Abbas rinchiuso per errore nel Cara dopo le proteste di Amantea: “Rischia il Covid”

Un uomo pakistano di 46 anni è finito nella struttura di Isola Capo Rizzuto per errore insieme ai ragazzi sbarcati la settimana scorsa. E’ sieropositivo e malato di epatite. Amici e ong locali chiedono il rilascio immediato: “Rischia di contrarre anche il coronavirus”

Abbas rinchiuso per errore nel Cara dopo le proteste di Amantea: “Rischia il Covid”

Un errore dovuto probabilmente alla concitazione del momento e alle proteste, ma che per Abbas Mian Nadeem potrebbe avere conseguenze anche gravi. L’uomo, di 46 anni e di origine pakistana, vive in Italia da anni, ma oggi si trova rinchiuso per errore nel Cara di Isola Capo Rizzuto. E’ finito in mezzo alle persone trasferite dopo le proteste ad Amantea per l’arrivo di 26 migranti, sbarcati qualche giorno prima a Roccella Jonica, alcuni dei quali positivi al Covid 19. Abbas, titolare di protezione, vive nel centro di accoglienza straordinaria Linfa Marina, un ex hotel che oggi ospita i richiedenti asilo. “Era qui con noi, ci stava dando una mano durante il trasferimento dei migranti- racconta a Redattore Sociale un mediatore culturale del centro, che preferisce restare anonimo -.  A un certo punto, mentre i ragazzi salivano sul pullman una signora ha gridato dicendo ai poliziotti di portare via anche lui e senza pensarci su lo hanno preso e fatto salire. 
Ma è assurdo, Abbas non sta bene, noi qui lo seguiamo anche da un punto di vista sanitario, non può stare in una struttura fatiscente”. L’uomo è infatti sieropositivo e malato di epatite. 

La storia la conferma anche Giulio Vita, dell’Associazione La Guarimba, che si occupa essenzialmente di cultura e cura un festival di cinema con l’obiettivo di riportare la settima arte tra la gente in Calabria. “Quando siamo venuti a conoscenza di questa storia assurda ci siamo subito attivati - spiega Vita, che fino a ieri è rimasto in contatto costante con Abbas -. Abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti alla procura di Crotone, non sappiamo ancora nulla, solo che ieri è stata tolta l'elettricità e gli ospiti non possono neanche più ricaricare il telefono, motivo per cui non abbiamo notizie di Abbas”. L’uomo è arrivato nel Cara giovedì e da allora ha condiviso con Giulio Vita foto e video della struttura in condizioni fatiscenti, e in cui non si sente al sicuro. “E’ malato, ha l’hiv e l’epatite, temiamo che lì possa contrarre anche il coronavirus perché vive insieme ai ragazzi che sono stati in contatto con gli altri risultati positivi - aggiunge Vita -. E’ una situazione assurda, lo hanno portato via solo perché una persona ha protestato. E il primo giorno è rimasto anche senza cibo perché dicevano che era stato lui ad intrufolarsi con gli altri e che i pasti erano contati.
E’ quasi kafkiano tutto ciò, noi chiediamo che Abbas venga subito rilasciato, non c’è motivo per trattenerlo lì, è un errore e basta”. 

Il permesso per protezione di Abbas Mian Nadeem è scaduto il 18 luglio, ma come ci conferma il mediatore del centro Linfa Marina, che abbiamo contattato, l’uomo aveva iniziato le procedure per il rinnovo, come già successo in passato. “Non può stare in quel posto, rischia di pagare un prezzo troppo alto, è in condizioni precarie di salute - conclude il mediatore - deve uscire subito, fisicamente è troppo debole”.  

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)