Tiziana Civitani dei Ladri di carrozzelle: “Sono rock anima e corpo"

Da cinque anni solista della storica band Ladri di carrozzelle, la Rossa (così la chiamano) spazia dal pop al metal con disinvoltura. La cosa che odia di più è la commiserazione degli altri e di sé dice: “Dolce io? Proprio zero”

Tiziana Civitani dei Ladri di carrozzelle: “Sono rock anima e corpo"

Fin da bambina ha scoperto che cantare significava “emozionare e dialogare in un modo diverso con le persone”. Sua madre, che ha sempre creduto nelle sue capacità artistiche (“è la mia prima fan”), le faceva prendere lezioni di canto in quel di Guidonia Montecelio, paese a Nord Est della Capitale, dove vivono insieme. “Ha una bella voce, me l’ha trasmessa”, racconta la 37enne Tiziana Civitani, da cinque anni solista della storica band Ladri di carrozzelle, ospite fissa del programma O anche no, dal 2020 in onda su Rai 2 il venerdì sera dopo mezzanotte e in replica la domenica alle 9.10. Le puntate delle due stagioni, realizzate in collaborazione con Rai per il sociale e centrate su una visione inclusiva della disabilità, sono disponibili su Rai Play. “Facciamo cover e pezzi nostri, sempre rigorosamente dal vivo; ho imparato a spaziare dal pop al metal. Ho duettato con molti artisti, Arisa mi ha detto: ‘Non hai bisogno di troppi consigli’ e mi ha fatto molto piacere”, riassume “la Rossa”: così viene soprannominata per il colore acceso dei suoi capelli. “L’ho scelto perché è aggressivo: rispecchia la mia personalità determinata, senza sfumature. La disabilità porta le persone a dire: ‘Che carina, poverina, che peccato’. Invece, vedendo la mia immagine, la smettono. Dolce io? Proprio zero”. E Tiziana è rock non solo nel look: fin dalla nascita convive con la tetraplegia, esito “dell’asfissia durante il parto. Un errore medico: sarebbe bastato un cesareo per evitarlo. Ma non mi sono mai autocommiserata: l’autoironia mi salva”.

Quando è cominciata la passione per la musica?
Papà suonava la tastiera da autodidatta (era elettricista), mamma cantava per hobby, come mia sorella, mentre mio fratello scrive poesie. Ma io, sembrerà comico, volevo fare la ballerina: mi appoggiavo con le braccia ai piedi del letto e facevo mosse che potevano somigliare a un balletto. Finché un giorno mio fratello portò a casa una tastiera in cui inserivo il dischetto per fare il karaoke: quasi giocando, ho scoperto di avere una bella voce e a 12-13 anni ho capito che era più semplice cantare che ballare. Poi ho cominciato a studiare per sviluppare questo talento.

È anche ritrattista: come ha avuto inizio questa seconda passione?
Sempre da adolescente: la propensione per l’arte me l’ha trasmessa mio padre, che dipingeva quadri. Io disegnavo, guardavo una cosa e la ritraevo. Volevo fare il liceo artistico, ma ho dovuto rinunciare per le barriere architettoniche: troppe scale, niente ascensore. Così ho dovuto scegliere di frequentare ragioneria, perché la scuola era accessibile e vicina a casa, anche se io e la matematica siamo due mondi opposti. Però fino a qualche anno fa ho continuato a realizzare ritratti, anche su commissione, in particolare di bambini: il volto delle persone dice tanto. Altra passione: gli studi in psicologia all’università, che a un certo punto ho abbandonato perché non riuscivo a seguire le lezioni e andare a fare gli esami, non avevo l’accompagnatore.

La disabilità ha ostacolato i suoi sogni artistici?
Purtroppo sì, soprattutto per problemi logistici di spostamenti e di organizzazione. Non navigo nell’oro, non posso permettermi un autista personale. Adesso mi aiutano i Ladri di carrozzelle, vengono a prendermi a casa per i nostri impegni comuni e mi riaccompagnano; a volte lo fa mia sorella, che ora deve seguire anche mia madre, affetta da una malattia rara. Mio fratello ha tre figli, vive a Roma e non riesce a supportarmi in questo. L’assistenza domiciliare mi viene garantita per due ore al giorno, dal lunedì al sabato.

Come ha avuto inizio la collaborazione con i Ladri di carrozzelle?
La prima volta li ho incontrati quando avevo 22 anni, ho fatto il provino ma poi ho dovuto lasciare per problemi di salute e di spostamenti. Poi sono tornata nel 2016, stabilmente: la band è la mia seconda famiglia. Nel frattempo mi sono esibita qualche volta da solista, nel coro parrocchiale e a feste scolastiche, a qualche serata con gli amici, in alcuni matrimoni. Avevo anche fondato un gruppo e mi ero fidanzata con il bassista, ma quando la nostra storia è finita si è sfasciato tutto. Purtroppo per me la musica non è fonte di sostentamento, ma una soddisfazione personale, un motivo di riscatto: sotto il palco vengo guardata come una persona con disabilità, invece quando salgo e inizio a cantare lo sguardo e la percezione degli altri cambiano, lo vedo e lo sento dal calore degli applausi, quindi ridiscendo da artista. Purtroppo il gruppo musicale formato da persone con disabilità non viene preso sul serio a priori, spesso è chiamato per eventi di beneficenza e in parrocchia perché le aspettative dei committenti sono molto basse, mentre abbiamo la nostra professionalità e quando ci esibiamo ci dicono: “Ah, ma allora suonate davvero”. Non pensano più: “Poverini, cosa possono fare?”. A causa dei preconcetti e della svalutazione a priori, la nostra è sempre una doppia fatica: chi investe su un perdente in apparenza?

Però con i Ladri ha potuto esibirsi anche su palchi importanti.
Ero arrivata da pochi mesi quando abbiamo aperto la serata finale del Festival di Sanremo 2017, ma allora facevo solo da corista ed è stato un bene: non ero pronta. Dopo pochi mesi c’è stato il concerto del Primo maggio in piazza San Giovanni a Roma, esperienza che si è ripetuta nell’anno seguente. E il 18 maggio 2018 eravamo a Bruxelles, al Parlamento europeo. Ci siamo esibiti anche in Croazia e Svizzera, fino al viaggio in Uganda a novembre 2019, invitati dall’Ambasciata italiana: il mio primo volo intercontinentale in aereo. Il mio sogno è un tour mondiale, pandemia permettendo.

Dopo tanti anni, ha ancora l’adrenalina prima di ogni esibizione?
L’ansia da prestazione è fondamentale: l’emozione serve per mantenere alta l’attenzione.

(L’intervista è tratta dal numero di giugno di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)

Sono disponibili su Amazon Music e altre piattaforme digitali Conserva anno 2020 e Conserva anno 2021, raccolte delle cover e dei brani eseguiti durante il programma O anche no dai Ladri di carrozzelle, band nata nel 1989 che oggi coinvolge persone con diverse disabilità. In tutti i pezzi Tiziana Civitani è la voce solista.

Laura Badaracchi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)