Riconoscimento Lis, “la formazione degli interpreti sia affidata alle università”

Dopo l’approvazione del disegno di legge che riconosce la lingua dei segni italiana, si pone il tema di come garantire agli interpreti Lis una formazione di alta qualità. Branchini, prof di Lis alla Ca’ Foscari: “I professionisti devono studiare nelle università, dove viene garantita una formazione che si basa sulla ricerca, con alti standard”

Riconoscimento Lis, “la formazione degli interpreti sia affidata alle università”

“L’approvazione del disegno di legge che riconosce la lingua dei segni (Lis) e la lingua dei segni tattile (List) è un’occasione storica per garantire un servizio di qualità per le persone sorde. Per questo, è necessario che la formazione degli interpreti venga affidata alle università, al pari della formazione degli altri professionisti e interpreti delle lingue vocali”. Non ha dubbi Chiara Branchini, professoressa di lingua dei segni italiana alla Università Ca’ Foscari di Venezia e curatrice insieme a Lara Mantovan della prima grammatica della lingua dei segni italiana. L’articolo 34-ter del disegno di legge di conversione del cosiddetto Decreto Sostegni finalmente stabilisce le “Misure per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e l'inclusione delle persone con disabilità uditiva”: un’occasione per mettere anche ordine in una materia che prima non era regolata.

“È un momento atteso da molto tempo, sollecitato sin dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 13 dicembre 2006 – spiega Branchini –. Abbiamo finalmente la possibilità per far sì che gli interpreti Lis ricevano una formazione di alta qualità: è per questo che devono studiare nelle università, dove viene garantita una formazione che si basa sulla ricerca, con standard di un certo livello. Così prevede la Risoluzione del Parlamento europeo del 23 novembre 2016, e così chiede anche Anios, la principale associazione di interpreti Lis”. Finora, infatti, la formazione degli interpreti Lis è stata delegata ad associazioni private. “Siamo fiduciosi che le cose possano cambiare: il disegno di legge già contiene una raccomandazione che la formazione sia appannaggio delle università. Speriamo che questa disposizione sia contenuta nella legge quadro che sarà emanata entro 90 giorni”.

Erano anni che la comunità Sorda chiedeva il riconoscimento della Lis e della Lis tattile: per questo era nato LisSubito!, un movimento apartitico, organizzato dal basso, che ha visto protagonisti i sordi nell’esprimere l’esigenza di accessibilità alla partecipazione sociale. Il mancato riconoscimento della Lis comportava infatti che alla comunità sorda non venissero riconosciuti una serie di diritti fondamentali: innanzitutto l’apprendimento delle persone sorde non era sostenuto a scuola da professionisti competenti e un bambino sordo non aveva le stesse possibilità di un bambino udente. Inoltre durante il periodo dell’infanzia veniva violato il diritto all’acquisizione linguistica nella norma, nonché il diritto alla partecipazione sociale, visto che in tanti eventi non era garantito l’interprete.

Nel frattempo, però, la comunità accademica nazionale aveva anticipato i tempi, non solo per garantire pari diritti agli studenti sordi, ma anche per la promozione scientifica e didattica della Lis: l’Università Ca’ Foscari lavora da vent’anni su questi temi, inserendo la Lis come lingua di specializzazione e formando oltre 800 studenti alla triennale e quasi 300 alla magistrale, inclusi studenti sordi e studenti figli di sordi. Quest’anno inoltre è stato costituito il Centro interuniversitario “Cognizione, linguaggio e sordità”, che comprende, oltre alla Ca’ Foscari, le Università di Catania, Milano-Bicocca, Palermo e Trento, per promuovere formazione e ricerca sulla Lis e sulla sordità, mettendo in comune competenze scientifiche interdisciplinari.

Le università erano già pronte prima del Parlamento – conclude Branchini –. In tanti anni si sono alternati molti governi, ma nessuno era riuscito a portare avanti il riconoscimento della Lis. Questo traguardo, raggiunto dagli altri Stati europei già da tempo e ora finalmente anche dall’Italia, segnerà il futuro dell’intera comunità Sorda italiana e delle persone udenti al loro fianco”.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)