La storia e l'arte

Sant’Eufemia di Borgoricco è una delle pievi più antiche del Padovano, ricordata nel testamento del 1192 di Speronella Dalesmanini. La dedicazione alla vergine martire, può far pensare a un’origine ancor più antica, tra 5° e 6° secolo.

La storia e l'arte

Sant’Eufemia di Borgoricco è una delle pievi più antiche del Padovano, ricordata nel testamento del 1192 di Speronella Dalesmanini, nobildonna padovana che a seguito di vari matrimoni, l’ultimo con Ezzelino II da Onara, era entrata in possesso di un territorio molto vasto tra il Brenta e il Muson. La dedicazione alla vergine martire, può far pensare a un’origine più antica, tra 5° e 6° secolo.

In pochi decenni attorno alla chiesa era già sorto il paese e sul finire del Trecento da essa dipendevano San Leonardo e Sant’Angelo di Sala.
A metà Ottocento l’edificio a tre navate venne restaurato e nel 1943 abbattuto per far spazio a una nuova chiesa con sagrato. Inaugurata tre anni dopo, benché senza infissi, fu nuovamente consacrata a sant’Eufemia nel 1957.

Le opere d'arte

Nella chiesa di Sant’Eufemia una pala d’altare risalente alla seconda metà del Seicento raffigura la titolare della parrocchia: secondo la classica iconografia la giovane Eufemia, che la tradizione vuole morta a Calcedonia durante le persecuzioni dell’imperatore Galerio, reca la palma del martirio e ha ai suoi piedi un leone che, assieme a un orso, avrebbe dovuto sbranarla. Ma poiché fu risparmiata dalle belve, fu passata a fil di spada.
È di ambito veneto il dipinto ottocentesco con la Madonna del rosario con Gesù bambino, San Domenico di Guzmàn e Santa Caterina.
Il santo è inginocchiato davanti al piccolo Gesù dalle cui mani riceve un rosario, preghiera che la tradizione dice essere stata da lui diffusa. Accanto, c’è santa Caterina da Siena, patrona dei Domenicani, anch’essa intenta a ricevere il rosario dalla Vergine.
Altri attributi della santa presenti nella tela sono il libro, che riporta ai suoi scritti, e il giglio, simbolo di purezza.

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