La filiera della vita. La produzione alimentare è stata riscoperta per quello che è in realtà: la fonte di sostentamento per tutti

Con 538 miliardi di valore la filiera agroalimentare è diventata la prima ricchezza del Paese.

La filiera della vita. La produzione alimentare è stata riscoperta per quello che è in realtà: la fonte di sostentamento per tutti

L’agroalimentare è la “filiera della vita”.  Lo si è capito di più e meglio nei mesi scorsi, quando, le fabbriche chiuse, costretti in casa, milioni di persone hanno beneficiato delle produzioni agricole più di prima. Ma l’agroalimentare è anche tra le principali filiere economiche del Paese. Destino curioso, quello delle produzioni alimentari nazionali, per molto tempo bistrattate e trascurate, poi quasi relegate nel cantuccio delle curiosità bucoliche, e, adesso, assunte a rappresentanti dell’italianità migliore nel mondo. Di fatto, la filiera della produzione di cibo in Italia vale davvero miliardi ed è davvero un punto irrinunciabile per il sostentamento di tutti noi.

Ad indicare il vero cuore della produzione e della trasformazione agricola, ci ha pensato qualche giorno fa Teresa Bellanova, ministra delle politiche agricole, intervenendo a Cibus Forum 2020. Certo, la rappresentante del governo ha parlato vestendo i panni della politica e delle istituzioni, ma quanto detto va colto seriamente: “Progettare la trasformazione e il rilancio dell’intero sistema è la grande sfida che abbiamo davanti”. Obiettivo doveroso, verso il quale si deve andare partendo da quanto accaduto nelle settimane: è stata l’agricoltura, infatti, a fornire ai cittadini – ha sottolineato Bellanova -, la produzione e gli approvvigionamenti di cibo nel corso del lock-down. La stessa poi ha continuato: “A molti sfuggiva la centralità di questo settore che viene spesso dato per scontato. Con la pandemia abbiamo scoperto che questa è la filiera della vita. Ora è nostro compito condurre questa filiera nel futuro”.

Impresa non da poco, che però assume un significato economico preciso dato da un numero: con 538 miliardi di valore la filiera agroalimentare è diventata la prima ricchezza del Paese. L’indicazione è arrivata proprio in occasione di Cibus Forum da parte di Coldiretti che ha precisato non solo come il settore sia stato di fatto quasi l’unico a resistere ai colpi della pandemia, ma come i campi e le stalle d’Italia si portino dietro un patrimonio irripetibile e irrinunciabile di sapienza produttiva e attenzione all’ambiente oltre che rappresentare un modello economico e sociale che molti ci invidiano. “Quella agroalimentare – hanno precisato i coltivatori diretti -, è una realtà allargata dai campi agli scaffali che garantisce 3,8 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil grazie all’attività, tra gli altri, di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”.

Eppure, anche per questa filiera – riscoperta e valorizzata per quello che in effetti è -, questi mesi non sono stati facili. Oltre alla restrizioni comunque imposte da Covid-19, vi sono state le bizze del clima ma anche quelle dei mercati. E, sei campi sono stati messi in difficoltà dal maltempo e dalla carenza di manodopera, le industrie non sono andate meglio. Eppure, “l’industria alimentare, dopo essersi rivelata fondamentale nel periodo strettamente legato all’emergenza, può ancora fare da traino economico e tornare ai livelli precrisi velocemente”, ha dichiarato a questo proposito Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare, sempre a Cibus, che ha aggiunto: “Questa sua forza, però, non deve essere scambiata per uno stato di benessere. Il 2020 è l’anno nero anche per il food&beverage”.

In altre parole, alla valorizzazione dell’agroalimentare devono fare seguito adesso interventi importanti da parte tutti gli attori di un sistema che è complesso ma sempre più indispensabile per il Paese. Davvero, tutti devono comprendere che l’agroalimentare è la “filiera della vita”. Si tratta di una nuova sfida dopo quella, non ancora del tutto superata, della pandemia.

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Fonte: Sir