità e diffidenza”, che “caratterizzano tante relazioni interpersonali, avventurandoci in una cultura dell’incontro, a volte carico di incognite”.