Da Tramonte a Praglia: è il Sentiero della sobrietà
L'iniziativa della commissione interdiocesana Nuovi stili di vita intende far riflettere sul surplus che contraddistingue le vite e le abitazioni di molti in questo periodo storico. Sobrietà da scoprire con una facile scampagnata sui colli Euganei, che non significa rinuncia a tutto, bensì liberazione dal troppo che rischia di soffocare.

È abitudine di molti padovani nelle giornate di sole della bella stagione concedersi una distensiva passeggiata sui Colli. Immersi nel silenzio e godendo dei profumi e dei colori delle pendici euganee risvegliate dall’inverno, è facile rilassarsi e ricaricarsi di buone energie.
A questa sana pratica si sono collegati i membri della commissione interdiocesana Nuovi stili di vita con il loro responsabile padre Adriano Sella, per proporre un’aggiunta “di valore” alla camminata in solitaria o in compagnia. Si tratta del Sentiero della sobrietà, un percorso in venti tappe che si snoda da Tramonte (Teolo) a Praglia.
«Il sentiero ha inizio subito dopo il capitello posto salendo verso la chiesa di San Giorgio di Tramonte e prevede venti soste, segnalate da cartelli che riportano parole, messaggi, slogan, foto sul tema della sobrietà e della sua importanza per l’equilibrio e il benessere delle persone e del pianeta», spiega padre Sella.
Realizzato in collaborazione con la parrocchia di Tramonte, il percorso, «da compiere in lentezza per fruirne al meglio», come raccomandato dai promotori, termina in bellezza giungendo sino all’antica abbazia benedettina di Praglia, e ha lo scopo di stimolare la riflessione sul tema della sobrietà, per un nuovo e più umano modo di gestire la propria vita in relazione con il creato e le altre creature.
«Sobrietà non è privazione ma liberazione da tutto il superfluo, per riscoprire l’essenziale» è uno dei messaggi che si incontrano nelle fermate connotate come “angoli-pensatoi”. Sottolineano gli organizzatori: «Il sentiero è stato ideato per aiutare a recuperare il valore della lentezza, unito a quello della condivisione: il nostro desiderio è che i passanti si fermino a meditare sui messaggi dei pannelli e poi continuino nel loro camminare insieme, magari condividendo il significato di ciò che hanno letto nei pannelli».
Un cammino, in pratica, che vuole giovare alla salute del corpo, della coscienza e delle relazioni. «Non possiamo più continuare a vivere con gli attuali ritmi, che non sono umani; dobbiamo rallentare – aggiunge padre Sella – La lentezza deve diventare una virtù. Anche per recuperare la sobrietà felice, un valore liberante: ci permette di alleggerirci del superfluo e di vivere una vita piena, bella e di qualità».
Il Sentiero della sobrietà rimarrà visitabile sino al 15 luglio.