Segnare la meta, in carcere. Il Rugby nella Casa circondariale di Padova

Una meta oltre le mura, anzi dentro alle mura. Sono quelle della Casa circondariale di Padova che si appresta ad accogliere, attraverso la palla ovale, valori quali lealtà, gioco di squadra, rispetto dell’avversario proprie di questa disciplina sportiva. Da poco è stato infatti avviato il progetto “Rugby in carcere”, iniziativa focalizzata principalmente sulle persone detenute che affrontano problemi di dipendenza patologica, pensata dal Cus, in collaborazione con l’Ulss6 Euganea con l’Unità operativa complessa “Tutela della salute delle persone con limitazione delle libertà” e l’amministrazione penitenziaria.

Segnare la meta, in carcere. Il Rugby nella Casa circondariale di Padova
«Facciamo capire loro che l’unico modo per arrivare a fare meta è attraverso i meccanismi del rugby. Non ci sono scorciatoie – racconta Riccardo Garavello, segretario generale del Cus – Per il Cus e per la nostra realtà sportiva si tratta di un unicum, è la prima volta che avviamo una simile progettualità, ma alla fine crediamo nello sport, strumento potentissimo, forse l’unico sociale che ha un peso e sa essere determinante sulle persone».Con la collaborazione di Vanni Zago, responsabile tecnico e allenatore, e di...