La Terra è come un'arancia blu
Come un’arancia blu: così i primi astronauti hanno descritto la Terra vista dall’oblò di un missile, come un piccolo corpo fragile che è facile sciupare e che va protetto. Arancia blu è l’incipit di una poesia surrealista di Èluard, ma Arancia blu è anche il nome della rivista fondata e diretta da di Enzo Tiezzi, padre dell’ambientalismo italiano, negli anni Novanta.
Tiezzi è stato un innovatore, uno straordinario interprete delle applicazioni sociali della scienza che aveva individuato il nucleo della crisi ambientale globale nella differenza tra i velocissimi tempi della tecnologia e i lentissimi tempi della biologia.
Da qui lo squilibrio e la crescita incontrollata provocata dall’attività umana a partire dagli anni Cinquanta: la Terra non possiede le capacità per sopportare uno sviluppo economico fondato sul mito del progresso e sull’espansione incontrollata dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione e scopo della scienza non è il dominio, ma la ricerca dell'armonia fra l'attività dell'uomo e la natura sostenendo, da ateo, la sacralità della vita.
Con tutto questo ci confrontiamo ancora oggi e nonostante l’ultimatum degli scienziati sia sempre più vicino, l’inversione di marcia non appare così scontata. Tutti diciamo no alla plastica perché inquina i mari e anche i nostri polmoni, ma se il governo immagina una tassa su questo materiale arriva il no degli imprenditori e dei lavoratori. Eppure, un’azienda friulana ha deciso di vendere l’acqua nel tetrapak mostrando che, applicandosi, le soluzioni alternative esistono.