Minori, Istituto Piepoli: la povertà educativa esiste per 3 italiani su 4

Luci e ombre nel rapporto tra gli italiani e le tematiche connesse all'educazione. E' quanto emerge in sintesi da un recente sondaggio dell'Istituto Piepoli, commissionato dalla Fondazione Reggio Children di Reggio Emilia...

Minori, Istituto Piepoli: la povertà educativa esiste per 3 italiani su 4

Luci e ombre nel rapporto tra gli italiani e le tematiche connesse all'educazione. E' quanto emerge in sintesi da un recente sondaggio dell'Istituto Piepoli, commissionato dalla Fondazione Reggio Children di Reggio Emilia, che ha lanciato oggi un nuovo documento (una "carta") contro la povertà educativa. Dallo studio, illustrato in mattinata al centro Loris Malaguzzi dal vicepresidente dell'ente di sondaggi Livio Gigliuti, emerge innanzitutto che per tre cittadini su quattro (il 71%), esiste ed è concreto il problema della povertà educativa anche in Italia. La percezione è maggiormente presente nei genitori del campione intervistato, mentre è meno avvertita da chi non ha figli. La risposta varia anche in base all'area geografica: la consapevolezza di una criticità è superiore al nord e al centro, rispetto al sud Italia.

Parlando di "educazione di qualità", che la carta della Fondazione Reggio Children indica come risposta alle emergenze del nostro tempo, il 10% degli intervistati l'associa alla valorizzazione dei talenti dei bambini. Ma in misura superiore (il 30%), viene intesa come opportunità di apprendimento continuativo e permanente per tutti. Per sconfiggere l'emergenza educativa il 44% degli intervistati pensa che vadano rafforzati i rapporti tra le famiglie e i Servizi sociali e il 41% indica la necessità di più attività integrative a scuola. Solo in subordine vengono invece citati fattori come la promozione di servizi educativi di qualità 0-6 anni (li propone il 28% del campione), la diffusione di tecnologie e arredi adeguati (per il 27% degli intervistati), il tempo pieno (18%) e le mense (11%). Un dato inatteso e nuovo riguarda poi la platea dei soggetti che, per i cittadini, sono gli attori protagonisti dell'educazione dei bambini.

A genitori e insegnanti si affiancano infatti anche nonni, amici, sport, scout, parrocchie e associazioni. Insomma un concetto di educazione "olistico", spiega Gigliuti e in linea con le attività della Fondazione Reggio Children per promuovere la cosiddetta "comunità educante". Un altro quesito del sondaggio svela che i temi attuali che incidono maggiormente sulla vita dei bambini sono la guerra in Ucraina e il cambiamento climatico, con il secondo in maniera anche superiore al conflitto.

Rispetto alla tecnologia digitale prevale ancora una certa diffidenza: per il 44% degli intervistati è vista come un nemico che può creare dipendenza, ma quattro genitori su 10 iniziano a vederla come una potenziale alleata, anche per riappropriarsi dei propri spazi di vita. Per la fondazione educativa Reggio Children, che esorta con la presidente Carla Rinaldi a considerare pienamente i bambini come "soggetti politici, sociali ed economici", è poi confortante che due italiani su tre- il 67%- riconoscano i minori come "persone con diritti e pensieri". Un cittadino su tre, il 30%, non la pensa invece così e il 20% ritiene addirittura che questa condizione di riconoscimento della loro autonomia, non possa avvenire per i ragazzi prima del compimento dei 14 anni. Molto chiara è infine la percezione emersa dal sondaggio che le città non sono attualmente disegnate a misura di bambino. Se fossero loro a poter decidere, in particolare, avrebbero più spazi di gioco e aree verdi, più piste ciclabili e meno auto. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)