Ulteriori effetti nocivi della cannabis. Chi fuma cannabis tutti i giorni mostra una probabilità più alta di attacchi di cuore e ictus

Un recente studio mette in evidenza come l’uso costante di questa sostanza risulti anche fattore di aumento - e in modo non trascurabile - della frequenza di ictus e infarti

Ulteriori effetti nocivi della cannabis. Chi fuma cannabis tutti i giorni mostra una probabilità più alta di attacchi di cuore e ictus

Che il consumo di cannabis, soprattutto se massiccio e protratto nel tempo, possa essere causa di danni cerebrali e disturbi psicotici è un ormai un dato scientifico acquisito. Ora, però, un recente studio mette in evidenza come l’uso costante di questa sostanza risulti anche fattore di aumento – e in modo non trascurabile – della frequenza di ictus e infarti.
La ricerca, finanziata dal National Heart, Lung, and Blood Institute di Bethesda, nel Maryland (Usa) e coordinata da Abra M. Jeffers, analista di dati del Massachusetts General Hospital in Boston e già ricercatore del Center for Tobacco Control Research and Education dell’Università della California di San Francisco, consiste in uno studio osservazionale (che si limita, cioè, ad osservare il fenomeno, senza indagare le dinamiche di causa-effetto) condotto su 435.000 adulti statunitensi; si tratta di uno dei più vasti studi di questo tipo che, finora, hanno rilevato una chiara relazione tra consumo di marijuana ed eventi cardiovascolari.
Più in generale, ormai da tanti anni siamo tutti consapevoli del fatto che fumare sigarette rappresenti un fattore di rischio importante per le malattie cardiache. Ebbene, secondo gli autori di questa nuova ricerca, anche la cannabis dovrebbe essere annoverata tra le possibili cause, ancora sottostimate, di disturbi cardiovascolari, con un rischio incrementale notevole quando il suo consumo è frequente.
Chi fuma cannabis tutti i giorni, infatti, mostra una probabilità più alta del 25% di attacchi di cuore e un rischio maggiore del 42% di ictus rispetto alla frequenza di questi eventi in chi non fa uso di cannabis. Ma anche un uso meno frequente risulta comunque collegato a un rischio più alto di eventi cardiovascolari rispetto al non-uso. I consumatori settimanali, ad esempio, hanno mostrato un rischio più alto del 3% di attacchi di cuore, e uno più alto del 5% di ictus.
Più in dettaglio, gli studiosi che hanno realizzato la ricerca hanno indagato l’associazione tra consumo di cannabis in varie forme (fumata, vaporizzata, mangiata attraverso prodotti edibili) ed effetti sulla salute cardio-vascolare, in quasi 435.000 adulti tra i 18 e i 74 anni, tra il 2016 e il 2020. “Il nostro campione – spiega Abra Jeffers – è stato abbastanza ampio da permetterci di indagare l’associazione tra uso di cannabis ed eventi cardiovascolari tra adulti che non avevano mai fumato sigarette o e-cig”.
In pratica, i risultati osservati si sono mantenuti stabili anche dopo aver escluso gli effetti di altri possibili fattori di rischio cardiovascolare, come appunto l’uso di tabacco o sigarette elettroniche, il consumo di alcol, un elevato indice di massa corporea, il diabete di “tipo 2” o una scarsa attività fisica. “Il nostro studio – aggiunge Jeffers – dimostra che fumare cannabis comporta rischi cardiovascolari significativi, così come fumare tabacco. Ciò è particolarmente importante perché l’uso di cannabis è in aumento, mentre quello di tabacco convenzionale sta diminuendo”.
Trattandosi di uno studio osservazionale, questa ricerca, non è stata progettata per esplorare i motivi di questa associazione. Tuttavia, gli scienziati hanno avanzato diverse possibili spiegazioni. “Sappiamo – continua Jeffers – che quando si brucia la cannabis vengono rilasciate tossine simili a quelle trovate nel fumo di tabacco”. Ma c’è un altro importante fattore da considerare: i recettori endocannabinoidi – ovvero le parti delle cellule che riconoscono il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), principale ingrediente psicoattivo della cannabis – si trovano in gran numero anche nei tessuti cardiovascolari.
“La percezione della pericolosità della cannabis sta calando – avverte lo studioso – e le persone non l’hanno finora considerata pericolosa per la salute. Tuttavia, anche passate ricerche hanno suggerito che possa essere associata a malattie cardiovascolari. Inoltre, fumare cannabis – il metodo predominante di utilizzo – potrebbe comportare rischi aggiuntivi per via del particolato inalato”.
In base alle evidenze scientifiche, dunque, c’è una ragione in più per considerare l’uso di cannabis, soprattutto se costante e massiccio, una abitudine seriamente dannosa per l’organismo.

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Fonte: Sir