Salboro. La chiesa “vecchia” avrà un nuovo futuro

Sono già cantierabili e partiranno a breve gli attesi lavori per il restauro dell’antica chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. Contributi di Cei, Fondazione Cariparo e Comune

Salboro. La chiesa “vecchia” avrà un nuovo futuro

La parrocchia di Salboro sta intraprendendo un percorso di riqualificazione dell’antica chiesa parrocchiale, dichiarata pochi anni fa di interesse culturale dal Ministero competente e quindi con obbligo di conservazione. Tra le ipotesi prospettate al termine di questo recupero, che partirà con il via ai primi lavori di restauro previsti a breve, c’è anche quella di ridarle il ruolo di parrocchiale, restituendo così alla comunità uno fra i beni architettonici storicamente più significativi, mentre anche la chiesa moderna rimarrebbe a disposizione del territorio.

Antica è l’origine della chiesa: della località di “Selburia” (detta anche “Spasano”) si ha notizia infatti dal secolo 11°, e il secolo dopo anche di una chiesa dedicata a Maria, coesistente con la vicina e ancora più antica San Michele di Pozzoveggiani. Indagini archeologiche hanno fatto emergere, in prossimità degli altari laterali, oltre a resti di sepolture anche tracce di muratura che parrebbero confermare la presenza di una primitiva chiesa collocabile nell’alto Medioevo. Degno di nota è il ritrovamento, all’interno della chiesa romanica e a lato del campanile, di una fossa di fusione per una campana.

La chiesa fu ampliata in epoca rinascimentale, ma nel 1686 il cardinale Gregorio Barbarigo la trovò tuttavia «angustam»; solo nel 1862 furono inaugurati ulteriori lavori di ingrandimento che previdero anche l’inversione di coro e presbiterio, da oriente a occidente. Il 21 novembre 1970 il vescovo Girolamo Bortignon benedì la posa della prima pietra della nuova chiesa, eretta su progetto degli architetti Pietro Bettella e Giuseppe Navarra e terminata l’anno dopo.

Il primo passo da compiere è il recupero del bene: un intervento complesso, suddiviso in varie fasi, presentato alla comunità a inizio giugno. Un finanziamento di 350 mila euro da parte della Cei, cui se ne aggiungono 150 mila dalla Fondazione Cariparo e poco più di altri 100 mila dal Comune di Padova, permetterà di dare il via a brevissimo termine agli interventi sulla copertura, sottotetto e controsoffitto, e consolidamento murario. Si interverrà anche al ripristino della pavimentazione, ancora aperta a seguito delle indagini archeologiche interne.

Per rendere fruibile la chiesa servirà in futuro un ulteriore intervento: dalle finiture ai paramenti murari esterni al restauro generale degli ambiti interni, dall’impiantistica alle altre opere complementari.

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