Migranti. Il bel gesto di Trapani e il cattivo uso di “vu cumprà”

Ha fatto il giro del web la storia delle bagnanti di una spiaggia che si sono improvvisate baby sitter per una venditrice ambulante. La donna è stata definita "vu cumprà". Ecco perché il termine non andrebbe usato

Migranti. Il bel gesto di Trapani e il cattivo uso di “vu cumprà”

ROMA - Ha fatto il giro del web la storia delle bagnanti di una spiaggia di Trapani che si sono improvvisate baby sitter per una venditrice ambulante, che girava la spiaggia con sua bimba di tre anni legata, con una fascia, sul dorso. Le hanno detto di lasciare la figlia a giocare con gli altri bambini e di continuare a lavorare tranquilla. Ma se la storia è edificante, non lo è stato, in alcuni casi il linguaggio dei media che hanno riportato l’episodio. Su più testate, infatti, l’ambulante di origine straniera è stata definita “mamma vu cumprà”, un termine considerato dispregiativo e denigratorio.

La definizione ha iniziato a diffondersi nel linguaggio comune dalla metà degli anni Ottanta per definire i venditori ambulanti di origine africana. Si tratta di una storpiatura della lingua, che fa il verso alla difficoltà di espressione delle persone straniere. E che è da sempre è riferita a chi vende merce sulle spiagge o in strada. Come ricorda il sito Parlare civile in “Razzisti a parole” il linguista Federico Faloppa fa risalire la diffusione del termine “vu cumprà” sulle pagine dei quotidiani nazionali nell’estate del 1986. Da quel momento in poi, su testate e settimanali importanti “venivano presentati come icone dell’immigrazione tout court: quasi sempre ‘neri’ appunto, spesso ‘clandestini’, di solito marginali. E che – a leggere i quotidiani – avevano invaso, o stavano per invadere, l’intera penisola. A cominciare dalle coste romagnole, toscane, laziali, liguri”. Anche per il docente universitario di origine camerunense Esoh Elamè il termine è denigratorio e stereotipato, manifestazione del razzismo linguistico made in Italy. 
“L’uso corrente del termine vu cumprà è diventato normale nella comunicazione verbale e scritta in Italia senza che vi fosse una valutazione seria dell’impatto sulle persone che vengono così etichettate- scrive Elamè – Essendo un termine dotato di significato tendenzialmente dispregiativo, vu cumprà significa, più o meno consapevolmente, venditore ambulante immigrato, persona straniera inferiore”. Proprio per questo il termine è da evitare, le alternative consigliate sono venditore ambulante o semplicemente ambulante. (ec)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)