Quanto ci costano i migranti? Lo 0,14% della spesa nazionale

Rapporto sull’accoglienza del ministero dell’Interno. I costi del 2015 superiori sia al 2014 che al 2011 (emergenza Nord Africa). Ma cala il costo sostenuto per ogni adulto accolto, che è di 30-35 euro contro i 46 che si spendevano in passato. E la gran parte delle risorse si riversa nei territori d'accoglienza sotto forma di affitti e stipendi agli operatori…

Quanto ci costano i migranti? Lo 0,14% della spesa nazionale

L’accoglienza dei migranti nel 2015 costerà oltre 500 milioni in più rispetto al 2014 e più del 2011, durante l’emergenza Nord Africa.
Se lo scorso anno sono stati spesi circa 630 milioni di euro tra Sprar, Cara/Cda, Cpsa e Cie, e nel 2011 se ne spesero 860 di milioni di euro, nel 2015 i costi lieviteranno fino a superare il miliardo (1.162 milioni di euro), ma il costo giornaliero per migrante sarà più basso di quello del 2011.

È quanto rivela il “Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia” presentato al ministero dell’Interno
A fine anno, infatti, l’accoglienza nella rete Sprar avrà un costo complessivo di 242,5 milioni di euro, mentre l’accoglienza in strutture temporanee, nei Cara e nei Cie arriverà a 918,5 milioni di euro.
Una cifra doppia, quest’ultima, rispetto a quella del 2014, quando le strutture diverse dalla rete Sprar avevano avuto un costo di 436 milioni di euro (di cui 139 milioni di gestione dei centri governativi, 277 milioni per l’accoglienza di 35 mila persone nelle strutture temporanee e altri 20 milioni per spese di trasporto, utenze e interventi straordinari).

Gli alti costi delle emergenze
Durante la cosiddetta “emergenza Nord Africa”, è stata la gestione straordinaria a pesare sulla spesa complessiva: è costata circa 740 milioni in più rispetto ai 120 milioni di euro del sistema asilo di quell’anno. Facendo un confronto internazionale, per lo stesso anno, la Svezia ha speso oltre 1 miliardo di euro, e la Germania 789 milioni.
Rapportando questi valori al numero di richiedenti asilo, nel 2011 l’Italia ha speso mediamente 21 mila euro per ciascun richiedente asilo in accoglienza. Quasi 24 mila sono stati spesi dalla Germania, e oltre 38 mila dalla Svezia. Confrontando i dati della spesa procapite dell’accoglienza, però, i costi dell’emergenza del 2011 risultano essere molto più alti.
Mentre in quell’occasione si attestavano attorno ai 46 euro al giorno per migrante adulto e 76 euro per i minori, nel 2014 i costi sono tornati ad essere quelli della gestione ordinaria 30-35 per gli adulti e 45 euro per i minori. Quelli del 2015, infine, non saranno diversi da quelli dello scorso anno. Si va dai 30-35 euro per i Cara, Cas e Cie ai 35 euro del sistema Sprar, spiega il rapporto.

Ricadute economiche sul territorio
In merito alla spesa totale, però, occorre tener conto che “il costo per la gestione dell’accoglienza viene in gran parte riversato sul territorio sotto forma di stipendi ad operatori - spiega il rapporto - affitti e consumi e, in ogni caso, rappresenta una piccolissima percentuale, quantificabile nello 0,14 per cento, della spesa pubblica nazionale complessiva”.
Inoltre, per quel che riguarda la spesa all’interno della rete Sprar, “la voce più consistente è quella del personale (38 per cento), la prima considerazione è che sui circa 35 euro pro-capite spesi per lo Sprar, oltre un terzo va a coprire le retribuzioni di operatori e professionisti”.
Secondo il rapporto, inoltre, l’accoglienza produce un “impatto positivo sul territorio, generando un indotto in termini di professionalità attivate, consulenze ed altri servizi”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)