Piove di Sacco. C’è un patronato da sognare

L’unità pastorale di Piove di Sacco ha avviato un percorso in vista della riapertura dei centri parrocchiali. Individuate cinque parole cardine

Piove di Sacco. C’è un patronato da sognare

“Progettando un patronato da sogno” è lo slogan con il quale da alcuni mesi sta lavorando alacremente l’unità pastorale di Piove di Sacco, in vista della riapertura dei centri parrocchiali dopo la pandemia. Quello del Duomo, per esempio, già nella scorsa estate era ripartito con alcune attività, mentre anche ora a distanza vengono organizzate iniziative rivolte alle diverse fasce di età. «È certo che non sarà possibile tornare alla situazione antecedente la chiusura, ma dobbiamo, come comunità cristiane responsabili, trovare criteri e prospettive nuove», spiega don Giorgio De Checchi, parroco moderatore dell’up di Piove. «I patronati riapriranno nel pieno delle proprie potenzialità non nell’immediato e, quando possibile, sarà un po’ come aprire da zero», gli fa eco don Massimo Draghi, arciprete del Duomo, mentre don Giuliano Piovan, vicario parrocchiale, aggiunge: «Cogliamo questa opportunità non per un letargo, ma per realizzare un patronato da sogno».

Un’analisi, quella dei sacerdoti dell’up di Piove, condivisa con il consiglio pastorale e con educatori di Azione cattolica e scout dell’Agesci, ma anche con i volontari che gravitano intorno ai centri parrocchiali.

Nei mesi scorsi è stato organizzato un proficuo incontro on line con don Federico Fortin, parroco di Casalserugo, dove è in corso di costruzione il nuovo patronato. Da quell’appuntamento è emersa l’esigenza di riuscire a tenere insieme il progetto formativo e i valori di riferimento, con il progetto gestionale e le conseguenti scelte operative. Di seguito è stato costituito un gruppo di lavoro di sei persone: due educatori di Azione cattolica, tre adulti dei patronati del Duomo e Sant’Anna, oltre a don Massimo Draghi, che ha elaborato un percorso concreto.

«Dal lavoro preliminare svolto, anche con il coinvolgimento di chi è impegnato nei centri parrocchiali – sottolinea Dario Zaccariotto, che fa parte della commissione – sono emerse cinque parole chiave, che danno sostanza al patronato oggi: accoglienza, intergenerazionalità, apertura, inclusione e giovani, sono i termini che sono risultati essere qualificanti perché questi luoghi possano essere significativi per la comunità cristiana».

Sulle cinque parole cardine si è poi svolto un incontro via social, aperto a tutti, con la presenza di Gigi Cotichella, educatore di Agoformazione, per raccogliere alcuni spunti di motivazione e di stile. Sono emerse tracce di lavoro che puntano sulla importanza delle relazioni, sulla necessità di un cambio di mentalità, basato anche su una rinnovata capacità di ascolto delle diverse componenti delle comunità cristiane, in particolare quella giovanile. Si tratta di un percorso in itinere per l’up di Piove di Sacco: infatti in questi giorni la commissione si ritrova per raccogliere gli spunti nati dai diversi incontri e dare concretezza alle cinque parole chiave.

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