Suicidio Cpr Torino. Così si raccontava Muosa Balde: “In Italia per mettermi in salvo”

In un video il ragazzo morto nel centro per rimpatrio si racconta. “In questo paese ho avuto un assaggio di come la vita può essere bella, voglio studiare”. Sulla vicenda ancora molti aspetti da chiarire, una nuova interrogazione parlamentare chiama in causa le ministre di Interno e Giustizia

Suicidio Cpr Torino. Così si raccontava Muosa Balde: “In Italia per mettermi in salvo”

“Ho deciso di venire in italia per mettermi in salvo da una situazione politica molto difficile nel mio paese, la Guinea. Sono scappato il 25 ottobre del 2015, sono arrivato in Algeria e dopo qualche mese in Libia, dove ho preso la barca per arrivare a Palermo. Dopo un viaggio molto difficile ora sto finalmente bene a Imperia, voglio restare in Italia perché in questo paese ho avuto un assaggio di come la vita può essere bella”. Così si raccontava Mousa Balde a 19 anni, intervistato dalla tv locale Sanremo News. Il video ora sta facendo il giro del web dopo che il ragazzo è morto nel Cpr di Torino, sabato scorso. 

Una vicenda ancora tutta da chiarire. Balde a inizio maggio era stato pestato e preso a sprangate in strada da tre italiani, perché accusato di un tentativo di furto di un telefonino. Era quindi finito in un ospedale e poi, appurato che non era regolare sul territorio, trasferito nel Centro per il rimpatrio di Torino. Qui si sarebbe tolto la vita nella notte tra sabato e domenica.

Resta da capire se il trasferimento nel centro fosse legittimo, data la sua situazione fisica e psicologica. Se, una volta nella struttura, qualcuno lo abbia assistito anche dal punto di vista sanitario. Secondo quanto riportato dagli attivisti della rete No Cpr Torino “Musa Balde non è stato mai visitato da nessun medico o membro del personale medico del Cpr”. “Un ragazzo ci ha raccontato che dopo il trasferimento in isolamento, avvenuto senza una chiara motivazione, lo ha sentito urlare e chiedere l'intervento di un dottore senza mai ricevere una risposta ” scrivono in una nota. 

Intanto il caso è arrivato in Parlamento, il deputato di Leu, Erasmo Palazzotto, ha depositato un’interrogazione a risposta scritta per la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.  Una nuova interrogazione, che chiama in causa anche la ministra della Giustizia è stata depositata dalla vicepresidente del Senato e responsabile diritti del Pd, Anna Rossomando. Tra le cose da chiarire c’è anche quale supporto sanitario sia stato offerto a Balde.

Nel video di Sanremo News, il ragazzo si raccontava: “amo il calcio, in particolare la Roma. Ma nella vita vorrei studiare, per riuscire a vivere bene”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)