“Fuori dalle gabbie”, così i detenuti si prendono cura dei cani abbandonati. E lavorano

Il progetto di reinserimento lavorativo, ideato e promosso dalla fondazione Cave Canem, ha portato alla nascita del primo canile comunale di Napoli. Realizzato anche in Lazio, in Campania e a Spoleto, sbarca sulla piattaforma di Intesa Sanpaolo per il finanziamento dal basso. Fino ad oggi, coinvolti 150 autori di reato (anche minorenni) e 200 cani

“Fuori dalle gabbie”, così i detenuti si prendono cura dei cani abbandonati. E lavorano

Prendersi cura dei cani può essere un modo per prendersi cura di sé e ritrovare un posto e un lavoro nella società, mentre si sconta la pena per un reato. E' la scommessa della fondazione Cave Canem, che con il progetto “Fuori dalle Gabbie” si pone proprio l'obiettivo di creare una sinergia tra cani senza padrone e detenuti, a beneficio degli uni e degli altri. Dal 2019 a oggi, il progetto ha coinvolto tre istituti penitenziari, oltre 150 autori di reato, tra cui alcuni minori, e più di 200 cani tra Umbria, Lazio e Campania. In particolare, la collaborazione delle persone detenute nell’Istituto Penitenziario di Secondigliano, ha favorito l’apertura del primo canile comunale di Napoli, la “Collina di Argo”, nel 2021. A Roma, invece, il progetto si è svolto all’interno dell’Istituto Penale per Minorenni Casal del Marmo, coinvolgendo finora diciotto  giovani in attività ed esperienze che potrebbero risultare utili e spendibili una volta fuori dal carcere.

Il progetto è partito dalla Casa di Reclusione di Spoleto, dove sono stati attivati corsi di formazione professionale in materia di gestione, accudimento e recupero comportamentale dei cani. Le persone detenute sono state parte attiva in opere di manutenzione e migliorie al canile comunale, nella realizzazione di un piccolo rifugio per cani abbandonati nei pressi del penitenziario, nell’allestimento della prima area cani della città nella zona di Spoletosfera. Coloro che si sono distinti maggiormente per il loro impegno sono stati premiati con borse-lavoro.

Ora il progetto ambisce a crescere ancora e chiede un “aiuto dal basso”, sbarcando su For Funding, piattaforma di raccolta fondi di Intesa Sanpaolo. Ci sono sei mesi di tempo per raccogliere 30 mila euro e continuare ad aiutare al tempo stesso persone detenute e cani senza famiglia. 

Per contribuire al crowdfunding è sufficiente visitare la pagina dedicata sulla piattaforma online e individuare la propria capacità di spesa, a partire da un importo di 20 euro (sufficienti per  acquistare un trattamento antiparassitario per i cuccioli), fino a un massimo di 300 (per sostenere la realizzazione di una nuova cucciolaia nel canile comunale di Spoleto). 

“Siamo fieri e onorati di aver ricevuto una tale fiducia da Intesa San Paolo – afferma Federica Faiella, vicepresidente della fondazione Cave Canem – speriamo di raggiungere quanto prima l’obiettivo di 30 mila euro per poter dare nuova linfa al progetto in essere a Spoleto e lasciare al territorio come già fatto in altre realtà, un modello di coprogettazione che veda il canile comunale, il Comune e il carcere operare in sinergia per cambiare il destino di cani abbandonati e offrire un’occasione di riscatto e riavvicinamento al mondo del lavoro a persone detenute, accuratamente selezionate e formate. Trasformeremo in aiuti concreti la generosità di coloro i quali decideranno di sostenerci”. 

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)