La scuola, risorsa educativa della chiesa locale

Intervista a don Lorenzo Celi – nuovo direttore dell'ufficio scuola diocesano – sul documento dei vescovi uscito durante l’estate che richiama il ruolo della scuola cattolica come “risorsa della chiesa locale per la società intera”. Nell’ottica, però, di porre attenzione alla scuola tutta, non solo quella cattolica, come strumento prezioso per promuovere il bene comune.

La scuola, risorsa educativa della chiesa locale

S’intitola La scuola cattolica risorsa educativa della chiesa locale per la società intera la nota pastorale dei vescovi italiani, pubblicata durante l’estate. Giunge a trent’anni dal precedente documento per «aggiornare lo sguardo della comunità ecclesiale sulla presenza della scuola cattolica in nostro paese». 

«Riprendendo la nota precedente, La scuola cattolica, oggi, in Italia, e le indicazioni conciliari, in particolare la dichiarazione Gravissimum educationis – sottolinea don Lorenzo Celi, nuovo direttore dell’ufficio diocesano di pastorale della scuola – rende concreti gli orientamenti della chiesa rispetto alla scuola. Non solo quella cattolica, ma tutta». Infatti, anche se nel titolo la nota parla di scuola cattolica, la sua finalità è valorizzarla all’interno del sistema pubblico integrato, scuola statale e scuola paritaria, «che dovrebbe essere la normalità nel nostro paese – evidenzia don Celi – in virtù del dettato costituzionale e della legge 62 del 2000, che ha sancito la parità scolastica».

Quali particolarità emergono della nota?
«I vescovi sottolineano il forte collegamento con la chiesa locale. Che è chiamata a svolgere il suo compito di evangelizzazione nella scuola, vero strumento pastorale. È necessario passare dalla comunità scuola alla scuola della comunità cristiana. La chiesa tutta deve arrivare a considerare la scuola come strumento essenziale del suo essere inserita nel territorio, del contatto con la famiglia e le nuove generazioni. Ciò risponde allo spirito della Gaudium et spes, per cui la scuola è strumento di educazione alla vita buona del vangelo».

I vescovi dedicano un capitolo alle ragioni e al valore della scuola cattolica. Che identikit tracciano?
«La scuola cattolica si caratterizza per la sua attenzione alla persona. Atteggiamento che appartiene a tutta la scuola, certo, ma dobbiamo chiederci cosa intendiamo per “persona”. E ancora: la scuola cattolica propone una sintesi forte tra fede e cultura, tra fede e vita. Dove la fede, però, non è intesa come un francobollo da utilizzare all’occorrenza, quanto piuttosto come parte integrante della vita. I vescovi sottolineano, poi, la dimensione comunitaria: la scuola cattolica respira l’atmosfera culturale della comunità ecclesiale, che non può non essere permeata dalla speranza. Possiamo, nella scuola cattolica, mettere ali alla speranza dei nostri ragazzi, mostrando loro gli spazi che fanno nutrire fiducia in un futuro che è nelle nostre mani. Questo implica l’educare alla responsabilità verso ciò che ci è stato donato e ciò che il futuro ci donerà. Non è una responsabilità solo morale, ma civile. Va nell’ottica, infatti, della promozione del bene comune. Che non riguarda solo la scuola cattolica, ma tutto il paese».

Che dire rispetto al “ruolo” della scuola cattolica nel panorama scolastico generale? 
«Si è passati da una stile “rivendicativo” a uno propositivo. Negli ultimi anni, anche grazie alla presa di posizione di alcuni vescovi e, come ultimo passaggio, all’incontro con papa Francesco di maggio scorso, la scuola cattolica ha preso coscienza della sua ricchezza. E non per “incensarsi”... Questo ha generato uno stile propositivo, con l’ottica del bene comune, piuttosto che sbilanciato sulle richieste. Che sono legittime – soprattutto sui fronti della piena parità e del principio di sussidiarietà – ma che sono suffragate da ciò che siamo e facciamo».

Il capitolo 3 della nota parla di orientamenti pastorali. 
«Qui si esplicitano le caratteristiche del “fare scuola” da parte della comunità cristiana. Alcuni passaggi: valorizzare la presenza della diverse scuole nel territorio; non limitare, a qualsiasi livello ecclesiale, l’attenzione verso le scuole cattoliche; invito ai vescovi, primi responsabili della pastorale scolastica, a realizzare un vero progetto educativo diocesano o interdiocesano per la scuola cattolica; importanza della formazione, non solo del personale docente; partecipazione a un progetto educativo evangelicamente ispirato; accentuare l’attenzione verso i più deboli (anche per scalfire l’idea che la scuola cattolica è per i ricchi o che, siccome si paga, si va avanti); sostenere la formazione professionale».

Come leggere la nota rispetto alle linee pastorali della nostra diocesi?
«Colpisce come tanti degli orientamenti contenuti nella nota abbiano trovato attuazione in diocesi di Padova o siano in fase di realizzazione. L’attenzione alla scuola tutta, ad esempio, e al mondo dell’educazione si esplicitano nella fondazione “G. Bortignon”, sorta undici anni fa. Il richiamo dei vescovi alla buona gestione della scuola trova risposta nella costituzione dell’impresa sociale “Insieme per educare” (2012). Ci viene chiesto di intensificare la collaborazione, superando anche i confini delle parrocchie, per il bene dei giovani e delle famiglie. Così si muovono, da tempo, Fism, Fidae e le associazioni dei genitori».

Il documento dei vescovi giunge in concomitanza con la riorganizzazione, in diocesi, dell’ufficio di pastorale della scuola. Che compiti avrà?
«Come già del resto avviene, l’ufficio è chiamato a promuovere una maggiore sensibilità da parte della comunità cristiana verso la scuola. Senza sostituirsi ai soggetti che già operano in quest’ambito, ma favorendone la collaborazione. In quest’anno pastorale poi, in cui ci viene chiesto di “allargare lo sguardo alle nuove generazioni”, l’ufficio si propone di valorizzare la scuola come luogo d’incontro e punto di osservazione dei giovani. Qui si inserisce il servizio essenziale degli insegnanti di religione, capaci non solo di trasmettere conoscenza, ma di creare relazione e avere uno sguardo positivo sulla realtà ispirato al vangelo».

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