Le reliquie di santa Teresa di Gesù Bambino al Circolo polare artico
Le urne arriveranno in aereo il 28 di settembre a Stoccolma: la solenne celebrazione di benvenuto sarà nel pomeriggio nella cattedrale svedese, dopo sei tappe in sei diverse città passeranno il 6 ottobre in Norvegia e quindi il 19 ottobre in Danimarca. Dal 24 ottobre saranno in Finlandia fino al 3 novembre, data d’inizio del pellegrinaggio in Islanda: sarà uno dei momenti forti della celebrazione dei 50 anni dalla fondazione della diocesi di Reykjavík. Il 12 novembre le reliquie torneranno a Lisieux
Le reliquie di santa Teresa di Gesù Bambino e dei suoi genitori Louis e Zélie Martin, canonizzati da Papa Francesco il 18 ottobre 2015 in pieno Sinodo sulla famiglia, quest’autunno compiranno un pellegrinaggio oltre il Circolo polare artico. Così a nord non erano mai state. Ha tanti significati questo evento che unirà in una singola esperienza spirituale cinque Paesi così diversi tra loro. “Il tratto comune del pellegrinaggio è che la famiglia Martin va in pellegrinaggio per due mesi in tutti questi Paesi per sostenere le famiglie”. A spiegarlo al Sir è fratel Syméon, religioso francese della Congregazione di San Giovanni, che da dieci anni va regolarmente in Svezia, incaricato dal vescovo di Stoccolma, il card. Anders Arborelius, di accompagnare la pastorale delle famiglie, e che ora è responsabile del cammino delle reliquie. È lui che ha fatto da ponte tra Lisieux e la Conferenza episcopale nordica, fin da quando è nata l’idea, due anni fa. In Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Islanda c’è una persona incaricata di preparare e accompagnare il passaggio dei santi, mentre i vescovi pubblicheranno a settembre una lettera pastorale sul significato di questo evento, che vuole “rafforzare la fede dei nostri credenti nei nostri Paesi”, dice al Sir suor Anna Mirijam Kaschner, segretario generale della Conferenza episcopale. Santa Teresa “è patrona delle missioni e i nostri Paesi sono terre di missione, quindi speriamo anche che abbia effetti sulla fede cattolica. Nei nostri Paesi ci sono tante persone che arrivano da altre parti del mondo e sono anche molto legate a queste forme di spiritualità. In più, in tutti i nostri Paesi ci sono monasteri e sorelle carmelitane e anche loro sono molto contente”. È nel carmelo di Lisieux, infatti, che Teresa visse dai 16 anni alla morte, quando di anni ne aveva 24.
Fa specie che in un contesto così secolarizzato e sotto tanti aspetti modernista, come è il Nord Europa ci sia spazio per questa espressione della fede molto legata alla tradizione.
“I nostri cattolici sono molto tradizionali. L’ho sperimentato anche io appena sono arrivata dalla Germania: c’è molto rispetto per le cose sante e queste forme profonde di venerazione”,
racconta suor Anna Mirijam. “Certo è molto in contrasto con la società secolarizzata che ci sta intorno. So da altri Paesi in cui le reliquie sono state che ci sono state molte conversioni di non cattolici che hanno percepito qualcosa di speciale in questa esperienza. Non sappiamo che cosa può succedere: accompagniamo questo percorso con tanta preghiera. Nessuno sa che cosa faccia il Signore”. Il primo a essere stato conquistato dalle reliquie, è proprio fratel Syméon: “Io stesso avevo un certo scetticismo”, ma poi è stato testimone di tanta sensibilità, dell’affetto e della fede coinvolte nella venerazione delle reliquie per cui quello che lui ora sta vivendo, organizzando il viaggio, si è trasformato in una “profonda esperienza spirituale”. Per altro, ricorda,
“il culto delle reliquie è un tratto costante della storia della Chiesa ed è una parte essenziale della religione cattolica. Non c’è altare senza reliquie, non si può consacrare una Chiesa se non ci sono le reliquie. Onorare i santi nei resti del loro corpo è ricordarli come se fossero vivi. Si riceve quindi questa grande santa perché è viva nel cielo”.
E in effetti il “motto” che accompagnerà il passaggio delle urne è proprio “Benvenuta Santa Teresa”, come arrivasse in carne ed ossa una personalità.
“La cosa speciale è che tutti conoscono la ‘piccola via’ indicata da Teresa di Lisieux”, cioè la possibilità di cercare la santità non nelle grandi imprese ma negli atti di ogni giorno quando compiuti per amore a Dio. “Teresa è una santa molto concreta, a cui tutti i cattolici possono legarsi, anche se appartengono a culture, tradizioni spirituali molto diverse. La speranza è anche di avere attraverso questo viaggio della Santa qualcosa in comune” aggiunge suor Anna Mirijam. Anche il cammino di preparazione a questo evento è comune, con preghiere e canti condivisi, anche se tradotti nelle diverse lingue. “Alcune delle messe che celebriamo, il rito della venerazione sarà la stessa e quindi potrà unire anche i nostri popoli”.
Questo passaggio fa però specie anche rispetto al contesto ecumenico: “Si, anche io mi chiedo come sarà accolta dai non cattolici”, riconosce suor Anna Mirijam che aggiunge:
“Io penso che il cammino ecumenico funzioni veramente solo quando le due parti (cattolici e luterani) sono chiari rispetto alla loro fede e praticano le proprie forme della fede. Venerare i santi è una forma speciale della fede cattolica, anche se in realtà in Svezia, ad esempio, la Chiesa luterana fa molto riferimento a Santa Brigida e la considera come una ‘propria’ santa. E in effetti c’è molta vicinanza con la Chiesa cattolica. Diversa sarà la situazione in Islanda o in Finlandia dove i cattolici sono solo lo 0,2%. Sarà un’avventura”.
Anche fratel Syméon esprime l’auspicio che “anche i luterani possano partecipare a questa esperienza, perché non sono solo le famiglie cattoliche ad avere difficoltà nei Paesi scandinavi, ma tutte le famiglie”. E la appassionante storia della famiglia Martin può incoraggiare, illuminare, accompagnare la vita faticosa di tante famiglie oggi. Siccome “dove ci sono le famiglie ci sono anche i giovani e viceversa”, ricorda fratel Syméon che sostiene l’idea di una pastorale che “non separi questi due ambiti”, in questi mesi c’è stato lo sforzo di coinvolgere anche i giovani attorno alle reliquie, a partire dalla definizione del logo e nella preparazione di alcuni video. “Per quelli di loro che sono interessati e coinvolti nella vita della Chiesa non è una cosa strana l’arrivo delle reliquie” dice suor Anna Mirijam riferendosi ai giovani che sono uno dei tanti livelli di cui è composta questa “sfida”. “La nostra esperienza è che se tu poni delle sfide alle persone, incominciano a pensare, e se pensano iniziano a superare i pregiudizi: ne abbiamo molti nei nostri Paesi nei confronti dei cattolici.
L’arrivo delle reliquie ci darà l’opportunità di spiegare alla gente che cosa facciamo e che cosa intendiamo con la venerazione delle reliquie.
E spiegare che noi non adoriamo i santi, come molti pensano perché non si conosce molto la fede cattolica”.
Quindi le urne arriveranno in aereo il 28 di settembre a Stoccolma: la solenne celebrazione di benvenuto sarà nel pomeriggio nella cattedrale svedese, dopo sei tappe in sei diverse città passeranno il 6 ottobre in Norvegia e quindi il 19 ottobre in Danimarca. Dal 24 ottobre saranno in Finlandia fino al 3 novembre, data d’inizio del pellegrinaggio in Islanda: sarà uno dei momenti forti della celebrazione dei 50 anni dalla fondazione della diocesi di Reykjavík. Il 12 novembre le reliquie torneranno a Lisieux. Il momento centrale del pellegrinaggio sarà il 6 ottobre a Vadstena: in una solenne concelebrazione, presieduta dal vescovo di Copenaghen e presidente dei vescovi nordici Czeslaw Kozon, i Paesi scandinavi saranno consacrati alla santa famiglia Martin. Il 1 ottobre, festa di Santa Teresa, dottore della Chiesa, patrona della Francia e delle missioni, le reliquie saranno nel carmelo di Glumslöv.