Per la squadra azzurra ricco bottino agli Europei paralimpici di nuoto

Ben 74 le medaglie europee aggiudicate dall'energica squadra azzurra di nuotatori paralimpici a Dublino. Tra loro anche il padovano Francesco Bettella dell'asd Civitas vitae sport education e Antonio Fantin, tesserato con l'Aspea Padova.

Per la squadra azzurra ricco bottino agli Europei paralimpici di nuoto

L’Italia del nuoto paralimpico ha sbancato il medagliere ai campionati europei in Irlanda conclusi da pochi giorni.

La squadra azzurra in vasca a Dublino ha conquistato ben 74 podi, grazie a 24 dei suoi 28 atleti e, oltre ogni più rosea aspettativa, più che raddoppiando le vittorie del precedente mondiale di Funchal del 2016.

Tra i nuotatori paralimpici, numerose le presenze (e le vittorie) venete, come quella dell’ingegnere padovano Francesco Bettella, tesserato dell’associazione sportiva Civitas vitae sport education (in seno alla fondazione Oic), che si è aggiudicato un difficilissimo bronzo nei 50 metri dorso (categoria S2) in competizione «con atleti ben più avvantaggiati rispetto a lui», come precisa l’estense Federica Fornasiero, tra i cinque allenatori della squadra paralimpica, che continua a emozionarsi ripensando alla determinazione di Bettella in acqua e alla velocità con cui è riuscito a superare nuotatori tecnicamente più facilitati. E poi, il diciassettenne Antonio Fantin dell’Aspea Padova che ha sbaragliato tutti con i suoi quattro ori e i due argenti, aggiudicandosi pure due record mondiali nei 100 metri e nei 50 stile libero per la categoria S5.
Ma quel è il segreto di questa squadra che va sempre più forte in acqua? Come non ricordare i recenti mondiali in Messico dello scorso dicembre, quando il bottino azzurro fu di 38 medaglie (20 ori, 10 argenti e 8 bronzi). «Il merito è di tutti – a dirlo sempre Federica Fornasiero – ma soprattutto del nostro Ct Riccardo Vernole che da anni svolge un lavoro capillare sui territori per coinvolgere e motivare le associazioni di sport per disabili». Con i ragazzi, poi, ha un mantra inconfondibile: «Tutti possono fare e raggiungere qualcosa dal più alto al più basso dei livelli, perché abbiamo bisogno di tutti. La comunicazione è al centro di questo operare, ma anche il grande lavoro di reclutamento di nuovi e giovani atleti, perché spesso succede che alcuni ragazzi con disabilità non sappiano delle possibilità offerte dalla Federazione nazionale di nuoto paralimpico e che continuino a gareggiare con i normodotati, acuendo le loro frustrazioni. Quando, invece, entrano dentro al mondo Finp e vedono arrivare i risultati, è incredibile l’iniezione di autostima ed energia che ne traggono».
Dopo qualche giorno di riposo, la squadra paralimpica è già pronta per i prossimi traguardi: dal 1° ottobre cominceranno le qualificazioni per le paralimpiadi di Tokyo 2020 e, a cavallo tra luglio e agosto 2019, si volerà in Malesia per i mondiali dove «forse, avremo qualche chance in più – conclude l’allenatrice – perché gli avversari più temuti continueranno a essere gli europei, ma avendoli già affrontati...».

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