Il rapper nigeriano che canta il viaggio dall’Africa all’Italia

Nelle sue canzoni, Moses racconta la sua storia: l’addio alla sua terra, l’attraversamento del deserto, la detenzione in Libia e poi il Mediterraneo. “Non importa quali difficoltà incontrerò sul mio cammino, l’importante è continuare a credere"

Il rapper nigeriano che canta il viaggio dall’Africa all’Italia

ROMA - Ha i capelli alla mohawk, alti sulla fronte e rasati ai lati, indossa collane, anelli dorati e abiti hip-hop. Se fossimo sul set di un film di Spike Lee ambientato in una periferia newyorkese sarebbe un attore più che credibile. Il suo nome è Moses, ha 26 anni ed è nato in Nigeria, ma oggi vive vicino Roma, dove nel tempo libero scrive e canta canzoni rap per raccontare il suo viaggio verso l’Europa.

“Bally Who?” è il nome del suo progetto musicale, che sta prendendo forma grazie all’incontro con la produttrice Vittoria Locurcio di Lovestudio, arrangiatrice e compositrice di musica per immagini che cura anche la promozione. Su Youtube i videoclip di Moses stanno iniziando a circolare e il suo profilo Instagram ha circa 10 mila followers.

Il nome del progetto viene dalla parola inglese “ballyhoo”, che indica un rumore eccessivo che genera entusiasmo. “Hai presente quando ti trovi in mezzo ad altre persone e all’improvviso ti arriva una chiamata? – racconta Moses –. Tu rispondi e quello che ti dicono al telefono è così esilarante che ti metti a ridere a squarciagola. Ecco, stiamo parlando di questo: per gli altri forse sei un rumore eccessivo, ma tu sai che in fondo stai solo ridendo e non fai male a nessuno”.

Tre anni e mezzo fa, Moses è partito dalla Nigeria seguendo la rotta dei migranti dell’Africa occidentale, passando attraverso il Niger, il deserto del Sahara e poi la Libia, dove è stato rinchiuso in un centro di detenzione. Dopo quasi un anno dalla sua partenza, finalmente è riuscito ad attraversare il Mediterraneo con una scialuppa di salvataggio, sbarcando a Lampedusa nell’ottobre del 2016, mese record per gli sbarchi sulle coste italiane, con 27.500 persone arrivate via mare. Separato dai suoi compagni, è stato portato direttamente all’ospedale Ramazzini di Roma, dove per un mese ha ricevuto cure per le ferite riportate durante il viaggio.

Di questo parla la canzone “Celebrate”, che suona come una testimonianza e un lascito a chi vuole partire. “Se avessi immaginato come sarebbe stato il viaggio, non ne avrei mai accettato i rischi – si legge nel testo –. Il mio consiglio: non rischiare la tua vita, il viaggio non vale così tanto. Quando ho fame e non ho niente da mangiare, la frustrazione mi fa piangere. Ma alla fine sono sopravvissuto e per questo voglio festeggiare”.

Dopo l’arrivo in Italia, però, le difficoltà non sono finite: una burocrazia infinita, la complessa pratica di richiesta di asilo e il continuo trasferimento da una struttura a un’altra. “In 2 anni ho cambiato 5 Cas – racconta Moses –. È difficile creare un rapporto continuativo con gli operatori dei servizi: spesso le persone cambiano e chi arriva dopo non conosce la tua storia. Ogni volta mi sembra di ricominciare da capo”.

L’ottimismo resta comunque il pilastro portante del rap di “Bally Who?”, un progetto che per Moses rappresenta la fiducia nel futuro: “Non importa come andrà, l’importante è credere in qualcosa, soprattutto quando attorno a te hai solo terra bruciata – conclude –. Nella mia musica combatto i pregiudizi e la paura attraverso la speranza”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)