A Valsanzibio c'è un viaggio spirituale, tra arte e natura

Mercoledì 3 giugno, alle 17 nella libreria San Paolo Gregoriana di via Vandelli, viene presentato il volume Il labirinto della vita. Un viaggio spirituale nel Giardino di Valsanzibio. L'autore è don Giulio Osto, teologo e vicario parrocchiale a Torreglia.

A Valsanzibio c'è un viaggio spirituale, tra arte e natura

Primo viaggio, “Dalla pelle al cuore”: si entra dal portale di Diana, si passa dalla peschiera dei Fiumi e dei venti, ci si perde nel Labirinto per raggiungere la grotta dell’Eremita. Secondo viaggio, “Dalla terra al cielo”: dalla fontana della Pila, al centro, si approda all’isola dei Conigli, si raggiunge la statua del Tempo per salire sulla scalinata del Sonetto fino alla fontana delle Rivelazioni. Siamo nel giardino di Valsanzibio, che festeggia il suo 350° compleanno. Ma stiamo anche percorrendo una rotta antropologica e simbolica, un viaggio spirituale che ci porta nel cuore dell’esperienza umana.

Dal giardino della natura e dell’arte a quello dell’anima: ci guida il volume di Giulio Osto Il labirinto della vita. Un viaggio spirituale nel Giardino di Valsanzibio (Proget edizioni, pp 94, euro 15,00). Si tratta di una guida un po’ speciale, come un po’ speciale è il suo autore, il quale si mette a disposizione di gruppi e comitive che vogliano fare con lui questa esperienza “dal vivo” (informazioni e prenotazioni: 340-0825844; e-mail: info@valsanzibiogiardino.it).

Don Giulio, teologo e appassionato ricercatore di intrecci tra fede e pratiche artistiche, è partito dal magnifico giardino realizzato nel 1665 dall’architetto pontificio Luigi Bernini per conto della nobile famiglia veneziana da cui discende il vescovo santo di Padova, Gregorio Barbarigo, per realizzare un “garden experience book”, un libro che racconta un’esperienza e contemporaneamente si propone come prototipo, come occasione, come provocazione per altre esperienze analoghe, simili e diverse, che tutti possono compiere accostandosi a questo stesso giardino o a una qualsiasi altra opera d’arte.

Era il 1631 quando, come spiega nella presentazione Armando Pizzoni Ardemani, il senatore Zuane Francesco Barbarigo, per scampare la pestilenza di manzoniana memoria che falcidiava Venezia e il Veneto e aveva colpito la sua giovane consorte, lasciò con la famiglia il palazzo di città cercando salvezza nell’appartato Casino di Valsanzibio. La valle di sant’Eusebio venne risparmiata dal morbo e il figlio Antonio Barbarigo nel 1665 adempì il voto del padre facendovi realizzare una delle massime espressioni del giardino barocco all’italiana. Ma, come si diceva, il giardino di Valsanzibio è solo l’aggancio concreto su cui l’autore innesta il suo viaggio spirituale, che spazia nei grandi giardini della Bibbia, dall’Eden alla Gerusalemme celeste, attraverso il luogo d’incontro del Cantico dei cantici e il Getsemani, giardino della sepoltura e della risurrezione.

Un viaggio che fa della dimensione teatrale delle architetture barocche il palcoscenico ideale per chiedere a ciascuno di drammatizzare neoplatonicamente il mito e il simbolo, l’umanità e il suo mistero. Il tutto attraverso pagine interattive fitte di citazioni, domande, spazi da riempire. Il volume viene presentato mercoledì 3 giugno alle 17 e alle 19 alla libreria San Paolo Gregoriana di via Vandelli. intervengono, oltre all’autore, Lorenzo Biagi, segretario generale della fondazione Lanza, e Germano Bertin, caporedattore di Etica per le professioni.

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