Vecchie e nuove dipendenze. Intervista a Federico Tonioni, psichiatra e psicoterapeuta
Il consumo di sostanze tra gli studenti di 15-16 anni continua a diminuire, ma aumentano i “nuovi rischi comportamentali e per la salute”

Nei giorni scorsi sono stati diffusi i risultati dell’European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (Espad), condotto in 37 Paesi europei nell’anno 2024. Dallo studio arrivano buone e cattive notizie: il consumo di sostanze tra gli studenti di 15-16 anni continua a diminuire, ma aumentano i “nuovi rischi comportamentali e per la salute”, come l’uso di sigarette elettroniche, l’abuso di farmaci, il gaming e il gioco d’azzardo online tra gli adolescenti. Ne parliamo con Federico Tonioni, psichiatra e psicoterapeuta, nonché ricercatore dell’Istituto di Psichiatria e Psicologia nella Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Professor Tonioni, partiamo dalle buone notizie: le droghe stanno passando di moda, oppure le campagne di prevenzione sulle tossicodipendenze raccolgono frutti?
Sembrerebbe che sia in corso una vera e propria controtendenza, caratterizzata da un reale aumento tra i giovani della capacità di riflettere in modo più consapevole e costruttivo. Sicuramente i ragazzi di oggi, rispetto ai coetanei delle generazioni precedenti, hanno maturato maggiore consapevolezza rispetto ai rischi e alle conseguenze legate all’assunzione di droghe, ma questa evoluzione non è legata alle strategie di prevenzione messe in atto dagli adulti. Su questi temi i giovani hanno raccolto dati attendibili facendo auto-informazione, anche grazie al web. C’è poi un altro elemento che influenza fortemente il calo dei consumi, e cioè il fatto che la vita offline dei nostri adolescenti sia assai meno attiva di un tempo. Le strade e le piazze delle nostre città si sono svuotate, sono sparite le comitive dei muretti. L’uso di sostanze si diffonde soprattutto nei luoghi di condivisione giovanile, venendo meno la frequentazione di gruppo anche le pratiche associate diminuiscono.
In preoccupante crescita tra i giovani, invece, l’uso di sigarette elettroniche, l’abuso di farmaci, il gaming e il gioco d’azzardo…
L’utilizzo della e-cig tra i giovani è strettamente legato alle mode del momento, in modo analogo a quanto avveniva in passato con le sigarette tradizionali. C’è da dire, però, che pur essendo nociva, la sigaretta elettronica risulta comunque meno dannosa rispetto a quella a combustione. Insomma, possiamo riscontrare in questa tendenza un piccolo progresso. Per quanto riguarda l’abuso di farmaci, invece, si evidenziano delle responsabilità da parte di noi adulti. A volte si prescrivono, in maniera insensata, psicofarmaci ad adolescenti e perfino a bambini, i cui disagi andrebbero curati con la psicoterapia e favorendo il dialogo attivo con le famiglie. Il gaming e il gioco d’azzardo, invece, sono una conseguenza del fatto che i giovani, ma anche gli adulti per la verità, trascorrono molto tempo online. Attenzione, però, agli allarmismi: molti ragazzi giocano in rete, ma questo non significa che siano a rischio dipendenza. Le preoccupazioni in tal senso devono crescere quando a fronte di una attività intensa di gaming, si manifestino sintomi concreti di ritiro sociale. Il gaming, nella maggior parte dei casi, è usato dai giovani come una zona di comfort, dove è possibile mettersi al riparo per un certo numero di ore da pensieri tipicamente adolescenziali e non sempre facili da gestire. Non dimentichiamo, poi, che il gaming può anche essere uno strumento formidabile per apprendere.
Che cosa si intende quando si parla di comportamenti “a rischio” per gli adolescenti?
L’adolescenza è un’epoca della vita in cui si fanno esperienze a volte anche potenzialmente pericolose. Il confine tra “esperienza” e “comportamento a rischio” è la trasgressione, ma non si può pensare di superare l’adolescenza senza incappare in condotte trasgressive.
In quei momenti dobbiamo ricordarci di avere fiducia nei nostri figli e di mantenere aperto il canale della comunicazione, anche se ci costa fatica e ci espone a momenti di forte angoscia.
Quali sono i fattori che maggiormente spingono i giovani verso le dipendenze?
Le cause sono soprattutto ambientali, disagi di natura affettiva ed emotiva. Le dipendenze sono “sovrastrutture” che nascondono sempre un’angoscia profonda. La dipendenza patologica non ha una radice viziosa, ma consiste in un drammatico tentativo di consolazione rispetto a dolori interiori che risultano incomprensibili a chi non li prova.
Come far fronte a queste “tentazioni”?
La migliore risorsa per i giovani, oggi come nei tempi passati, è l’autostima, cioè la percezione che ogni bambino e adolescente ha di sé stesso, del valore affettivo che i suoi cari gli attribuiscono. L’autostima non cresce in base alle performance che l’individuo è in grado di sostenere, o alle aspettative genitoriali che è in grado di soddisfare. L’autostima nasce dal sentirsi amati, anche e soprattutto dopo aver deluso le aspettative.
In quale modo si può agire concretamente per prevenire questi comportamenti?
La formula migliore è la condivisione. Quando i bambini sono molto piccoli, ad esempio, è importante condividere momenti di gioco con loro. Anche l’utilizzo di un device può diventare un momento di divertimento condiviso, l’importante è non permettere che gli strumenti tecnologici diventino i baby-sitter dei nostri figli e che li portino a dissociarsi dalla realtà. Anche dare limiti è importante, ma deve avvenire all’interno di trattative e non nel tentativo di ridurre il figlio all’obbedienza. Anche chiedere loro scusa, quando sbagliamo, è un insegnamento di grande valore, che ci rende meno autoritari e più autorevoli. Attenzione poi alle aspettative, i figli non devono realizzare i nostri sogni ma meravigliarci.