La Caritas ha messo l'ascolto davanti al fare. E ora l'aiuto è più vero

A Monselice da quattro anni è attivo il centro d'ascolto vicariale della Caritas. Nel tempo, i volontari hanno dedicato sempre più energie alla relazione con i poveri. «C'è molto da fare, ma la preghiera ci aiuta a trovare la forza per portare avanti il nostro impegno».

La Caritas ha messo l'ascolto davanti al fare. E ora l'aiuto è più vero

A servizio della carità ma anche ottimo strumento per fare rete in un territorio vasto. È operativo dal maggio del 2014 il centro d’ascolto vicariale di Monselice, aperto in una stanza del patronato del Duomo, ogni lunedì dalle 17 alle 19.

Sono undici i volontari, compresi l’assistente, la coordinatrice e l’economo che si occupa di inserire le informazioni nella banca dati del Triveneto. «Ci troviamo ogni 15 giorni come equipe – racconta la coordinatrice Mariateresa Baratto – per approfondire i singoli casi e vedere che cosa possiamo fare. Poi, il venerdì, ascoltiamo nuovamente le persone per comunicare che cosa possiamo fare per loro».

L’avventura di questo centro d’ascolto è cominciata con un periodo di formazione con Caritas Padova, nell’affinamento di conoscenze e competenze utili anche per migliorare continuamente, grazie all’esperienza, il proprio servizio.

«In questi quattro anni – conferma Baratto – ci siamo accorti che vi sia stata un’evoluzione del nostro centro d’ascolto. Se prima ci concentravamo in particolare nel ricevere le bollette da pagare, già da due anni cerchiamo di dare la priorità all’ascolto stesso». Ascoltare i bisogni delle persone, ascoltare le loro potenzialità, ma allo stesso tempo ascoltare anche i bisogni e le potenzialità del territorio, non un insieme di soggetti scollegati ma una fitta rete da attivare. «Vi sono 17 parrocchie nel vicariato di Monselice: quello che sento è che proprio noi possiamo fare unità fra tutti i soggetti del territorio come Comuni, assistenti sociali, terzo settore, avviando un dialogo molto bello. Questa fiducia crea un’unità anche nelle componenti ecclesiali».

E non sono parole vuote: nell’ultimo anno, alcune Caritas parrocchiali, trovatesi – fortunatamente – senza situazioni di disagio da seguire in prima persona, si sono offerte di accompagnare e sostenere famiglie in altre parrocchie dello stesso territorio, specie se in esse sono presenti dei minori.

Un aiuto ulteriore arriva dalla Caritas diocesana di Padova grazie agli “Spa – Sostegno a progetti di accompagnamento”. «Si tratta di progetti ampiamente mirati che hanno come finalità sostenere l’affiancamento di minori ccon la necessità di studiare, ma che si trovano in condizioni economiche difficili tali da non permettere loro di concludere le scuole superiori». Un progetto che Mariateresa Baratto definisce “generativo”: «Non si coinvolge solo il minore, ma anche i genitori, che a loro volta, migliorando la relazione con il ragazzo, lo aiutano a perseverare nello studio e a individuare prospettive future».

Non c’è tempo per i bilanci, perché questa missione non si ferma mai: «Questo ci dà fiducia, anche per il futuro. La realtà è che non siamo moltissimi come volontari a livello vicariale, e per questo siamo tanto impegnati. Alcuni incontri di preghiera tra noi ci aiutano a trovare la forza per continuare questo impegno». 

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