Guerra in Ucraina, l'aiuto ai rifugiati nelle questioni finanziarie

XVV Congresso Acri. In fuga, senza più casa e con denaro senza valore: il settore bancario locale europeo prova a dare sostegno ai rifugiati ucraini. A livello globale preoccupano le conseguenze economiche del conflitto: "Aiuti a famiglie e imprese, ma servono investimenti produttivi"

Guerra in Ucraina, l'aiuto ai rifugiati nelle questioni finanziarie

L'apertura di conti correnti per i rifugiati, la sospensione degli addebiti sulle transazioni in Ucraina e Moldova, il cambio di banconote con la fornitura di euro in cambio della valuta ucraina, la Grivnia, ma anche iniziative sul campo come l'invio di autobus ai confini ucraini per il trasporto di chi fugge dalla guerra. Sono alcuni degli interventi attuati dopo lo scoppio della guerra in Ucraina dal settore bancario europeo locale riunito nell'Esbg (European Savings and Retail Banking Group), che supporta le casse di risparmio in 18 paesi europei riunendo 885 banche di tutto il continente (presenti in oltre 47 mila filiali sul territorio, forniscono servizi bancari a 162 milioni di cittadini). A parlare dell'impegno per l'Ucraina, nel corso del XXV Congresso Acri che si è chiuso questa mattina a Cagliari, è stato il direttore di Esbg, Peter Simon.  "Pieni di disperazione, tristezza e costernazione - ha detto - milioni di ucraini hanno dovuto lasciare le loro case, di fronte all’incertezza su cosa aspettarsi nelle loro destinazioni, per lo più paesi dell’Ue. Queste persone hanno dovuto lasciare la loro intera esistenza alle spalle per sfuggire all’invasione russa del loro paese d’origine, lasciandole con denaro senza valore, senza casa e senza prospettiva. Molti dei nostri membri sono riusciti ad attuare la sospensione dell’addebito sulle transazioni in Ucraina e Moldova in un breve periodo di tempo; la cassa di risparmio austriaca ha scambiato la valuta grivnia in euro; le casse di risparmio tedesche hanno aperto più di 50.000 conti bancari per i rifugiati e hanno avviato un’iniziativa con lo scopo di trovare rapidamente una casa temporanea nelle famiglie private dei loro clienti. Il nostro membro spagnolo Caixa ha inviato autobus al confine polacco e ucraino per salvare diverse centinaia di donne e bambini in fuga dalla guerra, e continuano a inviare altri autobus". L'organizzazione - è stato sottolineato - è in contatto con la Commissione Europea e con la Banca centrale europea per affrontare "sul campo" l'afflusso di rifugiati, per fornire ad essi pieno sostegno per le questioni finanziarie che affrontano in queste settimane e affronteranno in futuro.

Gli effetti economici della guerra

Un quadro economico preoccupante è stato illustrato da Luigi Federico Signorini, direttore generale di Banca d'Italia, con le difficoltà seguite allo scoppio della guerra, a partire dall'inasprimento dei rincari delle materie prime e dalle difficoltà di approvigionamento, che nei dati ha condotto ad un Pil invariato nel primo trimestre e ad una inflazione che in marzo si pone al 7,5% su dodici mesi, il valore più elevato dall'avvio dell'unione monetaria. Signorini ha espresso l'opinione che, di fronte ai provvedimenti del governo per rispondere all'aumento dei prezzi sulle fonti energetiche con azioni per contenere gl stessi, nel medio periodo sia però opportuno, piuttosto che agire sui prezzi, sostenere invece i redditi delle famiglie e delle imprese più direttamente colpite, in un'ottica di contenimento delle disuguaglianze. Un appello ad agire presto è stato lanciato da Antonio Patuelli, presidente di Abi: "La guerra tocca le industrie e il tessuto industriale, che con la pandemia aveva retto bene. Le imprese hanno problemi derivanti dall'aumento dei costi dell'energia di fronte ai quali non ci possiamo rassegnare ai sussidi, che non sono una politica strategica. E' giusto recuperare le scelte non fatte per decenni e muoversi per differenziare le forniture di gas. C'è anche - ha ribadito - il problema degli approvigionamenti alle imprese, che non ha più possibilità di importare dall'Ucraina e dalla Russia le argille, i metalli, il legno e tanti elementi tecnologici come i semiconduttori, ma se si fermano le industrie, i problemi sono di tutti perché si crea un circuito vizioso che colpisce l'economia complessiva, l'occupazione, il gettito erariale e anche le banche. Non possiamo rassegnarci - ha detto - e dobbiamo reagire in modo costruttivo, come la delibera Ue sulle deroghe agli aiuti di Stato ha fatto". "Attendiamo politiche industriali e non sussidi, con interventi strutturali come incentivi fiscali per promuovere l'investimento del risparmio (e non certamente nuove tassazioni di carattere patrimoniale): il risparmio degli italiani - ha detto - ammonta a 2000 miliardi di euro ed è importante che venga investito in termini produttivi e non finanziari".

Le disuguaglianze a livello globale

La riflessione pù ampia sul superamento della disuguaglianze, tema intorno a cui ruota il congresso delle fondazioni e delle casse di risparmio, ha rimarcato che la situazione globale sulla terra presenta un evidente squilibrio nella distribuzione della ricchezza, con una tendenza ulteriormente in aumento: "Oggi - ha detto ancora il direttore di Esbg, Peter Simon - l’1% della popolazione mondiale possiede il 38% della ricchezza totale, mentre il 50% della popolazione possiede meno del 2%,in quella che è la più alta disuguaglianza di reddito che il mondo abbia mai registrato. Il database globale sulla mobilità intergenerazionale della Banca mondiale rivela che nelle società in cui le opportunità sono distribuite in modo diseguale, la disuguaglianza di reddito esercita un maggiore freno alla crescita. Queste cifre sono più che spaventose e mostrano chiaramente che, da una prospettiva globale, la strada verso l’uguaglianza davanti a noi è ancora molto lunga e piena di ostacoli". Secondo Simon combattere gli impatti negativi delle crisi che si susseguono non è sufficiente: "Per andare avanti sulle nostre strade verso l’uguaglianza, dobbiamo combattere il problema generale alla radice e una delle radici della disuguaglianza è l’alfabetizzazione finanziaria" (uno studio condotto dall’Università di Almería nell’ottobre 2021 certifica che le conoscenze finanziarie possono ridurre la disuguaglianza di reddito, e secondo Standard & Poor’s solo un adulto su tre oggi ha un’alfabetizzazione finanziarie. 

Il ruolo delle casse di risparmio

E spazio anche alla specificità delle casse di risparmio. Il vicepresidente Acri Gerard Brandstatter, presidente della Cassa di risparmio di Bolzano, ha così sottolineato il ruolo delle banche regionali: "Le casse di risparmio sono sul territorio, noi tocchiamo la realtà delle aree non metropolitane, viviamo la prossimità alle comunità locali e alla gente. Abbiamo agito - ha precisato - contro i venti contrari di chi non ha voluto capire, e ha tentato di scalfire, l'autonomia delle fondazioni che per fortuna sono associazioni di diritto privato autonome. Le casse di risparmio sono banche territoriali e sono una ricchezza inestimabile per i territori regionali di riferimento, per la loro vicinanza alle comunità locali. Il dettato istituzionale dello sviluppo e dell'incentivazione economica locale noi lo viviamo e attuiamo da sempre nei territori, anche non metropolitani, fornendo servizi e prodotti accessibili a tutti: senza di noi tante comunita rurali sarebbero tagliate fuori. Resta per noi fondamentale la filiale fisica: è onere delle banche regionali infatti seguire le generazioni più giovani con investimenti in digitale ma anche quelle generazioni mature che hanno bisogno della consulenza fidelizzata e quindi della filiale. Le casse di risparmio - e ne sono rimaste meno di 10 in Italia - hanno bisogno di più considerazione e di maggior rispetto da parte del legislatore bancario europeo: così - ha concluso Brandstatter - potremo continuare la nostra missione".

Stefano Caredda

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)