Gli studenti raccontano se stessi attraverso i podcast

Sport, amore, musica, cinema sono solo alcuni dei temi affrontati dagli studenti di Teggiano (Salerno). Perché ci sono anche la dislessia, l’anoressia, la malattia, tra gli argomenti trattati. Il prof D'Arienzo: “Il ruolo dell’insegnante è anche quello di accompagnare i ragazzi quando decidono di fare scelte impegnative”

Gli studenti raccontano se stessi attraverso i podcast

Storie di rinascita dopo la malattia, di diversità e scoperta del sé, di difficoltà che si trasformano in un punto di forza. A Teggiano, in provincia di Salerno, il polo liceale Pomponio Leto ha scelto di trattare le molte problematiche con cui gli adolescenti si confrontano ogni giorno attraverso lo strumento della web radio “Leto on air” e dei podcast realizzati dagli stessi studenti. Uno strumento agile che permette alle ragazze e ai ragazzi della scuola di raccontarsi e di riflettere sulle questioni che li riguardano più da vicino come l’amore, il cinema, la musica, lo sport, il rapporto con la scuola, ma anche le tossicodipendenze, la violenza contro le donne, la disabilità. “La nostra scuola è stata sempre molto attenta agli aspetti psicologici e alle necessità degli studenti – spiega Andrea D’Arienzo, professore di lettere dell’istituto e musicista per passione, che insieme ai docenti Francesco Cicale e Carmine Del Regno ha messo le proprie competenze tecniche e organizzative a disposizione dei ragazzi –. Così nell’anno scolastico 2021-2022 abbiamo attivato un progetto di web radio, pubblicato su varie piattaforme tra cui Spotify. Un paio di ragazze hanno scelto di raccontare le loro storie di vita e in entrambi i casi hanno sottolineato l’importanza degli amici e della scuola nel riuscire ad affrontare le proprie difficoltà. Non è stata una decisione semplice per loro, il ruolo dell’insegnante è anche quello di accompagnare i ragazzi quando decidono di fare scelte impegnative”.

Così, sulla piattaforma Spotify, è possibile ascoltare la storia di Delia, una ragazza di 17 anni, che abita in un piccolo paese del Vallo di Diano. Delia è solare, odia le ingiustizie e dice sempre quello che pensa, anche a rischio di risultare impopolare. “Ma non è stato sempre così, all’età di sette anni inizia a non volere andare più a scuola: inventava scuse su scuse, pur di saltarla”, scopriamo attraverso il podcast. I genitori non comprendono il motivo del suo comportamento, non sanno che la maestra d’italiano un giorno l’ha ridicolizzata dinanzi a tutta la classe, facendola passare come la bambina che non ha voglia di fare nulla. Con l’aiuto di uno psicologo Delia riesce finalmente a comprendere le ragioni della sua difficoltà: è dislessica. La maestra però non le crede e la bambina si convince di essere affetta da una malattia incurabile, trascinandosi la sua sofferenza fino alle scuole medie. Teme il giudizio dei compagni e vive nella paura che i professori rivelino loro della sua dislessia, fino a che, giunta alla fine della terza media, sceglie di frequentare il liceo delle scienze umane per avere l’opportunità di studiare proprio quella dislessia che l’affligge tanto. Anche qui, però, ha problemi con gli insegnanti, ma quando finalmente incontra dei docenti che riescono a metterla a suo agio capisce che la dislessia non è una malattia, bensì una caratteristica individuale. “È così che Delia è diventata la ragazza che noi tutti conosciamo – conclude il podcast –. Il messaggio che vogliamo trasmettere è di non avere paura delle proprie imperfezioni, perché proprio queste ci rendono perfette ed uniche”.

Anche Asia ha 17 anni e da tre si confronta con l’anoressia. Tutto è cominciato nel 2019 quando, grazie all’attività fisica, Asia comincia a dimagrire. I complimenti degli altri la gratificano, “tuttavia un mal riposto senso di soddisfazione personale la indusse a dimagrire ulteriormente, iniziando a eliminare alcune tipologie di alimenti, come i cibi grassi e calorici”, ci fa sapere il podcast. Asia comincia a contare le calorie in maniera maniacale, senza accorgersi che dentro di lei sta nascendo un’ossessione. Quando ingerisce più cibo di quello che ha deciso di concedersi cade nel baratro dell’ansia, non riesce a vedere oltre il proprio corpo e si allena fino allo sfinimento. Lei però non percepisce alcun problema, fino a che sua madre non decide di passare al contrattacco, inducendola ad andare da una psicologa e da una nutrizionista. Solo quando ammetterà di avere un problema, Asia riuscirà a riprendere in mano la sua vita. “Ma non è stato sempre tutto facile, perché il mostro dell’anoressia l’ha reindotta in diverse ricadute: a ogni caduta, però, Asia ha avuto la forza di rialzarsi, soprattutto grazie all’aiuto dei suoi genitori e dei suoi amici, che hanno sempre creduto in lei e l’hanno sempre apprezzata”.

Tra le storie raccontate dai podcast, realizzati al Pomponio Leto vi è anche quella di Lolita D’Arienzo, insegnante di danza colpita dalla Sla. “Oggi che preso coscienza di ciò che questa malattia veramente comporta – spiega Lolita – posso affermare, anche se può sembrare alquanto insolito, che la Sla è diventata la compagna di questa nuova dimensione di vita. Grazie ad essa, ho riscoperto alcuni valori che precedentemente avevo accantonato, presa com’ero a vivere divisa tra il lavoro e la famiglia. Solo ora mi sono accorta che esiste un mondo fatto di volontariato e di solidarietà, e stranamente mi sono riconciliata con la fede che tuttora esula dai paradigmi che la chiesa detta”. Un podcast precedente racconta l’incontro di Lolita con la Sla e le difficoltà familiari seguite alla diagnosi. Difficoltà che però non le hanno fatto perdere l’amore per l’esistenza, che ancora oggi esprime attraverso la poesia: “Amo la vita perché i suoi colori, scanditi dall’amore, sono incisi nel suo cuore. Amo la vita con i suoi alti e bassi, i suoi colori smaglianti, scintille che illuminano la paura del non senso, ritemprano la mia vita”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)