Dopo la Gmg di Panama. P. Awi Mello (Dicastero per i laici): “Dobbiamo davvero avere fiducia e affidarci ai giovani”

Sono tanti gli spunti che la Gmg di Panama, appena conclusa, affida alle Chiese locali. Ne è convinto padre Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che per il Sir traccia una sorta di bilancio e di prospettiva per il cammino verso Lisbona 2022, meta del prossimo appuntamento

Dopo la Gmg di Panama. P. Awi Mello (Dicastero per i laici): “Dobbiamo davvero avere fiducia e affidarci ai giovani”

La foto più bella? Il Campo “San Juan Pablo II – Metro Park” gremito di giovani per la messa finale. L’invito agli adulti? “Avere fiducia e affidarci ai giovani”. Sono tanti gli spunti che la Gmg di Panama, appena conclusa, affida alle Chiese locali. Ne è convinto padre Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che per il Sir traccia una sorta di bilancio e di prospettiva per il cammino verso Lisbona 2022, meta del prossimo appuntamento.

Padre Awi Mello, un’altra Gmg – la 34ª – si è da poco conclusa. Come ogni appuntamento mondiale, sono tante le foto che compongono l’album di ciascun partecipante. Ci può raccontare la sua preferita? Quale messaggio forte da cui ripartire?
Il Campo “San Juan Pablo II – Metro Park” gremito di giovani per la messa finale: è questa l’immagine che mi ha colpito di più. Indubbiamente quella, appena conclusa, è stata una Gmg non dai grandi numeri: tanti giovani hanno avuto difficoltà ad arrivare a Panama. Comunque sia, il cuore panamense è stato così grande da accogliere tante persone.

Questo è un segno che sono riusciti a fare una bellissima Gmg, anche per gli eventi organizzati. È stata ben organizzata da un Paese piccolo, povero, ma con un grande cuore.

Non sono mancate le parole forti di Papa Francesco. Quale messaggio o gesto ha maggiormente inciso?
Mi colpisce l’atteggiamento di Papa Francesco di apertura, di vicinanza ai giovani. Parla con parole chiare. E questo mi sembra sia stato molto importante anche in questa Giornata. Il Papa ha invitato, ancora una volta, i giovani a essere protagonisti della loro vita, ad assumere la loro missione e lo ha fatto con un linguaggio molto chiaro. Abbiamo visto gesti molto forti del Papa, come quello di accogliere le persone, andare a parlare con i detenuti, salutare le persone delle altre religioni. Piccoli gesti, ma molto belli.

I giovani, con la loro vitalità, con i loro dubbi, le loro sofferenze – e a Panama ne abbiamo viste tante –, sono stati i veri protagonisti. Pensa sia un segnale importante per le nostre Chiese?
Ci sono stati tanti giovani coinvolti nell’organizzazione della Gmg a Panama. Non soltanto i volontari che sono venuti alla fine, ma durante tutto il percorso. È stata una dimostrazione in più di tutto quello che i giovani possono fare. Dobbiamo davvero avere fiducia e affidarci ai giovani.

Cosa fare ora perché l’appuntamento di Panama non resti isolato nella pastorale giovanile ordinaria?
Il Sinodo ha detto che la Gmg e altri eventi, come questo, devono essere sempre visti in collegamento con la pastorale giovanile ordinaria. E questo viene sempre fatto. Tante pastorali giovanili sono state rafforzate a partire dal lavoro di un viaggio oppure da una Gmg nello stesso Paese. In questo senso mi sembra che siamo già abituati nei nostri Paesi a fare tale collegamento, ad approfittare del fatto che i giovani sono andati a una Gmg per poi svolgere un lavoro di pastorale giovanile sul territorio. Direi che in questo momento dobbiamo recepire anche il Sinodo e fare un lavoro in più.

Il nostro Dicastero, ad esempio, cerca di proporre un forum internazionale con i giovani di tutto il mondo per dare un contributo a questo processo di attuazione del Sinodo e di tutte le proposte e suggerimenti emersi. E questo collegandolo anche con l’esperienza della Gmg. Forse il Sinodo è stata di più un’esperienza di riflessione e la Gmg un’esperienza di vita. Mi sembra che vadano bene insieme.

La prossima Gmg internazionale sarà la 37ª: sono passati diversi anni dall’intuizione di san Giovanni Paolo II. I giovani sono cambiati e, con loro, anche il contesto sociale è completamente mutato. Ritiene sia ancora una proposta valida quella delle Gmg? O c’è qualcosa da integrare?
Senza dubbio le Gmg sono molto valide, sono un’esperienza di rinnovamento per chi le vive. E ciò vale non solo per i giovani, ma anche per i Paesi che le ospitano. Se si legge quanto ha scritto la stampa panamense ci si sorprende per tutto quello che ha significato per il Paese e per la società organizzare questa Giornata. Inoltre, i giovani sono stati rinnovati nella loro fede, nella loro speranza, nel loro amore per la Chiesa e per Gesù. In questo senso è sicuramente una delle esperienze più belle che si può vivere nella Chiesa. Anche questa si può perfezionare e integrare con altre iniziative e riflessioni. Però, mi sembra che siamo in un cammino positivo. Magari nella prossima Gmg ci saranno piccoli cambiamenti, ma la proposta in sé è molto valida.

Si riparte, dunque, verso Lisbona 2022…
Sì, prossimo appuntamento in Portogallo. Siamo molto contenti che il Patriarcato abbia accolto, assieme ai governi della città e del Paese, questa sfida. Essendo una città europea, sarà sicuramente una sfida per un rinnovamento della gioventù in Europa. Dovremmo sempre ricordare che la gioventù è una tappa relativamente corta nella vita. La giovinezza passa molto velocemente. Quindi, a ogni Gmg ci sono generazioni diverse. Pensando al prossimo appuntamento, sarà sicuramente una gioia per gli italiani avere una Gmg vicina. I prossimi anni saranno sicuramente vissuti come un momento di rinnovamento e di crescita per la pastorale giovanile e vocazionale in Italia.

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