Milano, la brigata della solidarietà Lena-Modotti rischia lo sgombero

Durante l'emergenza Covid-19 ha distribuito a Milano pacchi alimentari e pasti a centinai di famiglie. Ma ora deve lasciare la sede di via Edolo occupata nel 2018. In una lettera aperta la rivendicazione dell'importante ruolo svolto finora: “Siamo sicure che sgomberare un magazzino alimentare ad agosto del 2020 sia la priorità?”

Milano, la brigata della solidarietà Lena-Modotti rischia lo sgombero

Durante l'emergenza Covid-19 hanno distribuito pacchi alimentari e pasti a centinaia di famiglie ogni settimana. Ora però la Brigata Lena-Modotti e il centro sociale Lambretta rischiano lo sgombero. La loro sede, una palazzina in via Edolo 10 a Milano, proprietà di una famiglia di imprenditori, l'hanno infatti occupata nel 2018 dopo essere stati sgomberati negli anni precedenti da altri stabili occupati. “Ciò che troviamo incredibile è che in un momento come questo, con l'estate alle porte, una pandemia in corso e una crisi sociale incombente, lo sgombero del Lambretta sia una priorità per qualcuno”, scrivono in una lettera aperta in cui sottolineano che sono “disponibili al dialogo” con la proprietà e le istituzioni.

Chi ci ha seguito in questi mesi conosce il ruolo che abbiamo giocato mentre la crisi sanitaria più grave dell’ultimo secolo colpiva la nostra città -aggiungono nella lettera-. Siamo state tra le prime a organizzarci, a uscire nelle strade a marzo quando c’erano solo le ambulanze in giro. Negli anni abbiamo fornito tutto il supporto possibile alle battaglie per l'ambiente, per l'uguaglianza di genere, per la solidarietà internazionale, per una città più inclusiva che non lasci nessuna e nessuno indietro. In questo momento continuiamo a dare beni di prima necessità a centinaia di famiglie ogni settimana, grazie al magazzino di Via Edolo 10. Abbiamo le forze e la disponibilità per farlo almeno fino a dicembre. Se il Lambretta venisse sgomberato, tutto questo finirebbe”.

Siamo sicure che sgomberare un magazzino alimentare ad agosto del 2020 sia la priorità? Di chi? Di un privato forse, ma il pubblico? Riesce a giocare ancora un ruolo o non conta niente? Oppure dobbiamo pensare che chi ci disse 'quando non servirete più vi butteranno via' stesse parlando con cognizione di causa? Se nessuna possibilità di confronto dovesse essere presa in considerazione il segnale sarebbe chiaro: a speculatori di vario calibro tutto è concesso e non solo non si muove un dito per fermarli ma si coprono loro le spalle. Finchè in nome della speculazione vale anche sgomberare la solidarietà, noi ci faremo trovare pronte quando verrete a bussare alla nostra porta.

Se dopo 8 anni di occupazioni in città, di creazione di percorsi, di solidarietà locale e internazionale, di denuncia della Milano delle mafie e dei poteri forti, pensate di poterci fermare... una risata vi seppellirà”. (dp)

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)