Stati Uniti, la denuncia: “Violati i diritti dei lavoratori agricoli”

Secondo un rapporto del centro di ricerca indipendente Oakland Institute, devono affrontare attività durissime, vivendo in abitazioni precarie e senza difese dal nuovo coronavirus. Riferiti anche casi di discriminazione e razzismo

Stati Uniti, la denuncia: “Violati i diritti dei lavoratori agricoli”

I diritti dei lavoratori stranieri che entrano negli Usa con contratti temporanei o stagionali (i braccianti agricoli ospiti) vengono troppo spesso violati. Sono sfruttati come chi è sottoposto ai lavori forzati, devono affrontare attività durissime, vivendo in abitazioni precarie e senza difese dal nuovo coronavirus. A denunciarlo è il centro di ricerca indipendente Oakland Institute, che ha pubblicato il rapporto “Dignità o sfruttamento - Quale futuro per le famiglie dei lavoratori agricoli negli Stati Uniti?”, firmato da David Bacon. Un documento che mette sotto la lente il cosiddetto programma H-2A.

La storia. Questo programma arriva da un altro, il programma “Bacero” (bracciante in spagnolo), creato sulla base di accordi Usa-Messico e in funzione dal 1942 al 1964. Durante quel periodo, 4,6 milioni di messicani riuscirono a entrare negli Stati Uniti con contratti stagionali e temporanei. Il visto H-2A, invece, è stato approvato nel 1986 per supplire alla mancanza di lavoratori temporanei. Tra questi, è via via cresciuta la necessità nel settore dell’agricoltura industriale, tanto che i contratti stipulati sono passati dai 10.000 del 1992 agli oltre 250.000 del 2020, con forti impennate durante le amministrazioni Obama e Trump.

Le vulnerabilità. Pur essendo sempre più utilizzato - soprattutto in agricoltura e da braccianti centroamericani - le tutele per i lavoratori non sono state garantite. L’Oakland Institute riferisce che in base a quanto previsto da questo tipo di rapporto il datore deve fornire alloggio e trasporto, mentre il lavoratore può stipulare un accordo per un periodo inferiore ai 12 mesi e poi uscire dal paese. In caso di malattia, però, può essere cacciato. E in caso di proteste di vario genere può essere, per legge, licenziato o espulso. Il report denuncia molti casi di discriminazione e razzismo, oltre ad alimentazione e alloggi scadenti. I datori, riferisce ancora la ricerca, sono oggi soprattutto società appaltatrici, come la Washington farm labor association (Wafla) e la North Carolina growers association.

La denuncia. Dice David Bacon: “Il programma H-2A ha creato un sistema di lavoro forzato, fatto per lavorare in condizioni brutali e spesso illegali. In pratica, non lontano dalla schiavitù. La maggior parte di questi lavoratori arriva negli Usa già in debito. Le norme del Dipartimento del lavoro permettono alle imprese di assoggettarli a quote di produzione che richiedono loro di lavorare a una velocità esasperante”. E con la pandemia la situazione è peggiorata. E “ai datori di lavoro attualmente non è richiesto di fornire assicurazione sanitaria ai lavoratori H-2A".

L’articolo integrale di Giulia Cerqueti, Stati Uniti, braccianti agricoli stranieri tra sfruttamento e pandemia, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)