Nazionale Cantanti in Terra Santa: “trasferta di solidarietà” 20 anni dopo la Partita del cuore per la Pace
Dal 28 al 31 ottobre, la Nazionale italiana cantanti sarà in Terra Santa per una visita di solidarietà. Un legame, quello tra la Nazionale cantanti e la Terra Santa, che affonda le radici nella storica partita del Cuore per la Pace (25 maggio 2000), giocata all’Olimpico di Roma contro una squadra mista formata da israeliani e palestinesi davanti ai Premi Nobel per la pace (1994) Yasser Arafat e Shimon Peres. Di questo viaggio e dei suoi significati ne abbiamo parlato con Paolo Belli, presidente della Nazionale
La Nazionale italiana cantanti per la Terra Santa. A quasi venti anni dalla storica partita del Cuore per la Pace (25 maggio 2000) – giocata all’Olimpico di Roma contro una squadra mista formata da israeliani e palestinesi davanti ai Premi Nobel per la pace (1994) Yasser Arafat e Shimon Peres – la nazionale italiana cantanti sarà di nuovo in campo, ma questa volta “in trasferta”, a Betlemme, stadio Al Khader, dove il 30 ottobre giocherà contro una selezione di artisti palestinesi.
La partita, spiega al Sir Paolo Belli, presidente della squadra, “è solo il culmine di un viaggio che come Nazionale cantanti faremo in Terra Santa dal 28 al 31 ottobre per sostenere e promuovere progetti di solidarietà e di integrazione. L’impegno della Nazionale per il dialogo fra israeliani e palestinesi continua nel tempo”. Del viaggio faranno parte, afferma Marco Conte, team manager della squadra, molti artisti, tra i quali, oltre a Belli e Marcoré, “Niccolò Fabi, Riccardo Fogli, Paolo Vallesi, Briga e tanti altri”. “Non porteremo solo palloni o denaro ma anche e sopratutto il nostro abbraccio. Andremo in Terra Santa per dire a chi incontreremo che noi ci siamo”.
Viaggio benedetto. Un viaggio “benedetto” da Papa Francesco che il 16 ottobre, dopo l’udienza, ha salutato una delegazione della Nazionale formata, tra gli altri, dallo stesso Belli e da Neri Marcoré. Denso il programma della trasferta, resa possibile grazie allo sponsor tecnico della Nazionale, “Givova” e alla Fondazione Geronimo Stilton (www.geronimostiltonfondazione.com) fondata dalla scrittrice Elisabetta Dami che parteciperà al viaggio. Lunedì, all’arrivo, la squadra sarà a Jaffa presso il Centro “Peres for Peace” dove alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Israele, Gianluigi Benedetti, donerà un contributo a favore di “Saving Children” progetto umanitario che permette a bambini palestinesi malati di essere curati negli ospedali israeliani. In serata a Gerusalemme il saluto con l’Amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, mons. Pier Battista Pizzaballa. Il giorno seguente la squadra farà visita alla Terra Santa School, gestita dai padri francescani della Custodia e frequentata da alunni cristiani e musulmani. Al direttore padre Ibrahim Faltas verrà consegnato un aiuto per il progetto di educazione alla pace denominato “Bambini senza Confini”. Particolarmente significativa la tappa allo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Israele, e alla tomba di Shimon Peres. Mercoledì 30 la nazionale sarà a Betlemme dove visiterà la basilica della Natività, incontrerà i bambini della Scuola Santa Maria Ausiliatrice, visitandone gli impianti sportivi, e sarà ricevuta dal sindaco Anton Salman. Alle 18 l’attesa partita di calcio. Finale, il 31 ottobre, con l’incontro con gli studenti ipovedenti della Scuola “Helen Keller” di Beit Hanina e l’omaggio alla Tomba del presidente Yasser Arafat, presso la sede della Muqata a Ramallah, prima del rientro in Italia.
Un legame di 20 anni. “È la prima volta che mi reco in Terra Santa – dice Belli – e sono molto emozionato. Credo che sarà una grande lezione di vita che rafforzerà ulteriormente il legame che la Nazionale ha con la Terra Santa che dura oramai da quasi 20 anni”. Solidarietà che supera tempo, confini e frontiere. Paolo Belli ci tiene a ribadirlo: “con tutti gli artisti della Nazionale vogliamo ravvivare il desiderio di pace che si sprigionò quel 25 maggio del 2000 all’Olimpico e che non si è mai estinto. Andare in Terra Santa per noi è un modo concreto e fattivo di continuare a credere nella pace e nella integrazione”. Ma non basta: “compiere un viaggio di solidarietà in Terra Santa – aggiunge l’artista – credo sia anche un messaggio che va in controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo in quell’area tormentata del mondo”. È un modo per “portare un abbraccio a chi in quelle terre vive sulla propria pelle la sofferenza dei conflitti, in particolare i bambini, tutti, senza nessuna distinzione”. Abbracciare bambini palestinesi e israeliani è come abbracciare i loro coetanei di tutto il Medio Oriente percorso da crisi, tensioni e conflitti. Belli e tutti i suoi colleghi e amici della Nazionale Cantanti ne sono consapevoli: “I bambini non hanno colpe per quanto avviene”.
“Hanno bisogno di sentieri di pace, strade che, se sono ricche di abbracci, di ascolto, di fratellanza, di comprensione e di gioco, saranno più facili da percorrere. La musica e il calcio sono due strumenti privilegiati per suscitare belle emozioni e per dare aiuto”. I giorni in Terra Santa e momenti come la visita allo Yad Vashem saranno, negli auspici di Belli, anche “uno stimolo per comprenderne la storia e per ribadire i valori che come Nazionale portiamo avanti: pace, rispetto, accoglienza, fratellanza, integrazione”.
“Divisioni e muri vanno contro il bene dell’uomo”.
Cosa vogliamo riportarci da questa visita? Belli non ha dubbi: “i volti e la gioia di tanti bambini che incontreremo in questi giorni. Il nostro viaggio ha un filo rosso: i bambini, palestinesi, israeliani, ebrei, musulmani, cristiani”. E ancora: “la Terra Santa, come tutto il Medio Oriente, è terra di grandi sonorità. Questa ricchezza spero saprà toccarci come artisti e magari, chissà, regalarci ispirazione per qualche brano. Anche la musica è condivisione e strumento di pace”.