Due segnali d’allarme. La scoperta di alcuni segnali precoci della diagnosi di tumore al pancreas

Secondo un recente studio britannico (pubblicato sulla rivista “PLOS ONE”), adesso abbiamo una speranza in più di riuscire a scoprire il tumore del pancreas in tempo.

Due segnali d’allarme. La scoperta di alcuni segnali precoci della diagnosi di tumore al pancreas

Più di 14.000 nuovi casi in un anno in Italia, con oltre 12.000 decessi. Questi i preoccupanti numeri (dati Airc) del tumore al pancreas, che attualmente rappresenta la terza causa di morte per cancro dopo il carcinoma polmonare e quello del colon retto. Purtroppo, le statistiche attuali e, in particolare, le proiezioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, prevedono che l’incidenza di questa malattia aumenterà notevolmente nei prossimi 40 anni. Per di più, questa forma tumorale si sviluppa in genere in modo “silenzioso” (senza sintomi), tanto che nella maggior parte dei casi, quando ci si accorge della sua presenza, è ormai troppo tardi per intervenire. Proprio la difficoltà di ottenere una diagnosi precoce ne fa, dunque, una delle forme di cancro più insidiose e letali.
Ottima notizia, quindi, quella riportata in un recente studio britannico (pubblicato sulla rivista “Plos one”), secondo cui adesso abbiamo una speranza in più di riuscire a scoprire il tumore del pancreas in tempo. La ragione starebbe nella scoperta del fatto che due dei segnali tipici di questa patologia farebbero la loro comparsa già due o tre anni prima della diagnosi ufficiale. A realizzare la ricerca un gruppo di studiosi della Faculty of Health and Medical Sciences, della University of Surrey, a Guildford (Uk), coordinati da Agnieszka Lemanska.
Di cosa si tratta? La perdita di peso e l’aumento dei livelli di glucosio nel sangue sono due sintomi di norma associati al tumore del pancreas, ma finora non era chiaro quando, e in che misura si manifestassero. Lemanska e colleghi, perciò, hanno analizzato la presenza dei due sintomi e di un terzo, importante fattore di rischio per questo tipo di cancro – il diabete – in un ampio database sanitario, che comprende informazioni su 10 milioni di pazienti. Il gruppo di scienziati ha quindi estratto informazioni sulle diagnosi di tumore al pancreas insieme a questi tre fattori di interesse, cercando di capire come questi cambiassero nel tempo nei pazienti colpiti. È così anzitutto emerso che nelle persone con tumore del pancreas si verifica un’importante perdita di peso già due anni prima della diagnosi. Al momento della diagnosi vera e propria, infatti, l’indice di massa corporea (il rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza di una persona) dei pazienti con cancro era inferiore di tre unità rispetto a quello delle persone non colpite dalla patologia. Inoltre, si è potuto verificare (ovviamente “a posteriori”) che l’altro indicatore, ovvero l’aumento dei livelli ematici di glucosio, era in realtà riscontrabile nei pazienti addirittura tre anni prima della diagnosi.
E quale sarebbe la relazione col diabete? A detta degli autori dello studio, un’anomala perdita di peso nelle persone affette da diabete è associata a un maggiore rischio di incorrere in una diagnosi di tumore al pancreas rispetto a quando si verifica in chi non ha il diabete. Al contrario, l’aumento di glucosio nel sangue in soggetti che non hanno il diabete è un segnale più preoccupante – rispetto al tumore del pancreas – di quando esso si verifica in persone affette da diabete.
Dunque, in presenza di perdita di peso (specialmente, ma non solo, nelle persone con diabete) e di aumento del glucosio nel sangue, soprattutto in persone che non hanno il diabete e che non sono aumentate di peso, diventa importante procedere ad ulteriori accertamenti diagnostici relativi al tumore pancreatico. Di conseguenza, i medici potrebbero incorporare le due nuove spie da verificare nei normali check-up per la salute e indirizzare i pazienti che mostrano sintomi sospetti verso esami diagnostici più approfonditi. Si riuscirebbe così a individuare eventuali tumori del pancreas già nella prima fase del loro sviluppo, rendendo possibile intervenire chirurgicamente con maggiore efficacia.
Dal momento che questi segnali sono più eloquenti se valutati in relazione tra loro, anziché singolarmente, Lemanska e colleghi ora stanno provando a legarli in uno strumento più complesso, cioè un algoritmo “salvavita”, che includa anche altre avvisaglie del tumore del pancreas, come il colorito giallognolo degli occhi o della pelle (ittero) o la presenza di urina scura e feci chiare.

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Fonte: Sir