P di Pagella. Gli esami non finiscono mai e le pagelle affiorano ancora nei sogni di tanti di noi

Quale che sia il tempo di attesa che precede la consegna, la pagella irrompe in casa con fragore e può suscitare le emozioni più diverse.

La felicità è una bella pagella.

(Peanuts)

P di Pagella. Gli esami non finiscono mai e le pagelle affiorano ancora nei sogni di tanti di noi

P di Pagella. Da quando la parola “pagella” indica comunemente la scheda che riporta i voti scolastici, essa è diventata sinonimo di un momento sempre particolare all’interno delle famiglie italiane. Che l’anno scolastico sia diviso in trimestri o quadrimestri, la sostanza non cambia: quando arriva il momento è sempre una trepidazione che coinvolge genitori e figli in maniera diversa ma simultanea. I ragazzi si cimentano spesso in elaborate strategie per presentare il delicato documento previa una meticolosa preparazione psicologica di padri e madri.

C’è chi mette le mani avanti e predispone ad una situazione peggiore di quella che spera sarà realmente, confidando che questo potrà ben disporre chi dovrà firmare quel prezioso rendiconto; c’è chi si rende evasivo fino all’ultimo, affidando ad un ermetico silenzio il tempo precedente alla rivelazione dei voti; c’è, infine, chi non si vergogna della sua apprensione e coinvolge tutti fin da settimane prima con la sua ansia da prestazione. Da parte degli adulti gli atteggiamenti sono altrettanto disparati. Chi si allarma e pare calcolarsi lui per primo le medie matematiche dei voti, chi resta in attesa con una sorta di costante preoccupazione preventiva, magari venata da una punta di pessimismo e chi non riesce a concentrarsi sulla cosa, troppo preso dai suoi pensieri ed impegni. Quale che sia il tempo di attesa che precede la consegna, la pagella irrompe in casa con fragore e può suscitare le emozioni più diverse. Che siano voti numerici o siano giudizi, quella che arriva è una valutazione che spesso trascende l’ambito delle materie scolastiche.

Una volta la pagella era cartacea, una carta particolare e veniva portata a casa come cosa preziosa, guai a sgualcirla sia all’andata che al ritorno con la firma dei genitori… talvolta i voti venivano affissi ai famosi “quadri” nell’androne della scuola ed era tutto uno sgomitare a cercare il proprio rigo… (chi non ricorda per la maturità il famoso dilemma “ammesso” o “non ammesso”), fotografare mentalmente la propria situazione e poi iniziare a festeggiare con chi festeggiava, dolersi con i compagni di sventura, o consolare qualcuno con troppi debiti per poter restare sereno.
Oggi i documenti che corrispondono alla nostra pagella arrivano on line sui device dei nostri figli che sono costantemente in collegamento coi loro professori attraverso il cosiddetto registro elettronico. Si è persa un po’ di poesia, ma resta l’emozione e restano le conseguenze. Una buona pagella viene presto comunicata anche agli altri famigliari ed amici, in particolare ai nonni che magari promettono un regalo, non vedendo l’ora di trovare un’occasione in più per manifestare il loro affetto e la loro generosità. Se la pagella, invece, lascia a desiderare, certo non viene esposta a pubblico ludibrio, ma di fatto incide fortemente sulla vita famigliare: se ci sono debiti comporta magari l’accollarsi la spesa di ripetizioni e, in ogni caso, l’estate cambia, non potrà essere solo tempo di svago per il ragazzo, ma in qualche modo anche per i grandi.

Siamo tutti abbastanza predisposti a ricevere voti e giudizi, l’esperienza della pagella ci forgia e ci induce ad applicare questo sistema a tutto quello che facciamo, grandi o piccoli non conta. Di fatto è più semplice pensare che il rendimento di ogni nostra azione sia valutabile attraverso un numero che indichi se abbiamo raggiunto la sufficienza oppure no; frutto di un discernimento più complesso è tenere conto di tutte le variabili che portano ad un dato risultato, eppure è questo ciò che è chiesto sia sul lavoro, sia in famiglia. Porre mente a questa complessità dovrebbe farci immedesimare con gli insegnanti dei nostri figli: svolgono un lavoro che è una vocazione e che necessita una sensibilità ed un’intelligenza che va molto oltre la conoscenza della propria materia. Gli esami non finiscono mai e le pagelle affiorano ancora nei sogni di tanti di noi: si tratta di sapersi mettere alla prova, di iniziare ad assumersi le prime responsabilità, ma anche acquisire le prime forme di sicurezza interiore, nella convinzione che nessuna pagella potrà mai descrivere compiutamente la profondità della persona e la sua unicità fra i banchi di scuola come nella vita.

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Fonte: Sir