Una settimana dopo la Pasqua cattolica, in Europa orientale è arrivata la Pasqua ortodossa, che quest’anno cadeva domenica 8 aprile. Anche se rispecchiano la stessa tradizione apostolica, i riti ortodossi variano da quelli cattolici. Venerdì santo si celebra il funerale di Cristo mentre il Sabato santo ogni anno a Gerusalemme scende il fuoco sacro. In futuro una data comune?
Chiesa nel mondo
I santi non sono solo quelli già beatificati o canonizzati, ma anche quelli della "porta accanto". Ne è convinto il Papa, che nella sua terza esortazione apostolica, "Gaudete et exsultate", traccia l'identikit del cristiano a partire dalle Beatitudini e ammonisce: la situazione dei migranti non è "marginale" o secondaria rispetto ai temi "seri" della bioetica. Il senso dell'umorismo e la lotta contro il diavolo. "No" a gnosticismo e pelagianesimo. Il dono del discernimento.
“Beauty ha sacrificato se stessa per donare la vita al suo bambino e questo è il sacrificio più grande che prova il suo amore”. “La mancanza di una politica europea che assicuri una stretta collaborazione tra le nazioni confinanti e scelte conseguenti, per l’accoglienza e la libera circolazione degli immigrati e rifugiati – ha sottolineato -, rendono ancora più dolorosa la loro sorte”
Otto vescovi americani, le cui diocesi confinano con il Messico, hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta in cui contestano l’annuncio del presidente Trump di inviare da due a quattromila soldati della Guardia nazionale alla frontiera tra i due Paesi.
Clima di attesa, in rue de Breteuil, nella sede della Conferenza episcopale francese, per l'incontro di lunedì 9 aprile con il presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron. "Non so se si tratta di una pagina nuova della nostra storia", osserva il direttore della comunicazione Vincent Neymon. "Certo è che c’è da parte della Chiesa e dello Stato una volontà chiara di apertura e dialogo. Una congiuntura che per noi è un’opportunità da cogliere, per mostrare che la Chiesa può essere protagonista attiva della società oggi".
6 aprile 2014: manifestanti armati prendono possesso di alcuni palazzi governativi nelle regioni di Donetsk, Lugansk e Kharkiv. Comincia così una guerra nel cuore dell’Europa che ancora oggi non si è placata: 10mila vittime, 2 milioni di sfollati. “La tragedia più grande di questo conflitto è la dimenticanza generale”, confida al Sir il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Claudio Gugerotti.
Il Papa ha appena concluso un ciclo di 15 catechesi dedicate alla messa. "Ritorniamo" in piazza San Pietro, per ripercorrere i momenti salienti delle udienze del mercoledì degli ultimi cinque mesi.
Occorre non solo riedificare le devastazioni esterne (ancora visibili), ma ricomporre le fratture interiori, provocate dal sisma. Infatti, c’è un terremoto che scuote la terra, ma c’è anche il terremoto dell’anima, che ferisce la mente, gli affetti e i rapporti interpersonali
“Forse siamo troppo fermi come Chiesa: dovremmo essere comunità in corsa. La Pasqua è anche questa fretta, che è attenzione e premura verso il prossimo nell’esercizio delle opere di misericordia”. Lo scrive l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, nel messaggio augurale alla comunità diocesana nella domenica di Pasqua.
“Le sorprese di Dio ci mettono in cammino subito, senza aspettare”. Nella sua omelia di Pasqua il Papa invita alla radicalità evangelica. Nella benedizione Urbi et Orbi, un pensiero per gli scenari di guerra del mondo ma anche per la "cultura dello scarto" diffusa in Occidente.
“Sentiamo il peso del silenzio davanti alla morte del Signore, un silenzio in cui ognuno di noi può riconoscersi e che cala profondo nelle fenditure del cuore del discepolo che dinanzi alla croce rimane senza parole”. Con queste parole Francesco ha cominciato l’omelia della Veglia pasquale, presieduta nella basilica di San Pietro.
"La Pasqua è davanti a noi ma da qui si vede solo il Calvario". E il Calvario, in Medio Oriente, ha il nome di Ghuta, Damasco, Idlib, Aleppo, Baghdad, Batnaya, Mosul, Afrin, Gaza, e tanti altri luoghi di guerra e di morte. Nelle parole di mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, non c'è solo dolore: “C’è gioia anche nella sofferenza, quella patita da Cristo per la nostra salvezza. Preghiamo perché in tutto il Medio Oriente, non solo in Iraq o in Siria, la Pasqua sia motivo di gioia”
“Vergogna, pentimento e speranza”. Sono i tre sentimenti che fanno da sfondo alla preghiera composta dal Papa e letta da lui al termine della Via Crucis di ieri sera al Colosseo, a cui hanno partecipato anche i ragazzi del liceo classico romano che hanno preparato i testi delle 14 stazioni.
"Abbiamo una forza particolare che ci permette anche di poter perdonare quelle persone che ci hanno fatto del male, anche chi ci ha causato attentati dolorosi". La forza del perdono, di un amore capace di non piegarsi alla morte ma di continuare ad alzare gli occhi al Cielo. È la testimonianza della piccola comunità di minoranza dei copti ortodossi di Egitto e a raccontarla al Sir è Sua Santità Papa Tawadros II. Lo abbiamo incontrato nella cattedrale di san Marco al Cairo alla vigilia della Settimana Santa
Umanità: è la parola chiave della prima Via Crucis scritta dai giovani. Inchiodato sulla Croce c'è un migrante, che ci ricorda come ognuno di noi abbia inscritta la propria dignità sotto la pelle.