Agroalimentare on line, l’attenzione è d’obbligo. Il commercio su web dei prodotti alimentari è attentamente controllato

Accanto alle battaglie come quella dell’etichettatura chiara e completa, da tempo il nostro Paese pone una forte attenzione al controllo degli scambi agroalimentari su web.

Agroalimentare on line, l’attenzione è d’obbligo. Il commercio su web dei prodotti alimentari è attentamente controllato

Non è il dark web – quella parte oscura della Rete che nasconde molto spesso l’innominabile della natura umana -, ma la serie di siti internet che promettono prelibatezze agroalimentari magari a prezzi stracciati, quando non del tutto false, minaccia sempre e comunque il buon nome dell’agricoltura e dell’intera filiera alimentare nazionale. Il dato di fatto è chiaro: il giro d’affari determinato dal commercio on line  dell’agroalimentare italiano è ormai miliardario, e quello basato su falsi prodotti italiani o, per certi versi peggio, su prodotti nocivi alla salute non è da meno. E’ per questo che, accanto alle battaglie ormai quasi storiche come quella dell’etichettatura chiara e completa, da tempo il nostro Paese pone una forte attenzione al controllo degli scambi agroalimentari su web.  Anche con una serie di accordi con i colossi del web.

E’ il caso dell’intesa, appena rinnovata, tra il nostro governo e il gruppo Alibaba per promuovere le eccellenze agroalimentari del nostro Paese e combattere i falsi. L’accordo – dice una nota del ministero per le politiche agricole -, consolida la collaborazione esistente “confermandone il ruolo strategico nella promozione delle eccellenze agroalimentari di qualità certificata del nostro Paese e nella tutela dei consumatori e acquirenti online”. Al di là delle dichiarazioni, il meccamismo è piuttosto semplice (ed efficace). Attraverso l’Icqrf (l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari), ordini e prodotti sospetti (che violano o evocano indicazioni geografiche tutelate) possono infatti essere segnalati direttamente al sistema di protezione della proprietà intellettuale di Alibaba. Iniziata nel 2016, quella che viene definita come “alleanza” tra ministero e Alibaba ha condotto a circa 200 inserzioni di prodotti rimosse, sia nell’ambito dei marketplace B2B che B2C di Alibaba. Anzi di più, perché per individuare i falsi il governo ha costituito un gruppo operativo dell’Ispettorato repressione frodi che quotidianamente cerca i prodotti contraffatti e li segnala ad Alibaba. Entro 3 giorni le inserzioni illecite vengono rimosse e i venditori informati che stanno violando le indicazioni geografiche italiane. In questo modo, con il nuovo accordo, sono attualmente 41 le indicazioni geografiche italiane riconosciute e protette da Alibaba sulle proprie piattaforme di e-commerce.

E’ così che l’Italia si conferma come uno dei paesi più attenti alla salubrità e sanità alimentare. E c’è più di un motivo per non abbassare la guardia. per capire, basta ricordare alcuni dati evidenziati dai coltivatori diretti qualche settimana fa. Secondo Coldiretti, nel 2020 il commercio elettronico è cresciuto del 29,9%: una crescita che ha fatto aumentare il rischio di acquistare prodotti di bassa qualità o addirittura contraffatti, con rischi potenziali anche per la salute. Una possibilità dimostrata proprio da una delle ultime indagini del Icrqf. Solo nei quattro mesi della prima ondata dell’emergenza Covid-19 sono stati effettuati “ben 558 interventi per la rimozione di inserzioni irregolari di prodotti alimentari sui siti Alibaba, Amazon e Ebay”. Tra i prodotti più “a rischio inganno” ci sono alcuni dei migliori nomi dell’agroalimentare nazionale come l’olio di oliva extravergine che ha fatto registrare il 45% dei casi di irregolarità, ma non da meno sono i formaggi più prestigiosi come Parmigiano Reggiano e il Gorgonzola, e poi i salumi dalla Soppressata al Capocollo, dalla salsiccia alla pancetta di Calabria fino al prosciutto Toscano ed anche i vini a partire dal Prosecco (5%).Tutto senza dire della presenza di prodotti che scimmiottano quelli italiani senza averne alcune caratteristica. “Sul web – dice ancora Coldiretti -, tra le falsificazioni spiccano anche i cosiddetti kit per produrre formaggi e vini italiani: i cheesekit e i winekit”. Così, si può trovare il modo di produrre una mozzarella in mezz’ora oppure alcuni formaggi in due mesi. Il vino “in polvere”, è ormai quasi un prodotto storico del web. Ed è per questo che si moltiplicano anche i consigli per acquistare su web in modo sicuro. Ad iniziare dalla prima regola: leggere bene tutte le informazioni su produttore e caratteristiche di origine e qualità del prodotto. E nel dubbio: verificare meglio (e se è il caso, denunciare).

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Fonte: Sir