Firenze, dopo 6 anni madre e figlia ottengono la residenza. “Riaffermato un diritto incancellabile”

Sentenza della Corte d’Appello di Firenze. Mumolo (Avvocato di strada): “La residenza è un diritto ed il Comune non può impedire il suo riconoscimento; inoltre, un Comune non può obbligare chi richiede l’iscrizione anagrafica a svolgere un percorso con i servizi sociali per poterla ottenere; infine, la residenza è un diritto anche per coloro che occupano abusivamente un immobile“

Firenze, dopo 6 anni madre e figlia ottengono la residenza. “Riaffermato un diritto incancellabile”

“Ci sono voluti sei anni e numerose azioni legali, ma alla fine giustizia è stata fatta”. Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione nazionale Avvocato di strada, commenta così la sentenza della Corte d’Appello di Firenze che ha riconosciuto il diritto alla residenza anagrafica di una donna e sua figlia che vivevano in un immobile occupato.
“La nostra assistita - racconta Mumolo - ben sei anni fa aveva chiesto l’iscrizione anagrafica presso il Comune di Firenze. La residenza era indispensabile per poter avere accesso al sistema sanitario e per garantire a lei e a sua figlia una serie di diritti fondamentali. La richiesta non era stata accolta e quando la signora si è rivolta al nostro sportello legale per avere una tutela legale che fino a quel momento le era stata negata, ci siamo subito messi all’opera“.
“In un primo momento avevamo vinto un ricorso d’urgenza ex Art.700. Successivamente il Tribunale ci aveva dato torto e aveva condannato la nostra assistita al pagamento delle spese giudiziarie del Comune. A quel punto non era semplice decidere cosa fare – sottolinea il presidente Mumolo –, ma convinti delle nostre tesi abbiamo deciso di andare in appello, e finalmente è arrivata una vittoria piena”.
“Dopo una battaglia giudiziaria lunghissima, la Corte d’Appello di Firenze ha riconosciuto le ragioni della nostra assistita – spiega ancora Mumolo -, sulla base di alcuni principi che vogliamo sottolineare: la residenza è un diritto ed il Comune non può impedire o rallentare il suo riconoscimento; inoltre, un Comune non può obbligare chi richiede l’iscrizione anagrafica a svolgere un percorso con i servizi sociali per poterla ottenere; poi, la residenza, come stabilito dallo stesso Ministero dell’Interno, è un diritto anche per coloro che occupano abusivamente un immobile“.
“Ci dispiace constatare che ci sia voluto così tanto tempo per far rispettare un diritto che dovrebbe essere scontato. Quante persone al posto della signora si sarebbero scoraggiate e avrebbero mollato dopo tanti ostacoli e tante ingiustizie? Siamo però felicissimi di questa vittoria, che ci auguriamo potrà servire a tante persone in difficoltà e farà da monito per quei Comuni che in maniera illegittima continuano a negare un diritto incancellabile. Firenze – conclude Mumolo – da oggi ha due cittadine in più, e questa è una buona notizia per tutti”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)