Centri per l’impiego, Anpal: “Sistema sottodimensionato e congestionato”

Pubblicato dall’Anpal il Rapporto di monitoraggio 2020 dei Servizi per l’Impiego: una fotografia del sistema pubblico antecedente al rafforzamento previsto dal Reddito di Cittadinanza e dal Pnrr. “Non meno di un Cpi su quattro lamenta forti criticità di competenze del personale”

Centri per l’impiego, Anpal: “Sistema sottodimensionato e congestionato”

“Un sistema sottodimensionato rispetto alle richieste di servizi da parte dell’utenza e congestionato sul piano operativo”. Così l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) descrive il sistema pubblico delle politiche attive del lavoro in Italia nel suo ultimo Rapporto di monitoraggio 2020 sui 551 Centri per l’Impiego (Cpi) attivi sul territorio nazionale. “L’attività quotidiana dei Cpi - spiega Anpal - è caratterizzata da un’ampia offerta istituzionale di servizi dedicati alle persone e alle imprese, a cui si deve aggiungere la gestione della condizionalità verso i percettori di sussidi (Naspi, Assegno di Ricollocazione, Reddito di Cittadinanza) e la gestione del collocamento disabili. Il numero di operatori dedicati a queste attività, pari a 7.772 unità al 2019, è in costante contrazione da oltre un decennio e la loro età si aggira in media sui 55 anni”. Un numero di operatori esiguo se si prende in considerazione l’utenza. Secondo Anpal si tratta di oltre 2,9 milioni di prese in carico per il patto di servizio nel biennio 2019-2020 (di cui 1,9 milioni nel solo 2019). Attività che richiedono risorse umane specializzate. Tuttavia, “non meno di un Cpi su quattro lamenta forti criticità di competenze di personale nell’erogazione di servizi specialistici di orientamento e accompagnamento al lavoro - spiega Anpal -. Pertanto, nella situazione fotografata prima dell’atteso rafforzamento, è risultato difficile conciliare questi vincoli operativi con la realizzazione in modo stabile e continuativo di servizi altamente consulenziali per la ricerca di personale per le imprese”. Il sistema sembra funzionare al meglio dove sono state create o sono presenti le condizioni per decongestionare l’organizzazione dei Cpi, spiega Anpal. “Questo avviene, per esempio, con il programma Garanzia Giovani - aggiunge una nota dell’Agenzia -, il dispositivo a regia nazionale costruito per dotare i Cpi di un’offerta strutturata di misure da offrire ai giovani presi in carico. Questo avviene anche nei mercati del lavoro locali più dinamici, dove i volumi di utenza sono più proporzionati. Rimane il fatto che gli utenti che si rivolgono ai Cpi sono scarsamente occupabili e richiedono interventi complessi. Questi profili non costituiscono, del resto, una platea appetibile per l’offerta di servizi privati”. Nonostante le criticità, conclude Anpal, “il valore della vocazione universalistica del servizio pubblico non viene meno - continua la nota -. Se ne ha una conferma anche dal giudizio espresso dagli utenti (punto di vista delle persone e delle imprese). Le persone prese in carico, impegnate in un servizio o una misura di politica attiva o avviate ad un lavoro esprimono soddisfazione per i servizi ricevuti con percentuali che oscillano tra il 52,7% e il 61,9% degli intervistati. Tutti gli utenti che hanno svolto un colloquio in un Cpi concordano nel riconoscere la professionalità e la competenza degli operatori. Le imprese che hanno utilizzato i servizi dei Cpi esprimono nel 58,2% dei casi un giudizio soddisfacente. Nonostante gli aspetti critici legati all’offerta di profili professionali corrispondenti ai loro desiderata, le imprese dichiarano di apprezzare, in particolare, la competenza, la professionalità e la puntualità degli operatori”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)