Le visioni interiori di luce di Gesine Arps

La mostra “Viaggio verso la luce” è un tributo al colore che riesce a trasmettere positività e gioia attraverso le opere – anche ironiche – dell’artista tedesca, trapiantata nelle Marche dagli anni Ottanta. L’esposizione è adatta a qualsiasi pubblico, anche ai bambini, ed è aperta fino al 10 maggio alla galleria Cavour di Padova con ingresso libero. Guarda la fotogallery.

Le visioni interiori di luce di Gesine Arps

Per Gesine Arps la realtà dei suoi quadri nasce nel fluttuante viaggio dentro al colore che la abita da sempre, fin da quando era bambina, e che attraverso il pennello e le mani riesce a trasporre su tele, materiali, stoffe e tutto ciò che di stimolante riesce a recuperare.

Viaggio verso la luce”, la mostra curata da Silvia Prelz della galleria Artissima di Abano Terme, rimane aperta in galleria Cavour a Padova (ingresso libero, tutti i giorni, escluso il lunedì: 10-13 e 15-19) fino al 10 maggio ed è un’occasione irrinunciabile per tuffarsi nei cromatismi che invadono le opere dell’artista tedesca, nata ad Hannover, ma che dagli anni Ottanta vive nelle Marche, oggi a Cartoceto con la sua famiglia e prima a Urbino, di cui letteralmente si è innamorata perché tutto, ogni pietra, ogni strada parla ancora la lingua del passato, come quella del duca rinascimentale Federico da Montefeltro (arcinoto il suo ritratto di profilo in abito e berretto rosso di Piero dalla Francesca riprodotto in ogni libro di storia dell’arte).

Per Gesine Arps, che proviene da una città come Hannover completamente spazzata via dalla seconda guerra mondiale e rigorosamente ricostruita, l’Italia è dunque storia, cultura, arte, memoria. «Avevo bisogno di sentir respirare il passato e per questo mi lasciai rapire da questo paese, dalle sue profonde radici», e il suo tributo più sincero è il quadro La festa sopra e sotto il tavolo che è l’emblema stesso del nostro paese e della concezione di amicizia, essenziale nella vita dell’artista: «In Italia il cibo, la conversazione e la festa sono il centro di tutto ed è bello come tutti, dai grandi ai piccini fino agli animali, stiano bene intorno a un tavolo imbandito e ognuno trovi il suo posto e il proprio spazio».

La quotidianità entra a pieno titolo nelle opere: i figli, il giardino del vicino, i gatti sul tetto, la piazza del paese con i suoi antichi sampietrini concentrici, la festa popolare della befana... Situazioni comuni, ma vissute con intensità, riescono a liberare il mondo interiore di Gesine Arps che, oltre a essere pittrice, è scultrice e poetessa. «Chi entra dentro alla mia opera deve uscirne ricolmo di gioia: stiamo attraversando un momento faticoso e credo che la mia missione attraverso l’arte sia di trasmettere positività e speranza. Non amo, infatti, chi usa il proprio talento soltanto per rimarcare la negatività del presente. La bellezza dell’arte deve aiutare a elevarsi, a trovare stimoli e impulsi per andare avanti e io che dentro coltivo il colore e la luce, non posso non trasmetterlo agli altri con i miei quadri e le mie opere».

Tutto nell’artista tedesca è permeato di spiritualità e lo stile sincretico che la caratterizza descrive perfettamente la sua anima alla ricerca di equilibrio, soprattutto attraverso l’esercizio delle discipline orientali. Colpiscono in quasi tutte le sue opere dei piccoli quadrati colorati in chiaro scuro che richiamano i simboli tantrici del bene e del male e su cui i suoi personaggi sembrano in bilico alla ricerca della pace interiore. La gioia emerge con fanciullesca prepotenza dagli autoritratti, come dalla scultura in ferro presente in galleria Cavour dove la Arps s’impersona con un grande sorriso, un corpo tondo, quasi a mezza luna e due piccoli occhi asimmetrici che le permettono di guardare la realtà da un’altra prospettiva, fuori dai consueti schemi.
Ma quella che più colpisce il visitatore e che non passa di certo inosservata è la Colomba della pace: una “picciona” – come la chiama “alla tedesca” la Arps – di due metri che si compone di stoffe, ritagli d’immagini (da Maria a Battista Sforza, moglie di Federico di Montefeltro), amuleti, piccoli elefantini che riecheggiano l’India. Fu realizzata nel 2008 e inaugurata sulla piazza della basilica superiore di Assisi come messaggio universale di pace. La colomba, che affascina grandi e piccoli, riserva alcune sorprese: è un’opera che invita a interagire. Sul fianco destro, uno sportello accoglie tutti i pensieri negativi di cui ci si vuole liberare con la possibilità di scriverli in un biglietto e, a sinistra, un altro sportello è fatto per “pescare” un biglietto con un messaggio positivo scritto dalla Arps. All’altezza del cuore, una terza porticina chiusa con un pennello invita a osservare dentro la cosa più importante per la vita di ognuno. «Il mio sogno è di portarla anche in piazza del Santo perché dopo Francesco vorrei che arrivasse da Antonio...».

Per entrare maggiormente dentro alla poetica della pittrice, in galleria Cavour proseguono gli eventi collaterali: venerdì 24 aprile, alle 18 viene presentato il libro Alighiero e Boetti: ricami e tappeti di Federica Stevanin con Guido Bartorelli, martedì 28 si svolgono alle 16 una meditazione yoga con l’artista, guidata dalla maestra yoga Usha Piscini, e alle 18 l’incontro “Arte, meditazione, contemplazione” con Adone Brandalise ed Emanuela Magno. Martedì 5 maggio alle 18.30 Umberto Curi e Silvia Capodivacca parlano di “Figure e simboli dell’arte” e sabato 9 alle 18 ci sarà la premiazione del challenge fotografico “Viaggio verso la luce” a cura di Rossopadova. Per informazioni: www.padovanet.it

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Parole chiave: gesine arps (1), arte contemporanea (2)