Centri estivi, ecco le misure per la fascia 0-3

Un educatore ogni 5 bambini e mascherine solo sopra i 6 anni; sì all’utilizzo di nidi e scuole per l’infanzia, meglio se con uno spazio verde da sfruttare. Quanto ai parchi, si va solo accompagnati. Nel dpcm dell’11 giugno, per la prima volta, le linee guida per la partenza di servizi dedicati ai più piccoli

Centri estivi, ecco le misure per la fascia 0-3

I provvedimenti restrittivi della fase 1, imposti per garantire condizioni di sicurezza e di salute per la popolazione, hanno “inciso fortemente su quelle condizioni di ordinario benessere dei bambini e degli adolescenti che si legano strettamente ad alcuni diritti fondamentali, come quelli all’incontro sociale tra pari, al gioco e all’educazione”. Inizia così, con questa considerazione, l’allegato 8 del dpcm 11 giugno 2020. Il documento raccoglie le “Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini e adolescenti nella fase 2 dell’emergenza Covid-19”, redatte a partire dalle indicazioni fornite dalla Società italiana di pediatria, avendo a riferimento le linee di indirizzo elaborate dalla Regione Emilia-Romagna, le proposte dell’Anci e le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico. Per la prima volta dall’inizio della pandemia, queste linee si rivolgono anche alla fascia 0-3 della popolazione.

Il rischio zero non esiste

Due gli obiettivi alla base delle proposte: organizzare opportunità di gioco e socialità per i bambini e gli adolescenti da 0 a 17 anni e, contestualmente, contenere il rischio di contagio epidemiologico, con una sottolineatura importante: “Nel momento in cui si immagina una, seppur ridotta e controllata, interazione tra persone, non è infatti possibile azzerare completamente il rischio di contagio, il quale va governato e ridotto al minimo secondo precise linee guida e protocolli contenenti adeguate misure di sicurezza e di tutela della salute”.

Parchi e outdoor education

Specificamente per la fascia 0-3, il documento evidenzia la centralità della qualità della relazione interpersonale, in primis mediante il rapporto individuale tra l’adulto e il bambino. A questo proposito, le linee guida trattano due distinte tipologie di interesse. In particolare si riferiscono alla

riapertura regolamentata di parchi, giardini pubblici e aree gioco e alla “realizzazione di attività ludico-ricreative, educazione non formale e attività sperimentali di educazione all’aperto (outdoor education) per bambini e adolescenti di età 0-17 anni, con la presenza di operatori, educatori o animatori addetti alla loro conduzione, utilizzando le potenzialità di accoglienza di nidi e spazi per l’infanzia, scuole e di altri ambienti similari ed aree verdi”.

Attività ludico-ricreative, meglio nei nidi e all’aperto

Le strutture che l’allegato individua per ospitare le attività estive “sono naturalmente quelle generalmente utilizzate per l’attività scolastica o per i servizi educativi per l’infanzia”, meglio se con uno spazio verde a disposizione. Volendo è possibile anche utilizzare anche “altre sedi similari, a patto che le stesse offrano le medesime funzionalità necessarie, in termini di spazi per le attività all’interno e all’esterno, servizi igienici, spazi per servizi generali e per il supporto alla preparazione e distribuzione di pasti”. Individuati i luoghi, chi gestirà le attività? “I progetti potranno essere realizzati dagli enti interessati, dai soggetti gestori da questi individuati, nonché da organizzazioni ed enti del terzo settore”. I progetti devono essere circoscritti a sottofasce di età, per questo devono essere distinte fasce relative al nido ed alla scuola dell’infanzia (dai 0 ai 5 anni), alla scuola primaria (dai 6 agli 11 anni) ed alla scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni). Per quello che riguarda l’iscrizione, è il gestore a definirne tempi e modi. Nel caso di bambini che non hanno mai frequentato un nido o una scuola dell’infanzia, si possono prevedere attività in altri luoghi, “eventualmente riprendendo anche l’esempio dei micronidi o delle cosiddette tagesmutter”.

Un educatore ogni 5 bambini e mascherine sopra i 6 anni

Quanto al rapporto numerico tra il personale e i bambini, per la fascia 0-5 il documento consiglia il rapporto di un operatore, educatore o animatore ogni 5 bambini. Nel caso di attività con neonati o bambini in età 0-3 anni, il gestore deve prevedere protocolli precisi: gli operatori, educatori o animatori, non essendo sempre possibile garantire il distanziamento fisico dal bambino, possono utilizzare ulteriori dispositivi (es. guanti in nitrile e dispositivi per gli occhi, viso e mucose) oltre alla consueta mascherina chirurgica; qualora vengano utilizzati prodotti disinfettanti, “si raccomanda di fare seguire alla disinfezione anche la fase di risciacquo soprattutto per gli oggetti, come i giocattoli, che potrebbero essere portati in bocca dai bambini”. Infine, le mascherine, obbligatorie per tutte le persone con più di 6 anni. In generale, “le mascherine non dovrebbero essere utilizzate nel caso di bambini con meno di 3 anni di età, di persone con difficoltà respiratorie o in stato di momentanea incoscienza o di persone con disabilità tale da rendergli impossibile la rimozione della mascherina senza aiuto da parte di un’altra persona”.

Da prevedere anche un periodo di inserimento

Per i bambini in età 0-5 anni le linee guida prevedono un periodo di ambientamento accompagnato da un genitore (o da un adulto accompagnatore) da realizzarsi sempre in piccoli gruppi, suggerito anche per i bimbi che già hanno frequentano il nido o la scuola dell’infanzia, considerato che “escono da un periodo in cui sono rimasti a casa esclusivamente con i propri genitori o tutori”. È consigliato prevedere un operatore ogni 5 coppie di adulti e bambini. Stesso discorso anche per le attività che prevedono la costante presenza dei genitori o tutori insieme ai bambini in età 0-5 anni (es. corsi per neogenitori, corsi di massaggio infantile).

Al parco solo accompagnati

Per quanto riguarda parchi, guardini pubblici e aree gioco, l’accesso alla fascia 0-17 prevede l’obbligo di accompagnamento da parte di un genitore o di un altro adulto responsabile. L’accompagnatore deve “attuare modalità di accompagnamento diretto del bambino o dell’adolescente, con particolare riguardo ai bambini nei primi 3 anni di vita e ai soggetti con patologie di neuropsichiatria infantile (Npi), fragilità, cronicità”. In particolare, in caso di bambini da 0 a 3 anni l’accompagnatore deve utilizzare una carrozzina o un passeggino. Se il bambino è in grado di camminare, deve garantire il controllo diretto.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)