2 giugno, chiesta l’istituzione del “Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta”

La richiesta di sei organizzazioni che, in occasione della Festa della Repubblica, attivano una petizione e si rivolgono a Senato e Camera per offrire un dialogo tra società civile e organi parlamentari. “Chiediamo quantomeno il riconoscimento della parità costituzionale tra difesa militare e difesa civile”

2 giugno, chiesta l’istituzione del “Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta”

È stata rilanciata oggi, con un momento pubblico online trasmesso sui canali social Youtube e Facebook, la Campagna “Un'altra Difesa è possibile” promossa da 6 organizzazioni (Interventi civili di Pace, CNESC -Conferenza nazionale enti di servizio civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Sbilanciamoci, Rete della Pace e ControllArmi) per chiedere l’istituzione di un “Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta”.

Questa nuova fase, che parte volutamente a ridosso del 2 giugno, Festa della Repubblica “che ripudia la guerra” – ha specificato Mao Valpiana, coordinatore della Campagna e presidente del Movimento Nonviolento - vuole aprire un'ulteriore interlocuzione con le istituzioni. Ci rivolgiamo a Senato e Camera per offrire un dialogo tra società civile e organi parlamentari sul tema attualissimo e decisivo della difesa della Patria. Abbiamo scelto di utilizzare lo strumento della Petizione, previsto dall'articolo 50 della Costituzione, per chiedere al Parlamento di legiferare per l'istituzione del Dipartimento, in una visione che metta insieme coerentemente gli art. 11 e 52 della Costituzione stessa".

In una lettera, inviata ai Presidenti onorevoli Fico e Casellati, si ricorda come “la Campagna (nata nel 2014 in occasione della ‘Arena di Pace e Disarmo’ di Verona) ha elaborato un progetto di Legge, che ha raccolto oltre 50.000 firme in tutta Italia venendo poi incardinata alla Camera durante la XVII Legislatura anche grazie ad un progetto di legge parlamentare controfirmato da 6 diversi gruppi. Il cambio di legislatura ha impedito una discussione nel merito del testo ed è per questo che è nostra intenzione ora riproporlo come base di dibattiti all'interno di questa nostra Petizione”.

Nel testo, firmato da Valpiana e dai referenti delle sei organizzazioni promotrici, Sergio Bassoli portavoce Rete della Pace, Enrico Maria Borrelli presidente FNSC, Giulio Marcon portavoce della Campagna Sbilanciamoci!, Licio Palazzini presidente CNESC, Martina Pignatti Morano referente Tavolo interventi civili di pace e Francesco Vignarca coordinatore Rete Italiana per il Disarmo), si ricorda come “l’emergenza sanitaria, e la conseguente crisi sociale ed economica, hanno messo in evidenza come una vera difesa della Patria si possa configurare solo come la salvaguardia della vita, dei diritti, delle aspirazioni positive di tutti i cittadini e delle comunità che la compongono. Una direzione contraria a quanto avvenuto negli ultimi anni, con una continua erosione di fondi per sanità, scuola, welfare, manutenzione e messa in sicurezza del territorio, erosione contemporanea ad una crescita della spesa militare per armi ed esercito”.

Da qui la richiesta dell’istituzione del Dipartimento “per avere uno strumento operativo ed efficace al fine di coordinare le varie forme di difesa civile non armata e nonviolenta: dal Servizio Civile Universale alla Protezione civile, dai Corpi civili di pace ad un Istituto di ricerca per la risoluzione nonviolenta dei conflitti”.

Oggi il bilancio del comparto della Difesa – aggiungono i promotori - è assorbito interamente dai costi della difesa militare armata, con tutto ciò che ne deriva a riguardo di nuovi sistema d'arma, strutture, esercizio ed anche con un impatto su import ed export militare. Noi chiediamo oggi quantomeno il riconoscimento della parità costituzionale tra difesa militare e difesa civile: pari dignità, pari legittimità. Senza chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, proponiamo una contrazione delle spese militari a vantaggio di maggiori finanziamenti per la difesa civile. La nostra proposta di Legge prevede, infatti, che ai cittadini contribuenti sia offerta l'opzione fiscale, con la possibilità di scegliere se destinare il proprio contributo al finanziamento del Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta”.

"Il 2 giugno è la festa della Repubblica – conclude Valpiana – concepita nell'urna referendaria, quindi con il più civile dei processi democratici. Queste sono le nostre radici. La Repubblica che ripudia la guerra ha bisogno della Difesa civile non armata e nonviolenta. Anche per questo sottoponiamo alle Presidenze di Camera e Senato e ai gruppi parlamentari la necessità di un dibattito parlamentare che possa portare ad un provvedimento legislativo in tale direzione, mettendo a disposizione come prima proposta il testo della Legge di iniziativa popolare da noi elaborato e che è stato già sostenuto da centinaia di organizzazioni della società civile oltre che da migliaia di cittadini”. (FSp)

Leggi il testo della petizione

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)