Cile, abrogata la Costituzione della dittatura di Pinochet

Vince il sì alla riforma della Costituzione con il 78 per cento. Entro l’aprile del 2021 dovranno essere eletti i rappresentanti della nuova assemblea costituente, che avrà un anno di tempo per elaborare la bozza della nuova Carta. Migliaia di persone hanno festeggiato per le strade della capitale Santiago

Cile, abrogata la Costituzione della dittatura di Pinochet

Un giorno storico, che segna la fine del pinochetismo in Cile. Con il 78,12 per cento dei voti, nel referendum di domenica i cittadini cileni hanno votato a favore della cancellazione dell’attuale Costituzione, risalente al 1980 e redatta durante la dittatura militare di Augusto Pinochet. La domanda era semplice: “Quiere usted una Nueva Constitución?”, “Vuole una nuova Costituzione?”. Più dei tre quarti degli elettori hanno risposto “apruebo”, “approvo”. Il referendum era stato indetto dal Parlamento il novembre scorso, dopo le grandi manifestazioni antigovernative in cui ci sono stati 30 morti e migliaia di feriti. Durante la notte in tutto il paese ci sono stati festeggiamenti e nella piazza centrale di Santiago, Plaza Italia, sono stati sparati fuochi d’artificio e decine di migliaia di persone hanno festeggiato con balli e cori.

Entro l’aprile del 2021, dovranno quindi essere eletti i rappresentanti della nuova assemblea costituente, che avrà un anno di tempo per elaborare la bozza della nuova Carta, che sarà anch’essa sottoposta a referendum. Nel voto di ieri, i cileni hanno inoltre deciso che l’assemblea dovrà essere formata da uomini e donne estranei al mondo della politica e delle istituzioni, scelti singolarmente tra quelli espressi. Bocciata la proposta che fosse invece formata per metà dalla società civile e metà da parlamentari.

Sarà riservato un certo numero di seggi alle popolazioni indigene, e le proposte dell’assemblea dovranno essere approvate a maggioranza di due terzi. Tra le questioni che saranno al centro della discussione del nuovo testo ci sono il riconoscimento della popolazione indigena dei Mapuche, la revisione dei contratti collettivi di lavoro, la riforma del sistema privato di salute, istruzione e pensioni, e la questione della privatizzazione dell’acqua.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)