Venezia78: su il sipario della Mostra del Cinema con Pedro Almodóvar, Roberto Benigni e la madrina Serena Rossi

Finalmente Venezia! Giunta alla sua 78a edizione, la Mostra del cinema della Biennale di Venezia alza il sipario in maniera scintillante, nonostante soffi ancora forte la minaccia del Covid-19. È però la prima Mostra al tempo del vaccino e del Green Pass, e questo dovrebbe rendere tutto più facile. Al via dunque da oggi mercoledì 1° settembre la competizione che porterà al Leone d’oro, assegnato sabato 11, dalla giuria internazionale presieduta dal regista sudcoreano Bong Joon Ho; accanto a lui, tra i giurati, ci sono la vincitrice di Venezia77 Chloé Zhao (“Nomadland”) e l’autore italiano Saverio Costanzo. Ventuno sono le opere in Concorso, tra cui ben cinque italiane: “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, “Qui rido io” di Mario Martone, “Il buco” di Michelangelo Frammartino, “Freaks Out” di Gabriele Mainetti e “America Latina” di Damiano e Fabio D’Innocenzo.

Venezia78: su il sipario della Mostra del Cinema con Pedro Almodóvar, Roberto Benigni e la madrina Serena Rossi

Finalmente Venezia! Giunta alla sua 78a edizione, la Mostra del cinema della Biennale di Venezia alza il sipario in maniera scintillante, nonostante soffi ancora forte la minaccia del Covid-19. È però la prima Mostra al tempo del vaccino e del Green Pass, e questo dovrebbe rendere tutto più facile. Al via dunque da oggi mercoledì 1° settembre la competizione che porterà al Leone d’oro, assegnato sabato 11, dalla giuria internazionale presieduta dal regista sudcoreano Bong Joon Ho; accanto a lui, tra i giurati, ci sono la vincitrice di Venezia77 Chloé Zhao (“Nomadland”) e l’autore italiano Saverio Costanzo.

Ventuno sono le opere in Concorso, tra cui ben cinque italiane:

“È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, “Qui rido io” di Mario Martone, “Il buco” di Michelangelo Frammartino, “Freaks Out” di Gabriele Mainetti e “America Latina” di Damiano e Fabio D’Innocenzo.

Sul tappeto rosso Almodóvar e Benigni
La prima giornata al Lido si apre celebrando due grandi nomi del cinema europeo: lo spagnolo Pedro Almodóvar, che ha il compito di inaugurare ufficialmente il Festival con il suo “Madres Paralelas”, interpretato dalla sua musa Penélope Cruz, e l’italiano Roberto Benigni, insignito del Leone d’oro alla carriera.

Il regista, attore e sceneggiatore toscano, vincitore di tre premi Oscar nel 1999 per “La vita è bella”, ha dichiarato: “Il mio cuore è colmo di gioia e gratitudine. È un onore immenso ricevere un così alto riconoscimento verso il mio lavoro”.

Il direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera, ha motivato così la scelta del riconoscimento a Benigni: “Sin dai suoi esordi, avvenuti all’insegna di una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni,Roberto Benigni si è imposto nel panorama dello spettacolo italiano come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali.

Pochi artisti hanno saputo come lui fondere la sua comicità esplosiva, spesso accompagnata da una satira dissacrante, a mirabili doti d’interprete nonché di avvincente e raffinato esegeta letterario”.
A fare gli onori di casa, insieme al presidente della Biennale Roberto Cicutto e al direttore Barbera, è l’attrice Serena Rossi, madrina della rassegna, cui spetta il consueto discorso di apertura e chiusura della Mostra.

Tris d’assi con Sorrentino, Campion e Larraín
Partenza con il botto. Nei primissimi giorni della Mostra in gara troviamo anzitutto la regista neozelandese Jane Campion, indimenticata autrice del bellissimo “Lezioni di piano” (1993). L’autrice, che manca da Venezia dal 1999, dirige “The Power of the Dog” dal romanzo di Thomas Savage, dove è protagonista un intenso Benedict Cumberbatch.

Ancora, a essere svelata subito al pubblico è la nuova scommessa creativa di Paolo Sorrentino, geniale autore incoronato dall’Oscar nel 2014 per “La grande bellezza”.

Al Lido presenta il documentario “È stata la mano di Dio”, personale rilettura della Napoli anni ’80 al tempo del campione Diego Armando Maradona.

Il film è targato Netflix.

E sempre nei primissimi giorni è previsto “Spencer” di Pablo Larraín con Kristen Stewart, racconto ravvicinato sulla figura di Diana Spencer, Lady D, risalente ai giorni in cui la donna, ancora sposata con il principe Carlo, medita la separazione durante le feste di Natale nella residenza reale di Sandringham. Il regista cileno, autore del riuscito ritratto di Jacqueline Kennedy nel film “Jackie” con Natalie Portman, potrebbe regalare così alla Stewart oltre che un premio pesante anche l’ingresso verso una piena maturità artistica.

La curiosità è “Dune”
Inutile dirlo,

in testa alle attese di addetti ai lavori e pubblico c’è il film di fantascienza “Dune”.

E venerdì 3 settembre c’è il suo sbarco a Venezia78, fuori concorso, con gli attori Timothée Chalamet, Oscar Isaac, Zendaya e Rebecca Ferguson. A dirigere il remake del film cult del 1984 targato David Lynch, dal romanzo di Frank Herbert, è un autore solido e visionario, il canadese Denis Villeneuve, che ha messo a segno titoli riusciti come “Sicario” (2015), “Arrival” (2016) e “Blade Runner 2049” (2017).
Subito in apertura di Festival viene svelata anche la miniserie evento Hbo “Scenes from a Marriage” di Hagai Levi, con protagonisti Jessica Chastain e Oscar Isaac. Si tratta di una rilettura-omaggio del classico di Ingmar Bergman “Scene da un matrimonio” (1973). La miniserie verrà poi trasmessa da Sky e dalla piattaforma Now a fine settembre.

Il punto Cnvf-Sir in Mostra

Come di consueto a raccontare i film del Concorso di Venezia78 e i principali appuntamenti al Lido sarà il punto critico quotidiano Cnvf-Sir,

della Commissione nazionale valutazione film Cei e dell’Agenzia stampa Sir.

Nei giorni della Mostra verrà dato conto anche dell’attività della giuria del premio cattolico internazionale Signis (già Ocic), il più antico dei riconoscimenti collaterali del Festival di Venezia.

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Fonte: Sir