Un anno di centro d'ascolto in vicariato, e presto si raddoppia

Il centro d’ascolto Caritas del vicariato di Conselve ha ormai un anno di vita. Inaugurato a maggio 2013 rappresenta per il territorio e per la comunità civile e religiosa un punto di riferimento ormai imprescindibile nell’individuazione, e nell’accompagnamento delle situazioni di povertà. Che sono sempre più numerose, anche tra la popolazione italiana.

Un anno di centro d'ascolto in vicariato, e presto si raddoppia

Sede del centro è la parrocchia di Anguillara, dove si garantiscono due aperture settimanali: il martedì pomeriggio dalle 18 alle 20 e il giovedì dalle 9.30 alle 12.
«Finora – racconta Francesco Longato, referente vicariale Caritas e coordinatore del centro – le persone che si sono presentate per chiedere aiuto sono state 180, con una media di circa diciotto al mese. La maggioranza sono donne: 110 (70 gli uomini) di cui 37 italiane e 73 straniere. Aspetto emblematico della crisi è che tanti italiani arrivano al centro di ascolto. Il 39 per cento degli utenti proviene dal Marocco; il 36 dall’Italia, ed è originario del nostro territorio. Il rimanente 26 per cento è composto da nigeriani e rumeni. In tutti i casi tocchiamo con mano problemi di vera e propria sopravvivenza, sia legati alla mancanza di lavoro che al degrado di particolari situazioni familiari».

Sposati, tra i 30 e i 60 anni, la metà disoccupati
Entrando nello specifico di coloro che si sono presentati in Caritas nel corso dell’anno, si constata una presenza prevalente di persone sposate con figli e di età compresa tra i 31 e i 60 anni. Con oltre un utente su due che risulta disoccupato. «Come centro d’ascolto abbiamo affrontato circa 400 problematiche, considerando che una stessa persona può presentare un’istanza di aiuto per problemi diversi. In linea di massima, ci si rivolge al centro per il pagamento delle bollette, che può essere tuttavia solo l’indicatore più immediato di un disagio più profondo, legato ad esempio a un reddito eccessivamente basso per poter mantenere se stessi e la propria famiglia».

Presto un secondo sportello a Tribano
E viste le richieste in aumento, la prospettiva è aprire un nuovo sportello settimanale a Tribano, dove presteranno servizio i 25 volontari che a coppie ogni settimana già si turnano nell’ascolto e che hanno avviato un rapporto di confronto e progettualità comune con tutti gli assistenti sociali e gli assessori. Per alcune famiglie in difficoltà, inoltre, è stata anche individuata una figura intermedia di tutor, individuata dalle Caritas parrocchiali, che accompagna ed è di supporto nelle problematiche quotidiane che possono essere sbrigate con più agio e risparmio se affrontate con attenzione. «Ci sta a cuore – sottolinea Longato – mostrare il volto di una chiesa attenta alla missione che Cristo ha dato, cioè donare amore a ogni persona che si incontra. Carità è sapere ascoltare chi bussa alle nostre porte, siano di casa della canonica o della chiesa, e aiutarle a recuperare la loro dignità».

La storia di Pierantonio, volontario non vedente
Pierantonio Magnarello, 46 anni, è uno dei 25 volontari del centro di ascolto. Non vedente da dieci anni, ha scelto di mettere a disposizione il proprio tempo per gli altri, e oltre al lavoro di inserimento dati degli utenti nel portale diocesano del progetto Oscar (Osservatorio Caritas) fa anche servizio di ascolto.
«All’inizio ero un po’ perplesso – racconta – ma ho deciso di mettermi comunque in gioco. Pensavo che la mia situazione fisica fosse di ostacolo... e invece no! Non sempre le persone si accorgono che non ci vedo, ma è un aspetto che devo svelare, prima o dopo. E alle volte è anche divertente. Il fatto che anche l’operatore che hanno di fronte ha dei problemi, le predispone ad aprirsi. Questo servizio mi ha rafforzato nella convinzione che le esperienze vanno sempre condivise, positive o negative che siano. Spero di trasmettere ai nostri utenti, forte della mia situazione, l’idea che non ci si deve abbattere di fronte a situazioni pesanti o difficili, ma provare sempre a darsi da fare. Trovando la via giusta si può risalire la china, lentamente forse, ma la si risale di sicuro».

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