Dalle poesie di un bimbo vinto dalla malattia, l'impegno per la vita

Vent’anni dopo – grazie a un articolo della Difesa del Popolo – l’incontro tra la mamma di Marco e la pediatra che spinta dalle poesie di un bimbo mai incontrato ha dedicato forze e impegno alla sensibilizzazione per la donazione del cordone ombelicale.

Dalle poesie di un bimbo vinto dalla malattia, l'impegno per la vita

Si sono incontrati proprio ieri, venerdì 16 marzo, la mamma di Marco Compagno, un bimbo morto nel 1996 di leucemia e Loredana Vido, medico pediatra. Il loro primo e unico incontro risale a 21 anni fa, in un corridoio d’ospedale: fugace ma determinante.

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La mamma di Marco sente la dottoressa parlare di donazione di cordone ombelicale, si avvicina e lascia tra le mani di Loredana Vido le poesie del figlio, mancato mesi prima, con poche parole: «Se tutti donassero il cordone ombelicale forse il mio bambino si sarebbe salvato. Tenga, prenda questo».

Da quel giorno la vita di Loredana Vido cambia… lascia qualsiasi dubbio e si impegna strenuamente per la donazione del cordone ombelicale.

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In quelle poesie la Vido ha trovato forza ed energia, ma le è sempre rimasto il desiderio di poter ridare a quella mamma gli scritti originali e così preziosi del suo bambino.

Ora, vent’anni dopo quel primo anonimo incontro, la sua storia raccolta sulle pagine della Difesa del Popolo da Daniele Mont d'Arpizio (clicca qui per leggere l'articolo) ha permesso alle due donne di ritrovarsi e raccontarsi.

Una storia di umanità e di impegno che coglie l’occasione per riportare l’attenzione sull’importanza della donazione “sicura” del cordone ombelicale per la cura di molte patologie.

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