Caregiver familiari, il Notariato: in Italia sono 3 milioni ma senza tutela giuridica

Dalla riforma legittima alla modifica del "Dopo di noi" e del Codice civile: tre proposte per dare il dovuto riconoscimento a chi assiste un familiare non autosufficiente. La ministra Locatelli: "Serve un testo condiviso"

Caregiver familiari, il Notariato: in Italia sono 3 milioni ma senza tutela giuridica

Il Consiglio Nazionale del Notariato ha presentato oggi a Roma, in occasione del 56° Congresso Nazionale del Notariato durante la tavola rotonda dal titolo 'La persona fragile e il ruolo dei caregiver: nuovi strumenti per le famiglie vulnerabili', alcune proposte che puntano a dare il dovuto riconoscimento giuridico alla figura del caregiver, come previsto, fra l'altro, dalle Nazioni Unite, che hanno condannato nel mese di ottobre l'Italia perché non ha riconosciuto lo status sociale di queste figure e i loro diritti.

All'incontro hanno preso parte Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, Valentina Perniciaro, presidente della Fondazione Tetrabondi, Elena Sodano, presidente dell'Associazione Ra.Gi Onlus, Pietro Franzina, ordinario di diritto Internazionale- Università Cattolica del Sacro Cuore, Diego Barone, Consigliere Nazionale del Notariato e Nicola Russo, capo dipartimento per gli affari di giustizia del ministero della Giustizia.

In Italia, i caregiver familiari sono circa tre milioni ma l'ordinamento italiano non prevede alcuna tutela giuridica che possa offrire garanzie in materia di pensione assistenziale, indennità o malattia, né tanto meno assicurare una qualità della vita pari a chi non si occupa a tempo pieno di una persona con disabilità. Per il Comitato delle Nazioni Unite, la mancanza di sostegni finanziari e sociali alle famiglie delle persone con disabilità configura una violazione dei diritti umani.

Il Notariato, da anni attivo sul tema della tutela delle persone fragili, è pronto a dare il suo contributo attraverso una serie di proposte, per un cambio di passo che garantisca il giusto riconoscimento dei diritti e incida in modo concreto sulla qualità della vita dell'intero nucleo familiare.

Le proposte del Notariato

1. La modifica della normativa sul 'dopo di noi' per prevedere che un genitore possa disporre per testamento o compiere una donazione a favore di un figlio affetto da disabilità, senza che questo lascito o questa donazione possano essere impugnati da altri figli (con una apposita deroga, quindi, alla disciplina della c.d. 'legittima'). La riforma consentirebbe, nell'ambito dei rapporti familiari, di dare maggiore rilevanza alle esigenze di cura della persona rispetto alle esigenze di 'equilibrio' nel trattamento successorio dei legittimari.

2. La modifica al Codice Civile, in modo che i familiari di una persona con disabilità grave possano disporre per testamento in suo favore, prevedendo che alla sua morte i suoi beni siano destinati alle persone o agli enti che se ne sono presi cura. La riforma metterebbe al centro l'esigenza del soggetto disabile di avere un patrimonio proprio senza lasciare che, alla sua morte, quello stesso patrimonio si devolva a persone che potrebbero non avere avuto alcun rapporto di cura con lui. E, al contrario, 'premiando' coloro che questo rapporto avranno avuto.

3. Il riconoscimento giuridico della figura del caregiver. La qualifica di caregiver dovrebbe sempre essere riconosciuta da parte di un magistrato, ma una volta attribuita consentirebbe di trattare normativamente il caregiver in base a regole analoghe a quelle oggi previste per un amministratore di sostegno o ai genitori dei figli minorenni o ai tutori delle persone interdette.

Questa riforma avrebbe grande impatto soprattutto sulle famiglie con soggetti disabili minorenni: oggi, al compimento della maggiore età, i genitori perdono automaticamente la funzione di amministrazione e di rappresentanza legale del figlio, e quindi diventa necessario che uno di essi si faccia nominare amministratore di sostegno del figlio (con procedura piuttosto lenta e anche umiliante, che richiede esame della persona in udienza davanti al giudice e esibizione di documentazione medica; in certi casi anche di prove testimoniali circa la capacità della persona).

Con la riforma suggerita, si potrebbe conferire al genitore anche la qualifica di caregiver con abbinate funzioni analoghe a quelle che il genitore può esercitare in forza del rapporto di filiazione: il giorno del compimento del 18° anno di età del figlio, quel genitore potrebbe proseguire nell'esercizio delle stesse facoltà, non più in quanto genitore ma in quanto caregiver, senza bisogno di ulteriori procedure e senza soluzione di continuità. Prevedendo una alternativa rappresentata dalla nomina di un diverso amministratore di sostegno scelto dal giudice in presenza di gravi motivi.

La ministra Locatelli: "Testo condiviso per la tutela di fragili e caregiver"

Per tutelare i fragili e i caregiver bisogna innanzitutto "prendere in mano la norma che giace in Parlamento e cercare un testo che possa essere condiviso dalle associazioni, dalle famiglie e, perché no, anche con il contributo dell'ordine notarile e di tutte quelle categorie che possono accompagnare una norma tanto attesa che deve dare una risposta a questi nuclei, a queste famiglie che si sono sacrificate per la loro vita e, soprattutto negli ultimi anni, hanno fatto davvero fatica". Lo ha detto all'agenzia Dire il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, a margine della tavola rotonda.

"Per me- ha inoltre sottolineato- oggi è importante essere qui, perché quando parliamo di disabilità, quando parliamo di fragilità e di famiglie, credo sia importate esserci, in questo contesto come in tutti gli altri".

"Credo- ha concluso il ministro Locatelli- che chiunque se ne voglia occupare, e può fare qualcosa di utile, meriti la nostra attenzione, meriti l'attenzione politica e ci dobbiamo ragionare insieme. Quindi, è giusto esserci".

Di Marco (Notariato): "Dare un riconoscimento giuridico ai caregiver"

"La prima proposta che abbiamo avanzato sul terzo settore, in particolare per fragili e caregiver, è quella di dare un riconoscimento giuridico e normativo alla figura del caregiver, in particolare per quanto riguarda la possibilità di associare a questa qualifica anche alcune prerogative di carattere patrimoniale, prerogative che siano al tempo stesso dei poteri e dei doveri, al pari di quelli che un genitore esercita rispetto a un figlio minorenne o che un tutore, un amministratore di sostegno esercitano rispetto a una persona adulta con delle disabilità". Lo ha detto all'agenzia Dire il Consigliere Nazionale del Notariato, Carmelo Di Marco, a margine della tavola rotonda.

"Se questo succedesse- ha continuato- avrebbe un impatto in particolare sul compimento della maggiore età. Oggi, un soggetto minorenne con disabilità gravi vive la prospettiva della maggiore età come un grosso problema, perchè da quell'istante i suoi genitori non potranno più rappresentarlo, nè amministrare il suo patrimonio".

"La nostra idea- ha sottolineato Di Marco- è che la qualità di caregiver possa essere riconosciuta anche durante la minore età, in modo tale che al compimento del diciottesimo anno di età le stesse prerogative possano essere esercitate senza interruzione".

"È importante che il caregiver abbia un riconoscimento giuridico- ha tenuto a precisare il Consigliere Nazionale del Notariato- perchè questo riconoscimento segnerebbe il superamento dell'attuale prospettiva presa in considerazione dal legislatore. Oggi, tutte le misure che esistono hanno come destinatario la persona singola, il disabile, la persona affetta da disabilità o da fragilità, mentre il riconoscimento giuridico del caregiver significherebbe finalmente passare dalla prospettiva al singolare a una prospettiva al plurale, cioè al dare protezione non soltanto alla persona affetta da disabilità, ma a tutto il nucleo di persone, che potrebbe anche essere più ampio rispetto alla famiglia, che si prendono cura della persona".

"Molto spesso- ha poi affermato- le conseguenze della disabilità del singolo si riverberano a carico di chi gli sta a fianco, in termini di emarginazione, di perdita di reddito, di isolamento, di impoverimento, sia materiale che spirituale nella vita sociale. Quindi- ha concluso Di Marco- è molto importante che il caregiver venga protetto, tutelato e anche promosso socialmente insieme alla persona che lui assiste". (RS-DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)