Il gioco d'azzardo assente nel Piano Colao

Per il rilancio dell'Italia e delle casse dello Stato il gruppo di esperti non contempla l'avvio di nuovi giochi o un maggiore prelievo fiscale. Maurizio Fiasco: “Buon segno. Ormai non c'è più alcun dubbio che il gioco d'azzardo non può minimamente contribuire allo sviluppo di un Paese”

Il gioco d'azzardo assente nel Piano Colao

Per il rilancio dell'Italia non si scommette più sul gioco d'azzardo. Il documento prodotto dal comitato di esperti guidato da Vittorio Colao non contempla, tra le misure per trovare risorse, l'avvio di nuovi giochi o un maggiore prelievo fiscale. Nella storia recente del Belpaese, soprattutto dopo il terremoto che colpi L'Aquila nel 2009, i governi non hanno resistito alla tentazione di fare cassa spingendo su slot machine, scommesse o lotterie di vario genere.Nel documento di Colao non se ne fa cenno. “È sicuramente un buon segno -commenta Maurizio Fiasco, sociogologo e presidente dell'Associazione per lo studio del gioco d'azzardo e dei comportamenti a rischio (Alea)-. Del resto ormai non c'è più alcun dubbio che il gioco d'azzardo non può minimamente contribuire al rilancio economico e allo sviluppo di un Paese”.Nel 2019 gli italiani hanno giocato circa 110 miliari di euro e all'erario sono andati 10,6 miliardi di euro. “Se questi soldi fossero stati spesi in qualsiasi altro settore economico avrebbero generato una ricchezza maggiore, sia per la società che per le casse dello Stato -aggiunge Fiasco-. La filiera del gioco d'azzardo è molto piccola, con poche migliaia di addetti.E l'ho già detto altre volte: si trovi il modo di riconvertire le aziende che hanno puntato sul gioco d'azzardo o ammortizzatori sociali per gli addetti. Ma non si cada più nell'illusione che il bilancio di uno Stato sia sostenuto dal gioco d'azzardo”. (dp)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)