Tutta la comunità rifà bella la sua casa

Anche dal modo con cui vengono affrontati dei lavori di restauro si può riconoscere una vera comunità parrocchiale in azione. È il caso di Vighizzolo d'Este, dove anche una costosa e impegnativa necessità, legata solo a marmo e mattoni, si è trasformata in un’opportunità di crescita da raccogliere come un dono. E pian piano un gioiello settecentesco sta tornando al suo originario splendore.

Tutta la comunità rifà bella la sua casa

Iniziata del 1756, la chiesa intitolata a San Giovanni Battista di Vighizzolo d’Este è stata consacrata nel 1779. «È una chiesa dalla forma davvero eccezionale – osserva il parroco don Cristiano Marsotto – esattamente come nelle architetture particolarmente pregiate del Settecento, anziché essere un rettangolo perfetto è arrotondata negli angoli».
La chiesa ha una sola navata armonica: lo stile, delicato, è quello del barocco settecentesco, come tante chiese di grande valenza artistica che si trovano in diocesi.
Ai lati della navata si ergono i quattro altari dedicati a santa Lucia, alla Madonna di Lourdes, alla Madonna del Rosario e a sant’Antonio, quest’ultimo, presente anche nella chiesa precedente.
Stupenda la facciata, ornata da colonne in rilievo e un florilegio di statue: sopra il frontone curvilineo si trova infatti l’effige del Redentore, accompagnata a sinistra da san Giuseppe e da san Paolo, riconoscibile per la barba e la spada, e a destra dalla Madonna e da san Pietro con le chiavi. Ai lati del portale maggiore, invece, troviamo quattro capitelli con altrettante statue: a destra sant’Osvaldo e san Tommaso d’Acquino, a sinistra i “padovani” sant’Antonio e san Prosdocimo.
L’altare maggiore, completamente in marmo, è stato costruito nel 1764 con i contributi dei parrocchiani. Anche l’organo fu finanziato nello stesso modo.
Ora saranno i pronipoti di quei parrocchiani a riportare la chiesa al suo antico splendore: «La muratura sia all’esterno, che all’interno, soffre di gravi danni per infiltrazioni di umidità – lamenta don Cristiano Marsotto – Occorrerà ripassare il tetto, pulire il sottotetto, ripristinare gli agganci in modo che possano reggere a scosse sismiche, tutto nel rispetto delle normative vigenti. Il restauro, però, dovrà interessare anche la facciata, ripulendo tutte le statue e gli elementi lapidei che fanno bella la nostra chiesa».

Che i lavori fossero più di una necessità era chiaro da anni: se il parroco precedente aveva avviato l’opera per il rifacimento totale dell’impianto di riscaldamento, è toccato a don Marsotto mettere insieme tutti gli elementi. «Il progetto è stato discusso ampiamente da parte del consiglio pastorale – racconta – è stato presentato in diocesi e ha avuto l’approvazione delle Belle arti, dato che la nostra chiesa è considerata patrimonio artistico nazionale».

Un progetto del quale la comunità è stata resa, fin dall’inizio, partecipe: «Assieme all’architetto Claudio Seno, già nel giugno 2013, abbiamo invitato i parrocchiani in chiesa per illustrare le aree di sofferenza e perché fosse necessario intervenire».
300 mila euro i costi dell’imponente restauro, che durerà un anno intero: «Prima il consiglio pastorale ha scritto una lettera annunciando i lavori, poi, dieci gruppi formati da due o tre volontari hanno visitato, nell’autunno scorso, le case di tutta Vighizzolo, chiedendo a tutti di prendersi un impegno, anche piccolo».
Sebbene la Cei e la regione abbiano contribuito ai lavori con versamenti rispettivamente di 120 mila e di 51 mila euro, fondamentale resta l’impegno della comunità. Un impegno che si è già fatto sentire: «La risposta è stata buona: più di un terzo dei parrocchiani si è impegnato ad aiutarci periodicamente con un versamento, mentre un altro terzo ha preferito dare un contributo occasionale».
Don Cristiano già pregusta il traguardo: «Già lo scorso anno, quando è stato completato il restauro della tela della Madonna del Rosario di Sebastiano Lazzari, la comunità si è sentita orgogliosa della bellezza della sua casa. Ci sentiremo ancor più fieri della nostra chiesa al termine di questi lavori».

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