Proposta dei pensionati Cisl Lombardia: creare strutture per la quarantena di badanti e colf

Il 70% dei lavoratori domestici sono stranieri e il 60% di loro vive con la persona che assiste. Dopo le ferie nei Paese d'origine non sanno dove passare la quarantena. “Le famiglie non possono farnese carico”, afferma Emilio Didoné, segretario regionale di Fnp-Cisl

Proposta dei pensionati Cisl Lombardia: creare strutture per la quarantena di badanti e colf

Strutture per la quarantena di colf e badanti rientrati dai Paesi d'origine: è quanto chiede Emilio Didoné, segretario generale dei pensionati della Cisl Lombradia. “Le famiglie lombarde non possono farsi carico anche di prevenzione, controllo sanitario e periodo di quarantena di badanti, collaboratori domestici e colf". In Lombardia gli assistenti familiari regolarmente assunti sono circa 73 mila (dati Inps 2018) mentre gli irregolari stimati circa 110 mila. Il 70% dei lavoratori domestici sono stranieri, con una netta prevalenza (6 su 10) di provenienza dell’Est Europa. Il 60 per cento di questi ultimi lavora come badante, e spesso convive con gli anziani e i malati di cui si prende cura. “Questione molto delicata, da non sottovalutare, perché rischia di esporre una parte di popolazione, particolarmente più fragile per età e/o condizioni di salute, al Covid19”.

Il segretario della Fnp-Cisl è preoccupato perché molti di questi lavoratori stanno rientrando dai Paesi d'origine in cui hanno passato le vacanze. Occorre quindi stabilire protocolli e individuare alberghi o case in cui badanti e colf possano passare il loro periodo di quarantena, visto che spesso convivono con la persona che assistono. I costi della quarantena, sottolinea Fnp-Cisl, non possono essere a carico delle famiglie. “Non si può continuare a caricare responsabilità e spese sulle famiglie lombarde; è una questione molto delicata su cui alcune Regioni hanno già cominciato a muoversi purtroppo, come sempre, in ordine sparso. Per questo, la Fnp- Cisl Lombardia chiede anche che vengano adottate linee guida chiare non solo in regione Lombardia ma su tutto il territorio nazionale, perché il rientro di badanti, collaboratori domestici e colf presso le famiglie necessita di una procedura precisa che salvaguardi la salute, sia del lavoratore che della persona assistita”. Ogni famiglia, secondo il sindacato, spende già circa 17 mila euro all'anno per pagare badanti o colf: “L’ammontare complessivo di questo welfare casalingo arriverebbe a circa 3,1 miliardi di euro anno. In Lombardia i dati parlano di 367 mila persone over 65 anni con limitazioni funzionali che necessitano di cura e assistenza domiciliare, pari al 3,66 per cento della popolazione totale lombarda”.

“Occorre indicare chiaramente le responsabilità in capo al servizio sanitario, al lavoratore e alla famiglia -aggiunge Didoné-. Un nostro particolare invito a tutte le famiglie è di fare attenzione alle situazioni di irregolarità dei rapporti di lavoro che vanno regolarizzati per la sicurezza degli anziani assistiti, loro famiglie e collaboratori domestici utilizzando anche le opportunità di regolarizzazione che il Governo ha messo in campo”. (dp)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)