Don Alberto Pastorello nuovo prete. "Chiamato a una vita bella dal Signore"

Nato il 31 dicembre 1997, è originario di Conselve. È entrato in Seminario minore nel 2011 e ha studiato al liceo classico. A settembre 2016 è entrato in Seminario maggiore. Negli anni di seminario ha prestato servizio nelle parrocchie di San Leonardo in Borgoricco, Santa Giustina in Colle, per poi svolgere il suo servizio diaconale nella sua parrocchia di origine.

Don Alberto Pastorello nuovo prete. "Chiamato a una vita bella dal Signore"

Don Alberto, manca poco – per te e i tuoi compagni – all’ordinazione presbiterale...
«Le emozioni che si uniscono sono tante. Sicuramente gioia, perché sta arrivando un passo che aspetto da anni. Anche un po’ di agitazione, però, perché è un passo importante».

Com’è stato il tuo percorso?
«Ho iniziato con il Seminario minore, un’altra esperienza che mi ha dato tantissimo. Diciamo che se lì ho sentito la prima chiamata del Signore, poi questa chiamata è cresciuta perché lui ha continuato a operare nella mia storia, si è fatto sempre presente, ho sentito che mi accompagnava in tutti i passi percorsi insieme a lui».

Molto spesso nel raccontare quando una persona diventa prete, ci dimentichiamo che il protagonista è Gesù. Chi è lui per te?
«Gesù è la persona che mi ha chiamato innanzitutto, ed è la persona che più ho imparato a conoscere sapendo che è quella che mi ama di più al mondo. So che ha un progetto su di me per la mia vita, progetto che ho scoperto un po’ alla volta. È un progetto bello, perché Gesù non vorrà mai qualcosa di brutto per la mia vita».

Il cammino verso il presbiterato non si fa da soli. Cosa provi verso chi ti ha accompagnato?
«Tanta gratitudine. Le persone che mi hanno accompagnato sono state tante, alcune più da vicino, per esempio gli educatori del seminario, i padri spirituali, gli assistenti, i rettori e i miei compagni, e poi anche tante persone che nel silenzio si sono fatte vicine con la preghiera. Ho sentito crescere sempre più attorno a me questa comunità di persone che mi incoraggiava oltre le difficoltà».

Al momento dell’ordinazione cosa porti nel tuo cuore della tua comunità e della tua famiglia?
«La mia famiglia mi ha accompagnato fin dall’inizio. Se non mi avesse educato alla vita cristiana non avrei scoperto il Signore, o ci avrei messo più tempo. Dalla mia famiglia ho imparato che anche nelle difficoltà della vita c’è il Signore che opera tramite le persone che ci vogliono bene. Quelle parole che Gesù ha detto a san Paolo – “ti basta la mia grazia” – per me si sono realizzate proprio attraverso la mia famiglia».

Da prete sarai chiamato a leggere i segni dei tempi, anche con l’avventura del Sinodo. Che futuro pensi si spalanchi davanti a noi?
«Ripeto, ho la certezza che il Signore mi ha chiamato per una ragione, per una vita che non potrà essere brutta. Il profondo cambiamento della Chiesa un po’ mi inquieta, non posso negarlo, non ho al momento un modello di parrocchia chiaro e unico come un tempo. Ma sono certo che il Signore ha un piano. Un mio amico mi diceva: “Ricordati Alberto che il Signore non toglie mai una gioia se non per darne una più grande”. Così, penso che toglierà qualche gioia alla Chiesa che conosciamo per riservarne di più grandi per il futuro».

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