Volontari e ospiti insieme alle mostre d'arte. La bellezza per superare il disagio

Housing first. Mezza giornata in città insieme tra i quadri. Ospiti e operatori del progetto che offre un tetto a chi non ce l'ha in visita alle mostre per riprendere il coraggio uscire e stare tra la gente

Volontari e ospiti insieme alle mostre d'arte. La bellezza per superare il disagio

“Sono le piccole cose belle che fanno bella la nostra vita”, si cantava qualche anno fa allo Zecchino d’Oro. E cosa c’è di più piccolo, e di più bello, di prendersi mezza giornata, in compagnia di qualche amico, per visitare una mostra d’arte che si tiene in città, a pochi passi da casa? Per molti di noi è “una piccola cosa bella” quasi banale, scontata, dovuta. Per altre persone, che da anni si sentono ai margini della società, chiusi in sé stessi e addirittura timorosi di uscire per strada per non ritrovare sguardi di giudizio e di disprezzo, può rappresentare una vitale boccata d’ossigeno, aria pura e promessa di nuovi inizi.

È piccola, ma è meravigliosamente “bella” l’esperienza di alcune volontarie delle accoglienze cittadine di Caritas Padova. Appartamenti, qui e lì nelle parrocchie, che secondo la logica dell’housing first individuano soluzioni abitative per persone con gravi marginalità come punto di partenza di un lavoro ben più ampio. Sabato 12 gennaio alcuni volontari e sette ospiti di case a Pontevigodarzere, San Bellino, Santissima Trinità e Carmine sono andati a godersi la mostra degli impressionisti a Padova. Una giornata semplice, di bellezza e di relazione. E non è la prima volta.

«Abbiamo iniziato nei mesi scorsi con Van Gogh a Vicenza – racconta Sabrina Pietrobon, volontaria della foresteria nella parrocchia di San Bellino – uno degli ospiti, appassionato d’arte, ci ha spiegato i quadri e la loro storia. La scelta di andare a Vicenza era quella di uscire, trovarsi, vedere qualcosa di diverso. È stato molto bello: abbiamo girato per la città, tra la gente. In questa occasione abbiamo ricordato agli ospiti di curarsi, di farsi la barba: per loro è stata un’occasione per “rimettersi un po’ a posto”, ma allo stesso tempo vedere come, in mezzo alla gente, nessuno “li mangia”. Può dar loro coraggio per uscire dal piccolo mondo che si sono costruiti come forma di difesa».

Dopo Van Gogh, è seguita la visita alla mostra su Galileo a Padova, in Piazza Duomo. E poi, gli impressionisti. «Anche noi, spesso, di fronte alle varie situazioni, ci facciamo tanti problemi ancor prima di provare. Invece bisogna tentare, mettersi in gioco, condividere. La voglia di uscire cresce un po’ alla volta: se all’inizio queste persone hanno bisogno di essere accompagnate, poi trovano coraggio per tornare all’aria aperta da soli, verso quella normalità di un tempo».

Tra i quadri e la bellezza più pura di una giornata “diversa” anche gli operatori e i volontari imparano qualcosa, su sé stessi e sui loro ospiti: «Basta la volontà di fare un piccolo passo avanti per migliorare le situazioni. Metterci in gioco sulle cose piccole, come una mezza giornata in compagnia, può avere grandi effetti sulle persone».

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